Nel golfo dei Poeti un laboratorio sommerso

1988
cnr enea liguria
Una delle imbarcazioni della Cooperativa miticoltori associati con in primo piano parte della strumentazione del nuovo osservatorio sottomarino. Ph. S. Merlino
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In Liguria, laboratorio sottomarino per monitorare il mare ed anche l’assorbimento di sostanze inquinanti in ambiente marino. Inoltre sarà possibile testare nuove tecnologie

Un laboratorio hi-tech a dieci metri sotto il livello del mare del Golfo dei Poeti (La Spezia), dotato di telecamera digitale, sensori per il monitoraggio dei parametri ambientali (temperatura, salinità e velocità delle correnti) e speciali gabbie per lo studio della degradazione delle plastiche e l’assorbimento di sostanze inquinanti in ambiente marino. È l’identikit dell’innovativo osservatorio sottomarino installato dal Distretto ligure delle tecnologie marine (Dltm), in collaborazione con l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea), il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), l’Istituto idrografico della Marina Militare, il Comune di Lerici e la Cooperativa mitilicoltori associati, nell’ambito del progetto LabMare finanziato dalla Regione Liguria.

Oltre al monitoraggio ambientale, finalizzato anche allo studio degli effetti del cambiamento climatico, l’infrastruttura potrà essere utilizzata da parte di enti di ricerca e imprese come un vero e proprio laboratorio di sperimentazione per testare tecnologie all’avanguardia e sensori subacquei innovativi. Il collegamento cablato dell’infrastruttura permetterà inoltre la fruizione in tempo reale delle immagini e dei dati geofisici e oceanografici acquisiti.

Realizzato grazie alla condivisione di risorse umane, infrastrutture e attrezzature di tutti gli enti di ricerca coinvolti, il laboratorio è posizionato nella baia di Santa Teresa davanti all’omonimo Centro Enea e fa parte dello stesso progetto scientifico dell’osservatorio sottomarino profondo installato lo scorso anno a circa 600 metri di profondità al largo dell’Area marina protetta delle Cinque Terre.

 

(Fonte Ingv)