L’Italia affonda nell’ipocrisia

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Una sola cosa bisogna fare: decarbonizzare. Greenpeace al governo: «basta parole ipocrite e provvedimenti di facciata, servono azioni urgenti contro l’emergenza climatica in corso»

Quello che ci sta tenendo col fiato sospeso, da nord a sud, non è maltempo è la crisi climatica prevista da anni e sistematicamente derisa e ignorata che ora si sta rivelando in tutta la sua violenza e pericolosità.

James Hansen, direttore dell’Istituto statunitense Goddard, nel 1988 lanciò il primo allarme, nei primi mesi del 1993, gli scienziati dell’istituto Goddard tornarono sull’argomento e in quegli anni Gregg Bluth, dell’Universities space research association del Maryland, sulla base di osservazioni da satelliti additò come massimo responsabile dell’effetto serra, le attività dell’uomo.

Da allora in poi si sono succeduti summit mondiali e protocolli di intesa sempre più ridicoli a mano a mano che le forze economiche e le lobby, che guardano solo all’interesse economico, non sono riusciti a bloccare e annullare ogni iniziativa. Anche i modelli climatici, visti come un futuro lontanissimo, indicavano in Venezia il maggiore tallone d’Achille per l’Italia.

L’ultima parola d’ordine era stata, a Parigi, la decarbonizzazione, ma loro sono riusciti a far credere che il gas era una via di mezzo. Falso. Hanno spinto su vie pseudo verdi come i biocarburanti e altri marchingegni dell’ingegneria a far passare progetti inquinanti come già precedentemente erano riusciti a far passare soluzioni fantascientifici come il Mose che sappiamo bene a chi è servito. Ed ora, quelle stesse forze stanno cercando di drenare altro denaro per quelle stesse cose che non funzionano.

Si continua ad eludere l’unica cosa da fare: decarbonizzare.

Per questo Greenpeace chiede al governo italiano di fornire immediatamente supporto alle persone colpite da questi eventi estremi e di lavorare efficacemente sulle cause dei cambiamenti climatici, partendo da un rapido cambiamento dei piani energetici nazionali. In particolare, il Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec) che il governo sta portando avanti (e che verrà approvato entro la fine dell’anno) prevede un massiccio utilizzo del gas per i decenni a venire. Così facendo si aggraverebbe la crisi climatica, perché il gas è parte del problema e non della soluzione, come cercano di far credere governo e grandi aziende del settore.

Per questo l’intervento deve essere globale e non puntiforme, perché non si illuda neanche il Sud, convinto com’è di avere sempre il sole dalla sua parte, perché comunque: pioggia o siccità sono due facce della stessa medaglia.

«Se politici e grandi aziende continueranno solo a rilasciare dichiarazioni, senza mettere in campo azioni concrete, saranno ritenuti responsabili dell’intensificarsi, in frequenza e violenza, degli eventi come quelli che stiamo registrando in queste ore. L’emergenza climatica che stiamo affrontando ha bisogno di vero coraggio, non di parole ipocrite e provvedimenti di facciata», dice Luca Iacoboni, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia.

 

R. V. G.