Frane, ma dove vai se la cartina non ce l’hai…

1996
frane pericolo
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Carg, un progetto geologico mai decollato

Giovanna Amedei spinge per una celere ripresa degli studi geologici

Prevede per il territorio pugliese 54 fogli cartografici in scala 1:50.000 (molti dei quali rappresentano aree delle regioni confinanti). Dopo quasi quarant’anni, per l’intera Regione sono stati pubblicati (sul web e/o stampati su supporto cartaceo) solo 14 fogli rispetto ai 54 previsti. Attualmente è in corso di realizzazione un unico foglio. La situazione in Italia

Per affrontare il cambiamento climatico serve partire attrezzati e conoscere il territorio. Alla fine degli anni 80 in Italia è stato lanciato il progetto Carg di cartografia geologica a scala 1:50.000 che prevede la raccolta di dati fondamentali per la prevenzione, la riduzione e la mitigazione del rischio idrogeologico e dei dissesti. Dopo quasi quarant’anni il Piemonte ha realizzato solo il 19,7% delle carte. Male anche la Sardegna, al centro delle notizie in questi giorni, con solo il 36,3%… questo quanto dichiara in una nota Igor Boni, presidente di Radicali italiani che ha verificato i numeri sul sito dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra).

Questi i dati completi delle Regioni comunicati dai Radicali italiani

REGIONE

N. Carte realizzate o in fase di realizzazione

N. Carte da realizzare complessivamente

Percentuale realizzata

Piemonte

13

66

19,7

Puglia

15

54

27,8

Veneto

17

54

31,5

Sardegna

21

58

36,2

Calabria

16

42

38,1

Friuli Venezia Giulia

10

25

40,0

Lombardia

29

65

44,6

Molise

8

17

47,1

Sicilia

32

63

50,8

Abruzzo

16

30

53,3

Valle d’Aosta

6

11

54,5

Basilicata

16

29

55,2

Trentino Alto Adige

22

39

56,4

Umbria

16

26

61,5

Lazio

31

49

63,3

Toscana

40

63

63,5

Liguria

17

23

73,9

Campania

34

40

85,0

Marche

24

28

85,7

Emilia Romagna

51

58

87,9

 

Ma cos’è il progetto Carg?

Il Progetto Carg prevede la realizzazione e informatizzazione dei 636 fogli geologici e geotematici alla scala 1:50.000 che compongono il puzzle della copertura al 50.000 dell’intero territorio nazionale. Un primo stanziamento di 81 milioni di euro da parte dello Stato e circa 30 milioni dalle Regioni ha aperto le fasi di rilevamento e pubblicazione fino al 2004. La seconda fase con l’approvazione delle leggi di Bilancio 2019 e 2020 ha previsto lo stanziamento di 25 milioni di euro per il triennio 2020-2022. Con tali stanziamenti si arriverà a coprire solo la metà del territorio. Il progetto Carg, con le proprie banche dati e le cartografie fornisce il nostro Paese di dati essenziali e irrinunciabili tanto più in questi anni che cominciamo ad affrontare il cambiamento climatico. Eppure dopo quasi 40 anni siamo a metà dell’opera. La maglia nera la vince per distacco il Piemonte, seguito dalla Puglia (27,8%) e dal Veneto (31,5%). Tra le Regioni più virtuose l’Emilia Romagna (87,9%), le Marche (85,7%) e la Campania (85,0%).

Noi di «Villaggio Globale» abbiamo voluto affrontare l’argomento con Giovanna Amedei, neo presidentessa dell’Ordine dei geologi della Puglia.

Cosa sente di dire in merito al progetto Carg e che tipo di influenza ha lo stesso sul territorio regionale?

Il territorio pugliese è afflitto da un problema importante, il dissesto idrogeologico. Di seguito alcuni dati…

Ottobre 2013, Provincia di Taranto, area di Ginosa, precipitazioni intense e persistenti hanno causato l’esondazione dei corsi d’acqua e estesi allagamenti. La gravina di Ginosa è diventata un fiume di fango e detriti. A parte gli ingenti danni, sono state registrate quattro vittime.

Settembre 2014, Provincia di Foggia, Gargano, 600 millimetri di acqua in poche ore (a fronte di 800 millimetri annuali) provocano diffusi fenomeni di dissesto idrogeologico nei comuni di Rodi Garganico, Peschici, Vieste, Carpino, Vico del Gargano, San Marco in Lamis e San Giovanni Rotondo causando la perdita di 2 vite umane e diverse centinaia di sfollati. Ingentissimi anche i danni materiali, specialmente al settore agricolo e a quello ricettivo, con villaggi turistici e campeggi completamente distrutti dalle piene dei corsi d’acqua che, in alcuni tratti della costa, hanno cancellato anche gli arenili e la spiaggia oltre che numerose interruzioni della viabilità.

