Ma la cultura può fare a meno della scienza?

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A proposito di una polemica. Ben venga il confronto fra i saperi, comprese le nuove frontiere al limite perché si sviluppano su percorsi ancora ignoti, ma il discrimine è sempre e solo la scienza, la ricerca, l’ostinata caparbietà dell’uomo di capire


Sensi, sensazioni, sensitivi… sensori. È il primo approccio che l’uomo ha con se stesso, con i suoi simili, con il mondo circostante. Non è una fantasia, una magia, un imbroglio ma è il rapporto iniziale prima di studiare, approfondire, razionalizzare e riprodurre.

In una società che sembra dimenticare le sue origini e, di conseguenza, un uomo moderno che ha perso la sua storia personale, l’iniziativa del Festival dei Sensi (realizzato anche l’anno scorso) organizzato in vari siti della Valle d’Itria, ci sembra opportuna e, a giudicare dal clamore che alcune iniziative hanno suscitato (come l’intervento di un rabdomante), crediamo che l’obiettivo sia stato raggiunto.

Noi non ci scandalizziamo se si approcciano argomenti incasellati e abbandonati in settori non scientifici purché il «risveglio» di certe tematiche sia su basi scientifiche perché per noi la scienza non è un capitolo chiuso e dogmatico ma una porta sempre aperta.

Per l’uomo razionale, ogni dubbio, ogni mistero deve avere una spiegazione, non ci si può chiudere nel dogma e nell’eccezione o nella fantasia perché questo sì sarebbe un atteggiamento antiscientifico.

Oggi, poi, la cultura non è solo l’espressione letterario-filosofico-artistica dell’uomo, ma è un mélange espressivo dell’uomo contemporaneo che è soprattutto scienza, ricerca e mix di saperi. Come appunto dovrebbe essere la cultura, troppo a lungo divisa, sezionata, isolata.

Nell’approccio, poi, con il pubblico, nel diffondere informazione e conoscenza, non si possono prendere scorciatoie chiudendosi dietro il diritto di cronaca o cavalcando il sensazionalismo.

Ben venga quindi il confronto fra i saperi, comprese le nuove frontiere al limite perché si sviluppano su percorsi ancora ignoti, ma il discrimine è sempre e solo la scienza, la ricerca, l’ostinata caparbietà dell’uomo di capire.

E lo diciamo noi che spesso e senza paura abbiamo scandagliato settori «eretici» scientificamente, tirandoci spesso dietro non poche critiche. Del confronto non si deve avere mai paura, ma degli integralismi sì.

 

I. L.