Quanto è verde il mondo digitale?

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Dal rapporto emerge che mentre Apple, Google, Facebook e Switch, azienda leader nel settore dei data center, stanno compiendo grandi passi in avanti verso l’obiettivo di alimentarsi con energia al 100% rinnovabile, Netflix, Amazon Web Services e Samsung sono ancora in forte ritardo

Internet sarà probabilmente la più grande invenzione sviluppata dalla nostra specie. Con il compito di creare e di animare l’insaziabile appetito che la società di oggi ha nei confronti di messaggi, foto e video da condividere e questo insieme allo sviluppo di una nuova concezione di finanza, di gestione dei trasporti, di supporto al mondo della comunicazione, internet serve come il sistema nervoso centrale che anima la moderna economia globale.
Per far muovere tutto questo ci vuole una quantità enorme di energia necessaria per la produzione e l’alimentare dei nostri dispositivi, data center e esigenze infrastrutturali connesse.
Su queste premesse si muove il rapporto di Greenpeace Usa dal titolo «Clicking Clean: Who is Winning the Race to Build a Green Internet?», un rapporto che analizza l’impronta energetica dei grandi operatori di data center e di circa 70 tra siti web e popolari applicazioni.
L’impronta energetica del settore IT è stimata in circa il 7% del consumo dell’elettricità globale e le previsione di settore al 2020 vedono, con un triplice aumento del traffico internet globale, un’impronta energetica destinata a salire e questo sia per il consumo individuale dei dati sia per la diffusione dell’era digitale ad una popolazione mondiale più ampia.
Insieme alla crescita del mondo digitale cresce anche l’interesse nel comprendere se saremo in grado di transitare verso le energie rinnovabili e questo in tempo utile ad evitare cambiamenti climatici pericolosi. Se le infrastrutture digitali sono alimentate al 100% da energie rinnovabili, la nostra crescente dipendenza da internet può effettivamente accelerare la nostra transizione verso un’economia alimentata da rinnovabili. Ma, se la nostra crescita digitale è costruita in direzione opposta, ci imbatteremo in un drammatico aumento della domanda di energia elettrica da carbone e altre fonti di energia sporche che stanno cambiando, e lo faranno ad un ritmo sempre più elevato, il clima del nostro pianeta.
Quello che emerge dal rapporto è che mentre Apple, Google, Facebook e Switch, azienda leader nel settore dei data center, stanno compiendo grandi passi in avanti verso l’obiettivo di alimentarsi con energia al 100% rinnovabile, Netflix, Amazon Web Services e Samsung sono ancora in forte ritardo.
Società come Amazon, ad esempio, nonostante gli annunci in fatto di rinnovabili, continua a mantenere i suoi clienti all’oscuro circa le proprie decisioni energetiche. Altrettanto perplessi lascia Netflix, con un’impronta energetica che interessa un terzo del traffico internet in Nord America e che contribuisce in maniera significativa alla domanda di dati per lo streaming video, che sta solamente comprando crediti di compensazione delle emissioni, senza aumentare gli investimenti in energie rinnovabili, dopo aver promesso di controbilanciare completamente le proprie emissioni di CO2 nel 2015.
Ora, le aziende che hanno deciso di entrare nella corsa per costruire un internet alimentato da energia rinnovabile sono mosse da svariate motivazioni:
– la volontà dei clienti che chiedono che la propria infrastruttura digitale sia alimentata da fonti pulite di energia elettrica;
– la crescente competitività di costo delle energie rinnovabili, con contratti a lungo termine sempre più vantaggiosi e questo anche nei confronti, in molti mercati, dei combustibili fossili;
– la competitività tra le aziende IT e il collegamento di identità di marca con una fornitura di energia rinnovabile, data la crescente preoccupazione sui cambiamenti climatici tra dipendenti e aziende clienti.
Perché se è vero che un internet completamente alimentato da energia rinnovabile non è una cosa che avverrà in breve tempo, adottare impegni che si muovano in quella direzione è un primo passo importante. Un impegno che deve essere poi abbinato ai fatti che mostrino una vera leadership, l’adozione di misure successive green.
Quello che si legge nel rapporto è che passi importanti sono stati compiuti in vari mercati ma il drammatico aumento del numero di data center in mercati come la Virginia, dominata da utility che hanno poca o nessuna energia rinnovabile, è alla base di un drammatico aumento del consumo di carbone e gas naturale.
Ed è in questi mercati che bisogna sviluppare una maggiore attenzione alla difesa del pianeta superando il potere politico radicato in alcune scelte insostenibili per la salvaguardia del genere umano e avviando buone pratiche per la rapida adozione delle fonti rinnovabili.