Un nuovo studio internazionale che ha visto la partecipazione del Dipartimento di Scienze della Terra della Sapienza Università di Roma, ha documentato per la prima volta la coesistenza di uomini e bertucce nel sito archeo-paleontologico di Notarchirico. I risultati del lavoro, pubblicati su «Journal of Human Evolution», forniscono ulteriori dati sulla paleoecologia del primate, oggi diffuso in Nord Africa e reintrodotto a Gibilterra, e che nel Pleistocene occupava gran parte del territorio europeo
Il sito di Notarchirico, nei pressi di Venosa (Basilicata), è noto agli esperti fin dagli 50 del Novecento, grazie ai numerosi ritrovamenti archeologici e paleontologici frutto di ricerche condotte da diversi gruppi di studio.
Dal 2016 le campagne di scavi sono condotte da un team di ricerca internazionale guidato da Marie-Hélène Moncel del Département Homme et Environnement del Museo nazionale di Storia Naturale di Parigi con la collaborazione di studiosi del dipartimento di Scienze della Terra della Sapienza e dell’Università di Bologna.
Le ricerche più recenti hanno permesso di approfondire le conoscenze sui manufatti litici acheuleani e sui fossili di vertebrati presenti all’interno di una lunga sequenza stratigrafica, datati tra 695 e 670mila anni fa, dimostrando come in questo territorio, caratterizzato da clima caldo, spazi aperti e specchi d’acqua, fossero diffusi grandi mammiferi come elefanti, ippopotami, bisonti e cervidi.
Oggi un nuovo studio si inserisce in questo filone di ricerca, documentando per la prima volta la coesistenza tra gli esseri umani e Macaca sylvanus, comunemente conosciuti come bertuccia. Il lavoro, frutto della collaborazione fra studiosi internazionali, fra i quali Raffaele Sardella, Beniamino Mecozzi e Alessio Iannucci del Dipartimento di Scienze della Terra della Sapienza, è stato pubblicato sulla rivista «Journal of Human Evolution».
«La presenza della bertuccia, documentata per la prima volta a Notarchirico — spiega Raffaele Sardella — aggiunge importanti informazioni paleoambientali e paleoecologiche. Questo primate, oggi diffuso in Nord Africa e reintrodotta a Gibilterra, nel Pleistocene occupava gran parte del territorio europeo».
«La coesistenza tra la bertuccia e gli esseri umani — aggiunge Beniamino Mecozzi — è documentata in pochissime località europee e pone interessanti interrogativi sulle interazioni tra Homo e Macaca quasi 700mila anni fa».
Riferimenti
Macaca ulna from new excavations at the Notarchirico Acheulean site (Middle Pleistocene, Venosa, southern Italy) – Mecozzi B., Iannucci A., Sardella R., Curci A., Daujeard C., Moncel M.-H. – Journal of Human Evolution (2021). doi.org/10.1016/j.jhevol.2020.102946
(Fonte Dipartimento di Scienze della Terra, Sapienza Università di Roma)