Perseverance, in partenza per Marte

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ExomarsRover Esa
ExomarsRover, il rover dell'Esa
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Il rover della Nasa partirà in estate mentre l’Europa ha rimandato la sua ExoMars fra due anni. Il rover Usa avrà lo scopo primario di cercare (e confermare) vita biologica

Mentre la maledizione del Coronavirus fa rinviare anche la missione europea ExoMars, destinata a portare sul Pianeta Rosso un rover con lo scopo primario di cercare (e confermare) vita biologica, la Nasa conferma la sua missione prevista anch’essa per l’estate 2020, e ora ha anche assegnato il nome al suo rover, che dovrà andare a fare compagnia, su Marte (anche se in luoghi differenti) a Curiosity.

Il rover statunitense si chiamerà Perseverance, e la partenza è in programma per il prossimo luglio da Cape Canaveral con un razzo Atlas V. Il nome è stato scelto dopo un concorso indetto dall’agenzia spaziale che ha coinvolto le scuole statunitensi. Perseverance giunge da un’idea di Alexander Mather, studente in una scuola secondaria di Burke, in Virginia, ed è stato annunciato, lo scorso marzo, da Thomas Zurbuchen, amministratore associato Nasa del direttorato sulle missioni scientifiche.

È una tradizione ormai, della Nasa, di dedicare i nomi dei propri rover marziani con un concorso per le scuole, così come fa anche l’Esa europea che invece ha chiamato Rosalinda Franklin il suo rover per la missione ExoMars 2020, che da oggi diventa ExoMars 2022.

Il nome è stato selezionato tra 28.000 nomi, e 155 «finalisti». Nonostante la sua giovane età, e pur non avendo vissuto le imprese Apollo, Mather si è appassionato all’astronautica dopo avere ammirato il Saturn V in mostra al centro di Huntsville in Alabama, dove sorge anche il celebre «Space Camp» che coinvolge ogni anno centinaia di studenti e pubblico.

Perseverance è un rover pesante una tonnellata, il cui atterraggio è in programma per il 18 febbraio 2021 nell’area del cratere Jazero. È sviluppato dal centro Jpl di Pasadena, e a differenza di Curiosity avrà anche il compito di cercare tracce di vita biologica sul Pianeta Rosso, oltre a studiare in dettaglio clima e geologia marziana, oltre a raccogliere campioni in regioni marziane in cui verranno prelevati rocce e terreno che verranno riportati a terra con la missione «Mars Sample Return», in programma per il 2024.

È invece ufficiale da oggi, 12 marzo, il rinvio di due anni della missione europea, dell’Esa realizzata in cooperazione con l’agenzia russa Roscosmos, da luglio 2020 a settembre 2022. Una missione tra le più complesse ed ambiziose finora realizzate dall’Esa, che ha la bandiera italiana in prima fila, poiché la Thales Alenia Space è primo contraente industriale dell’intero programma, e l’Agenzia spaziale italiana coordina tutta la partecipazione industriale e scientifica dell’Italia alla missione.

Il ritardo è di due anni, poiché come già capitato in passato, la «finestra» di tempo per lanciare verso Marte un veicolo spaziale è molto stretta. Se non si riesce in 20-30 giorni, tutto va rimandato di due anni per poter di nuovo sfruttare le modalità migliori (e i tempi più brevi, soprattutto), delle relative posizioni tra Terra e Marte.

Erano necessari molti nuovi test per fornire sicurezza alla sonda europea, con lo spostamento continuo di tecnici e ricercatori in vari paesi europei e in Russia.

L’emergenza sanitaria attuale lo impedisce. Nel 2016 una missione della Nasa fu rinviata di due anni, per ragioni tecniche. Quattro anni fa, furono invece italiani ed europei a partire puntuali con ExoMars 2016, quella che ha portato in orbita marziana con successo il satellite Tgo per studi dettagliati sui gas presenti nell’atmosfera marziana, e il modulo di atterraggio Schiaparelli che invece si infranse sul suolo marziano.

Proprio l’esperienza negativa di quel tentativo, hanno portato i tecnici europei ad avviare una lunga serie di test e accorgimenti (soprattutto sul paracadute di atterraggio della sonda) per far sì che invece la prossima missione sia un successo totale.

 

Antonio Lo Campo