Mongolia, i leopardi delle nevi potranno… bere

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Nudan e Samira al Parco Natura Viva
Il Parco Natura Viva ospita Nudan e Samira, giovane coppia affiatata di leopardi delle nevi, ambasciatori dei loro conspecifici in natura. Oltre agli eventi di sensibilizzazione che si svolgono in Italia, il Parco sostiene la Snow Leopard Trust da molti anni.
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Revocata anche l’ultima licenza estrattiva: pastori e leopardi delle nevi potranno accedere all’unica fonte d’acqua della Tost Nature Reserve. «Nei 9mila chilometri quadrati ora integralmente protetti vivono tra i 12 e i 15 leopardi adulti, che ogni anno mettono al mondo dei piccoli»

Per decreto del Governo, anche l’ultima fonte d’acqua è libera e i leopardi delle nevi potranno condividerne l’accesso con le 280 famiglie di pastori mongoli che abitano questo angolo remoto del deserto del Gobi.

Sulle cartine occidentali l’oasi di Khuvd Khurshuut è introvabile ma fino a poche settimane fa la legge la concedeva in uso esclusivo all’ultima licenza estrattiva dei Monti Tost, un habitat a lungo conteso tra imprese minerarie, pastorizia e fauna selvatica.

«Oggi invece – annuncia Cesare Avesani Zaborra, direttore scientifico del Parco Natura Viva di Bussolengo – il bando totale di ogni attività incompatibile con questo ecosistema è realtà e la Tost Nature Reserve ha annesso altri 150 chilometri quadrati, raggiungendo un’estensione totale di 8.965: si tratta dell’unica area protetta della Mongolia specificamente in forza della presenza del leopardo delle nevi». Già proclamata nel 2016, venne istituita revocando tutte le licenze estrattive tranne una: quella che gestiva la preziosa oasi.

A condurre una battaglia fondamentale per una specie a rischio di estinzione che in Mongolia sopravvive con una popolazione tra i 500 e i 1.000 esemplari (seconda alla Cina, tra i 2.000 e i 2.500) non solo è stato lo Snow Leopard Trust di cui il Parco Natura Viva è partner, ma anche e soprattutto la popolazione locale.

«I pastori nomadi che conducono il proprio bestiame sull’altopiano asiatico – prosegue Avesani Zaborra – hanno capito perfettamente che lasciare accessibili le risorse naturali avrebbe garantito la sopravvivenza delle proprie attività, dei leopardi delle nevi e delle loro prede nell’unico equilibrio possibile per non consegnare alla distruzione la propria terra e la sua biodiversità: quello della convivenza».

Gli sforzi della popolazione locale sono stati coordinati da Surenkhuu Luvsan, una donna pastore che da 18 anni si fa carico del grido di aiuto che arriva dalla fauna selvatica del deserto del Gobi.
«Nei 9mila chilometri quadrati ora integralmente protetti – conclude Avesani Zaborra – vivono tra i 12 e i 15 leopardi adulti, che ogni anno mettono al mondo dei piccoli. È un ottimo numero per una specie solitaria, che ha bisogno di un grande territorio individuale e che soffre di un declino continuo. Ma ora, nessuno avrà più problemi di accesso all’acqua».

 

(Fonte Parco Natura Viva)