Sono 952 le nuove specie aliene

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Il pesce siluro
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…e 87 quelle definite «critiche»

Fermare l’invasione per proteggere la biodiversità tocca anche a noi. Le specie aliene sono quelle specie trasportate dall’uomo in modo volontario o accidentale al di fuori della loro area d’origine. Convegno finale del progetto dedicato all’informazione e alla prevenzione delle specie aliene invasive in svolgimento online e voluto per presentare tutti i risultati ottenuti durante i quattro anni di progetto

Sono 952 le nuove specie aliene esaminate dagli esperti riuniti dal progetto europeo Life Alien species awareness program (Asap), esperti impegnati a valutare le possibilità di ingresso nel nostro Paese e i potenziali danni per il patrimonio naturale, per la salute dei cittadini e per la nostra economia. 87 quelle definite «critiche» perché a massimo impatto e tra queste presenti piante e animali in grado di invadere tutti gli ecosistemi terrestri (74 specie), marini (9) e le acque interne (4). Un rischio enorme poiché queste nuove minacce andrebbero ad aggiungersi alle oltre 3.000 specie aliene già presenti.

È questo l’allarme lanciato dagli esperti in occasione del convegno finale del progetto dedicato all’informazione e alla prevenzione delle specie aliene invasive, convegno in svolgimento online e voluto per presentare tutti i risultati ottenuti durante i quattro anni di progetto.

Ma andiamo con ordine…

Cosa sono le specie aliene invasive?

Le specie aliene sono quelle specie trasportate dall’uomo in modo volontario o accidentale al di fuori della loro area d’origine. Tra le piante per esempio, la robinia o acacia (Robinia pseudoacacia), uno degli alberi più comuni nelle nostre città e campagne, è una specie aliena che originaria degli Stati Uniti sud-orientali, fu introdotta nel 1601 in Francia come albero ornamentale dai giardinieri del re Luigi XIII ed è stata poi usata in tutta Europa sia nei giardini sia per il consolidamento dei terreni. Tra gli animali, anche il comunissimo pesce siluro, oggi presente in tutti i nostri fiumi, è una specie aliena originaria dell’Europa Orientale e dell’Asia Occidentale e introdotta in Italia dall’inizio degli Anni Cinquanta per la pesca sportiva.

Ora, alcune tra le specie aliene che si insediano con successo nell’area in cui vengono introdotte, si diffondono in maniera rapida causando gravi danni alle specie e agli ecosistemi originari di quel luogo, spesso accompagnati da ricadute economiche e problemi sanitari. Queste specie sono definite specie aliene invasive o Invasive alien species (Ias).

Per rispondere a questa grave e crescente minaccia è stato adottato il Regolamento europeo n. 1143/2014 «recante disposizioni volte a prevenire e gestire l’introduzione e la diffusione delle specie esotiche invasive». Ed è da queste premesse che è nato Life Asap,  un progetto co-finanziato dall’Unione europea che ha come obiettivo quello di ridurre il tasso di introduzione delle Ias sul territorio italiano e mitigarne gli impatti mirando, in particolare, ad aumentare la consapevolezza e la partecipazione attiva dei cittadini promuovendo la corretta ed efficace gestione delle specie da parte degli Enti pubblici preposti grazie alla piena attuazione del Regolamento in materia.

Perché le specie aliene invasive sono una delle principali cause di perdita di biodiversità e causano gravi impatti sociali, sanitari ed economici, stimati in oltre 12 miliardi di euro ogni anno nella sola Unione europea. Un fenomeno potenzialmente in crescita con il numero di specie aliene che è cresciuto negli ultimi 30 anni del 76% in Europa, del 95% nel nostro Paese. In Europa, complici anche i cambiamenti climatici in atto, le specie aliene invasive sono, insieme al consumo di suolo, la principale minaccia alla biodiversità.

Le modalità di ingresso, volontarie o involontarie, sono numerose e molte attività economiche come la navigazione, l’acquacoltura, l’agricoltura, le attività forestali, il commercio di piante ornamentali e di animali da compagnia, possono favorire l’arrivo per lo più accidentale di nuove specie aliene.

Spesso animali e piante invasive vengono introdotte anche da singoli cittadini, in modo intenzionale, come nel caso dei rilasci di animali da compagnia o per attività di pesca sportiva e venatoria, o in modo inconsapevole, dai viaggiatori attraverso abiti, attrezzature, bagagli o souvenir contaminati.

Tra le 87 specie più insidiose indicate dagli esperti, ritroviamo la Crassula helmsii, pianta acquatica originaria dell’Oceania, di grande interesse per i settori florovivaistico e acquariologico; il Callosciurus prevostii, o Scoiattolo di Prevost, scoiattolo arboricolo originario del sudest asiatico, molto apprezzato e venduto come animale da compagnia; la Solenopsis invicta, o Formica del fuoco, una specie originaria del Brasile, introdotta come contaminante del suolo e dei prodotti vegetali.

A mettere a rischio il Mediterraneo sarebbe poi il possibile arrivo dell’Austrominius modestus, un piccolo crostaceo balanide marino originario dell’Oceania, introdotto in molte parti del mondo in quanto in grado di incrostare le chiglie delle imbarcazioni e particolarmente pericoloso per l’ambiente marino perché in grado di competere con successo con varie specie di invertebrati importanti per questo habitat.

Tutti possono fare la propria parte per fermare le specie aliene invasive e proteggere la biodiversità e questo diventando ambasciatori, partecipando alle attività di progetto, diventando un alien ranger, leggendo le guide tecniche con consigli e buone pratiche riguardanti vari settori produttivi.

Elsa Sciancalepore