Ottobre 2015, Provincia di Foggia, eventi meteo–idrologici di forte intensità interessano il SubAppennino e il Tavoliere con l’esondazione dei Torrenti Cervaro e Candelaro oltre che numerosi smottanti e frane nei comuni di Troia, Deliceto, Celle San Vito, Panni e Sant’Agata di Puglia ed interruzione della linea ferroviaria Foggia–Benevento, Foggia–Caserta, Foggia-Potenza.

Ottobre 2018, Provincia di Lecce, un’ondata di maltempo ha colpito il Salento, causando l’esondazione del torrente Asso e estesi allagamenti che hanno interessato i comuni di Galatina, Sogliano Cavour, Cutrofiano, Alezio, Sannicola, Racale, Taviano, Matino e Ugento.

Settembre 2020, Città Metropolitana di Bari, un’ondata di maltempo colpisce l’area tra Altamura e Bari. In particolare, ad Altamura le strade in poco tempo sono diventate dei fiumi, l’acqua ha causato il crollo di un muro che ha distrutto due auto.

Luglio 2021, Provincia di Foggia, un nubifragio colpisce l’area tra Rignano Garganico e San Marco in Lamis provocando smottamenti e la distruzione di parte della viabilità. La strada Pedegarganica è stata sommersa e un’azienda agricola è stata spazzata via dall’acqua.

Seppur incompleti i dati risultano rappresentativi dell’attuale situazione che affligge il territorio pugliese e il quadro assume tinte più fosche se si considerano altri fenomeni come l’erosione costiera, che si manifesta con perdita di spiagge e crolli di interi segmenti di falesia, e il dissesto franoso in certe aree della Daunia.

Una situazione allarmante che lo diventa ancor di più in considerazione del fatto che, in Puglia è pressoché assente uno dei più importanti strumenti alla base di una corretta pianificazione territoriale: una cartografia geologica aggiornata.

Il progetto Carg prevede per il territorio pugliese 54 fogli cartografici in scala 1:50.000 (molti dei quali rappresentano aree delle regioni confinanti). Dopo quasi quarant’anni, per l’intera regione sono stati pubblicati (sul web e/o stampati su supporto cartaceo) solo 14 fogli rispetto ai 54 previsti. Attualmente è in corso di realizzazione un unico foglio.

Cosa significa non avere a disposizione una carta geologica aggiornata?

Una carta geologica aggiornata è forse il più importante tra gli strumenti al servizio di una corretta pianificazione in quanto è impossibile pianificare su un’area senza avere contezza della natura dell’immediato sottosuolo e la sua propensione ai cedimenti, all’erosione e al dissesto; tantomeno è pensabile di progettare un nuovo quartiere cittadino o una nuova zona industriale senza conoscere i processi geomorfologici in atto come erosione costiera, tendenza al dissesto e franamenti, erosione ed esondazione fluviale. La conoscenza di base, sistematica e aggiornata, dell’ambiente fisico (suolo sottosuolo e acque sotterranee) è fondamentale per la progettazione di interventi di prevenzione, riduzione e mitigazione del rischio idrogeologico e del rischio terremoti, nonché per il risanamento delle aree contaminate.

Che situazione ambientale vive la Puglia senza il supporto di una conoscenza cartografica adeguata?

In Puglia sono state delimitate quattro aree riconosciute di interesse nazionale che, per gravità della contaminazione (in termini di estensione e di rischio per l’uomo e l’ambiente), necessitano di interventi per la bonifica dei suoli e delle acque sotterranee; tra queste, due non sono ancora coperte da una cartografia geologica aggiornata (Manfredonia e Brindisi), mentre per l’area di Taranto gli studi sono ancora in corso.

Come presidentessa dell’Ordine dei geologi della Puglia cosa sente di dire?

Come tecnici del settore ma prima di tutto come amanti della nostra professione e del nostro territorio, il nostro è un invito alla riflessione, auspicando una celere ripresa degli studi geologici nella nostra regione al fine di acquisire e aggiornare le conoscenze di base necessarie all’attuazione di azioni di prevenzione e mitigazione il cui costo economico-sociale è certamente inferiore a quello degli interventi in regime di emergenza.

 

Elsa Sciancalepore

 

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