100 specie salvate dai parchi zoologici

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gipeto
Mamma e papà della piccola gipetina che tornerà in natura tra qualche settimana
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Nella Giornata internazionale della Biodiversità, i parchi zoologici che fanno della conservazione delle specie a rischio estinzione un caposaldo imprescindibile della propria attività, marcano il ruolo che si sono guadagnati nella salvaguardia di animali ed ecosistemi

Con 25 progetti di conservazione in 7 regioni del Mondo (dei quali 6 di reintroduzione di specie estinte o a rischio estinzione in Europa) da cinquantuno anni il Parco natura viva di Bussolengo è protagonista italiano di attività di ricerca scientifica che coinvolgono ad oggi 9 Università di questo Paese e che hanno prodotto nei soli ultimi 5 anni, 46 pubblicazioni scientifiche. Ulisse, Athena, Julo, Stelvio50, Acale, Kronos, Blu e Red: sono solo alcuni tra bisonti, grifoni, gipeti e ibis eremita ai quali il Parco natura viva ha dato i natali e che ora, volano o calpestano il Vecchio Continente nei propri habitat di origine. Li seguirà tra qualche settimana la giovane gipeta nata durante il confinamento.

Ma l’Italia non è e non potrebbe essere sola in questa missione, colleghi di prestigio ve ne sono in tutta Europa: basti pensare che nel solo anno 2018, mettendo insieme solo 60 delle oltre 400 strutture aderenti all’Associazione europea degli Zoo e degli Acquari, si sono investiti oltre 20 milioni di euro di supporto finanziario a progetti di salvaguardia nei cinque Continenti, di cui il 33,2% in Asia, il 31% in Africa e il 16,7% in Europa.
«Secondo uno studio ancora in corso di pubblicazione da parte del Leibniz Institute di Berlino – spiega Cesare Avesani Zaborra, direttore scientifico del Parco Natura Viva – sono circa 100 le specie salvate dall’estinzione da parte dei parchi zoologici. Sembrano un numero modesto rispetto ai circa 10 milioni di specie presenti secondo alcuni in natura ma va valutato ad esempio, come nel nostro caso, che il bisonte europeo è una specie bandiera di un intero ecosistema e il suo salvataggio, coinvolge a caduta un numero considerevole di altre specie. Quello che è certo è che esiste questa possibilità, l’abbiamo sperimentata, ed è prevista dall’articolo 9 della Conferenza di Rio de Jainero del 1992 quando per la prima volta, si riunirono i capi di Stato del Mondo per fare il punto sull’ambiente, in quello che passò alla storia come il Summit della Terra».
In tempo di pandemie dunque, zoonosi e desertificazione degli habitat, nel mezzo della sesta estinzione di massa delle specie animali, senza le arche della biodiversità avremmo già perso un immenso patrimonio genetico che invece ora, in alcuni casi, sta tornando al proprio posto.

 

(Fonte Parco Natura Viva di Bussolengo)