Ricamano con i colori dell’ambiente

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In pericolo l’arte del ricamo tradizionale vietnamita: un’arte in pericolo preservata dalle donne Dao. Gli intellettuali esortano le autorità ad aiutare i gruppi etnici a preservare la loro cultura e, al tempo stesso, a stimolare il turismo

Un aumento delle importazioni nel mercato locale vietnamita sta minacciando il ricamo tradizionale, un’antica arte tramandata di generazione in generazione che le donne di etnia Dao stanno cercando disperatamente di preservare.

Il ricamo a mano vietnamita è una tradizione che risale a circa 700 anni fa. Consiste nell’utilizzo di minuscoli fili per ricreare immagini dai colori vivaci sul tessuto. Oggi è diventata un’attività extrascolastica popolare per le ragazze delle scuole superiori, insieme alla cucina e al cucito.

«È una tradizione importante per noi donne, tramandatami da mia madre e mia nonna, che mi permette anche di sostenere me e la mia famiglia», ha affermato a «Borneo Bulletin» Lo Ta May, 29 anni, residente a Ta Phin, della provincia di Lao Cai. A May fu tramandata la tradizione del ricamo quando aveva solo otto anni.

Nel villaggio di Ta Phin, uno dei luoghi turistici più interessanti di Lao Cai, che ospita circa tremila persone appartenenti ai gruppi etnici Dao e Mong, il ricamo rappresenta uno stile di vita quotidiano per tutte le donne.

Quando non lavora nei campi o fa le faccende domestiche, May utilizza il suo tempo per ricamare: «Ho insegnato a mia figlia a ricamare quando aveva sette anni, nello stesso modo in cui mi è stato insegnato. Questo la aiuta a non dimenticare da dove viene», ha detto May, felice che gli insegnanti della scuola di sua figlia insegnino come migliorare le proprie abilità di ricamo. «È incredibile che gli insegnanti stiano preservando il nostro artigianato» ha aggiunto.

Tipici ricami includono campi terrazzati di riso, alberi, fiori e persone su prodotti come sciarpe tradizionali, gonne e motivi decorativi per la parte posteriore delle loro camicie.

Questo tipo di ricamo ha un impegno da tre a dieci mesi. Le ricamatrici usano solitamente la seta e la lana su un panno colorato in tinta vegetale.

May ed alcuni dei suoi parenti appartenenti al gruppo etnico Dao stanno lavorando a un progetto sociale per preservare l’artigianato nel villaggio.

I loro prodotti vengono esposti nei negozi di souvenir di Sa Pa e Le chalet Vietnam ad Hanoi, un progetto di beneficenza sociale che offre una nuova interpretazione dell’estetica etnica tradizionale, dando vita a regali unici.

Il gruppo etnico Dao a cui appartiene May, risiede nel nord del Vietnam e ha una popolazione di circa settecento persone. Generalmente abitano le province di Cao Bang, Ha Giang, Lao Cai, Yen Bai, Lai Chau e Tuyen Quang e Lang Son.

I Dao sono conosciuti come una comunità migrante dalla Cina, in particolare nel dodicesimo e tredicesimo secolo, e all’inizio del ventesimo secolo. È diviso in sottogruppi che dipendono dai costumi e dalle abitudini, ed è possibile riconoscerli attraverso i loro vestiti tradizionali, caratterizzati da una camicia bianca, un completo nero, un foulard rosso ricamato e decorato con motivi colorati, e gioielli in oro e argento.

Per le donne Dao, il ricamo è un’attività fondamentale. Imparano a ricamare all’inizio della loro vita e, se una donna non risulta capace, viene considerata una vergogna per la famiglia. Inoltre, il ricamo gioca un ruolo indispensabile nel matrimonio di una donna.

Fino al feudalesimo, il ricamo era alla base delle carriere al servizio del circolo regale e aristocratico. Il prodotto di ricamo veniva realizzato con tessuti creati da artigiane vietnamite, mentre il filo utilizzato per il ricamo in quel periodo includeva tinture naturali, come: igname, indaco, baccello di mandorla indiano e foglie di phrynium.

Tradizionalmente, il ricamo era fatto da donne vietnamite. Infatti, secondo il confucianesimo, le ragazze dovevano acquisire quattro virtù: la castità, la mansuetudine, l’affabilità e l’operosità, lavorando tutto il giorno e fermandosi solamente per il pasto.

Mentre agli uomini si dovevano interessare all’attività sociale e alle problematiche esterne, le donne si dovevano occupare esclusivamente delle faccende domestiche e del crescere i figli.

Nonostante il passare dei secoli, il ricamo tradizionale vietnamita è riuscito a mantenere il suo carattere culturale nazionale. Ma negli ultimi anni è in pericolo a causa del boom dell’economia di mercato e dell’invasione di prodotti importati nei mercati locali attraverso le aree turistiche.

Il progetto senza scopo di lucro gestito da Le chalet Vietnam (una catena di produzione di regali artigianali ad Hanoi) in collaborazione con Lumikello, un fondo di beneficenza finlandese, ha contribuito a preservare il ricamo tradizionale a Ta Phin e, allo stesso tempo, a sostenere le persone locali e contribuire a migliorare le loro condizioni di vita.

«L’obiettivo del progetto è quello di sviluppare una gamma diversificata di prodotti artigianali tradizionali collaborando con produttori e artigiani locali, lavorando per garantire che questi produttori siano in grado di sostenere le loro tecniche tradizionali creando prodotti commerciabili e ottenendo un prezzo equo per i loro prodotti artigianali», ha dichiarato Dang Tu Anh, direttore di Le chalet Vietnam, al «Vietnam News».

Il professor Nguyen Van Huy, ricercatore culturale vietnamita ed ex direttore del Viet Nam museum of ethnology, ha affermato che la conservazione e lo sviluppo dell’artigianato tradizionale tra le minoranze etniche nella regione nord-occidentale hanno contribuito a migliorare il loro valore economico e hanno anche svolto un ruolo importante nella conservazione della cultura e delle tradizioni nazionali.

Altri ricercatori e intellettuali affermano inoltre che le autorità locali dovrebbero cooperare con le comunità etniche e aumentare la copertura dei loro prodotti, che possono successivamente incentivare il turismo.

«Per ripristinare, preservare e promuovere l’artigianato etnico tradizionale, abbiamo bisogno di migliorare la consapevolezza della comunità sull’importanza dei mestieri», ha detto Ngo Quang Hung, un altro ricercatore.

Hung sostiene che il rispetto e una maggiore consapevolezza sulla conservazione dei mestieri tradizionali aiuterebbero automaticamente gli abitanti a impegnarsi a preservarli trasferendoli alle generazioni più giovani.

Cristina Di Leva