Rivoli, altro capannone colmo di rifiuti

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    Noe Rivoli
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    Sequestrato dai carabinieri del Noe di Torino, all’interno 700 tonnellate di rifiuti plastici e tessili. Nei mesi scorsi erano già stati sequestrati diversi capannoni nell’hinterland torinese

    Proseguono incessantemente le attività volte a prevenire il fenomeno degli incendi di rifiuti attraverso la ricerca ed il sequestro di capannoni adibiti a discarica abusiva nel territorio, esercitate tramite lo sforzo congiunto dei Carabinieri del Noe di Torino e le varie componenti dell’Arma territoriale.

    A seguito delle attività investigative svolte sul territorio dai Noe del Comando Carabinieri per la Tutela Ambientale per individuare flussi illeciti di rifiuti, che nei mesi passati avevano già portato al sequestro di diversi capannoni nell’hinterland torinese, nei giorni scorsi, a Cascine Vica di Rivoli (TO) è stata sequestrata un’altra struttura illecitamente adibita a discarica.

    L’area, sottoposta a sequestro, consisteva in un capannone ben nascosto di circa 750 metri quadrati, sede di una ditta di import-export di legnami, priva di qualsiasi autorizzazione alla gestione dei rifiuti. Infatti, al loro ingresso, i Carabinieri del Noe di Torino e i militari della Compagnia CC di Rivoli hanno trovato una notevole quantità di rifiuti accatastati in modo eterogeneo senza alcun rispetto per le norme antincendio.

    Sono così state rinvenute, su un lato del capannone, decine di ecoballe di rifiuti plastici frammisti a rifiuti tessili impilati fino al soffitto, sul lato opposto circa 180 big bags contenenti granulato plastico derivante dalla triturazione di guaine plastiche. Proprio quest’ultimo materiale, trattato alla stregua di un rifiuto, ma propriamente una materia prima seconda derivante dal trattamento dei cavi metallici, è molto significativo delle estreme difficoltà in cui versa il mercato della plastica derivante dal trattamento dei rifiuti. Infatti il granulato plastico è già un prodotto finale delle operazioni di recupero dei rifiuti e dovrebbe essere reimmesso nel mercato della produzione di plastica, ma i costi affrontati per il trattamento, rendono tale materiale più oneroso delle materie prime vergini assai più convenienti nel circuito produttivo.

    I militari del Noe di Torino, in accordo con la Procura del Capoluogo piemontese, hanno quindi proceduto al sequestro dell’intera area e delle circa 700 tonnellate di rifiuti presenti, oltre a documentazione cartacea falsamente creata allo scopo di esercitare il traffico dei rifiuti. Sono in corso attività di indagine dirette a stabilire la provenienza delle diverse tipologie dei rifiuti ed individuare i vari attori dell’attività illecita.

     

    (Fonte Comando Generale Carabinieri)