Una gestione efficace dei sedimenti

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Come l’acqua, il sedimento è un argomento trasversale, con collegamenti, e potenziali connessioni in molteplici settori, interessi normativi e requisiti di gestione. Un buono stato dell’acqua può essere raggiunto solo con un regime di sedimentazione equilibrata e una buona qualità del sedimento

Gli obiettivi della politica dell’acqua europea saranno raggiunti solo se verrà integrato l’argomento «sedimenti» nel piano di gestione del bacino idrografico.
Questo il messaggio lanciato all’indomani della pubblicazione del rapporto «La gestione efficace dei bacini fluviali deve includere i sedimenti» diffuso in occasione dell’apertura della SedNet, Conferenza internazionale giunta alla sua decima edizione, che si sta svolgendo nel capoluogo ligure e organizzata in collaborazione con il Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e della Vita dell’Università di Genova e dall’Autorità portuale di Genova.
Il titolo della conferenza è «Sediments on the move» ed ha come filo conduttore il sedimento che si sposta dalla montagna al mare e dall’ambiente di acqua dolce a quello marino, passando così confini culturali, politici e geografici. Una definizione di sedimento in movimento che pone anche l’accento sulla continua evoluzione nella sua gestione, argomento affrontato da SedNet da 15 anni.
Come l’acqua, il sedimento è un argomento trasversale, con collegamenti e potenziali connessioni in molteplici settori, interessi normativi e requisiti di gestione. Un buono stato dell’acqua può essere raggiunto solo con un regime di sedimentazione equilibrata e una buona qualità del sedimento.
Ma le modificazioni idromorfologiche dovute principalmente alla navigazione, alla potenza idroelettrica o alla difesa dell’inondazione e contaminazione da fonti puntuali e diffuse, sono spesso citate nei piani di gestione dei bacini fluviali.
Il dragaggio è ad esempio un’attività che risulta necessaria per mantenere e sviluppare porti, vie navigabili, serbatoi per l’acqua potabile o la produzione di energia, ecc. eppure assieme allo smaltimento del materiale dragato rappresentano congiuntamente attività che possono influenzare negativamente l’ambiente.
Attività impattanti che possono essere affrontate adottando misure tali da attenuare gli effetti migliorando lo status quo.
L’obiettivo di SedNet, da quando si è attuata la politica integrata dell’acqua nell’Unione europea (Ue), è proprio quello di andare ad integrare le conoscenze e le strategie dell’Ue sul tema e questo avendo come finalità quella di sostenere il raggiungimento di una buona conoscenza e nuovi strumenti nella gestione dei sedimenti.
Una rete europea che ha come obiettivo quello di approfondire tutte le questioni relative alla qualità e alla quantità di sedimenti sulla scala dei bacini fluviali, che vanno dall’acqua dolce all’estuario e ai sedimenti marini riunendo esperti di scienza, amministrazione e industria e interagendo con le varie reti in Europa che operano in tutti i campi sociali a livello nazionale ed internazionale.
Comprendere processi e comportamenti sedimentali a livello strategico e locale, sviluppare e attuare concetti di buona pratica per la gestione del sedimento, facilitare l’implementazione delle pratiche nella gestione dei sedimenti, identificare e valutare le misure progettate per garantire nuove modifiche fisiche, questo quello che SedNet offre per sostenere l’integrazione dei sedimenti nella gestione dei bacini idrografici.
I progetti, che vedono la presenza in partenariato anche dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), e che hanno organizzato le sessioni di pre-conferenza sono i progetti Sedi.terra 
«Linee guida per il trattamento dei sedimenti dragati nell’area Marittimo» che lavora sulla gestione dei sedimenti che devono essere dragati all’interno di porti per evitare e ridurre l’insabbiamento e per consentire i traffici e l’utilizzo dei porti in sicurezza a fini commerciali e turistici, per assicurare il deflusso delle acque, anche in conseguenza di eventi meteo climatici avversi (alluvioni) dovuti al cambiamento climatico e Sedriport  «Sedimenti, dragaggi e rischi portuali» che propone di introdurre, in ambito transfrontaliero, un sistema condiviso per il costante monitoraggio dell’insabbiamento, delle condizioni meteo-marine e dei principali parametri chimico fisici delle acque e dei sedimenti delle aree portuali e delle aree costiere limitrofe definendo strategie comuni per il ripristino dei fondali.
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