Xylella, per favore non applaudite allo zuccherino della Regione

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olio oliva ulivo
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Non si tratta di inquinare un po’ di meno, si deve scegliere se dobbiamo ancora affidarci a chi ci ha danneggiato con procedure che non sono state risolutive o cambiare. Siamo all’interno di un sistema che non risponde più alle esigenze attuali e, anzi, aggrava la situazione. Non si tratta quindi di cavarsela e di sopravvivere. Si tratta di scegliere definitivamente la vita

Atrazina, Pfas, decarbonizzazione, clima… non hanno insegnato niente, sta bene una dolce morte, tipo rana bollita. E meno male che di tanto in tanto se ne accorge anche la magistratura.

Sembra questa la stessa direzione presa per gli interventi proposti nel piano della Regione Puglia per combattere la Xylella. Dopo che altri hanno alzato la voce e gridato all’ecocidio, ecco che c’è chi batte le mani alla Regione che ha dato lo zuccherino: insieme ai veleni che uccideranno insetti e avveleneranno le piante si potranno usare anche i prodotti biologici.

Salvare il campetto bio e le oasi sta bene. Anche nel deserto ci sono le oasi…

All’indomani della divulgazione degli orientamenti regionali abbiamo cercato di dare un contributo di approfondimento, oltre la divulgazione fatta fino ad oggi, su che cosa si sta muovendo nel mondo della ricerca. Le associazioni di categoria furono convocate in una riunione con l’assessore all’Ambiente, Anna Grazia Maraschio, che dopo ha dichiarato: «Abbiamo così contemperato l’esigenza degli agricoltori e, in particolare, del settore dell’agricoltura biologica con la tutela della salute. Il piano di contrasto alla Xylella non prevederà l’obbligo dell’utilizzo di pesticidi che rischiano di danneggiare interi ecosistemi, specie ed habitat bio autorizzate, bensì prevederà anche la possibilità di utilizzare biopesticidi».

«Anche», certo ora resta da insegnare al vento di soffiare solo in una certa direzione e si dovrebbe provvedere ad una cartellonistica leggibile anche da parte degli insetti…

È del tutto evidente che non è questa la strada da prendere, non si tratta di stabilire col bilancino quanto e dove inquinare, questo è un sistema che ha ampiamente fallito e assomiglia al ricatto occupazionale che si faceva da un altro punto di vista. Quali vantaggi ci sono stati a Taranto, nel Veneto (caso Pfas), nella stessa Puglia dove già da sette anni era consentito l’uso di prodotti non dannosi per l’agricoltura biologica?

Nessuno. Il punto è che va chiesto un cambio di passo vero. Vanno fermate le logiche distruttive e la Puglia deve mediare le posizioni nazionali ed europee. Esistono sistemi di intervento e ricerche che hanno dimostrato ampiamente la loro positività. Esistono prodotti assolutamente non dannosi. Insomma si deve scegliere se dobbiamo ancora affidarci a chi ci ha danneggiato con procedure che non sono state risolutive o cambiare.

Siamo all’interno di un sistema che non risponde più alle esigenze attuali e, anzi, aggrava la situazione.

Non si tratta quindi di cavarsela e di sopravvivere. Si tratta di scegliere definitivamente la vita.

 

I. L.