(Adnkronos) – Torna alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, per il tredicesimo anno consecutivo, il Green Drop Award, il premio che Green Cross, l’organizzazione fondata oltre trent’anni fa dal premio Nobel Mikhail Gorbaciov e introdotta in Italia da un altro Nobel, Rita Levi Montalcini, assegna al film, tra quelli in gara nella Selezione ufficiale del festival, che interpreta meglio i valori dell'ecologia, dello sviluppo sostenibile e della cooperazione fra i popoli. "Quest’anno il premio è dedicato ai 60 anni dalla scomparsa di Rachel Carson, la biologa le cui denunce nel libro 'Primavera silenziosa' del 1962 portarono al bando del Ddt e alla nascita dei movimenti ambientalisti – spiega Elio Pacilio, presidente di Green Cross Italia – Per questo vogliamo ringraziare la Rachel Carson Homestead che ci ha consentito di associare il nome di questa straordinaria scienziata al nostro premio". Il trofeo che viene assegnato al film vincitore, infatti, simboleggia una goccia d’acqua soffiata dal maestro vetraio di Murano Simone Cenedese e ogni anno contiene un pugno di terra proveniente da un luogo significativo del pianeta e per l’edizione 2024 ospiterà la terra della casa natale di Rachel Carson, a Springdale, nei pressi di Pittsburgh, in Pennsylvania. "Il nome di Rachel Carson non è estraneo al cinema – spiega Marco Gisotti, direttore del Green Drop Award – Nel 1953 il documentario 'Il mare intorno a noi' diretto da Irwin Allen, che fu tratto da un suo libro di successo, ottenne persino il premio Oscar. Quest’anno sono numerosi i film della Selezione ufficiale della 81esima Mostra di Venezia che potrebbero contendersi il premio e onorare un’eredità così importante". La giuria dell’edizione 2024 del Green Drop Award è composta da: Simone Gialdini (presidente di giuria), direttore generale Associazione nazionale esercenti cinema – Anec; Giulia Fantoni, presidente Federazione cinema d’essai – Fice; Carlo Giupponi, professore ordinario di Economia ambientale e applicata presso il Dipartimento di Economia dell'Università Ca' Foscari di Venezia; Patrizia Lombardi, prorettrice del Politecnico di Torino e presidente della Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile – Rus; Bepi Vigna, fumettista, scrittore e regista italiano, già vincitore di un Green Drop Award per il cortometraggio 'Nausicaa', film di apertura della 32esima Settimana Internazionale della Critica di Venezia nel 2017. Lunedì 2 settembre 2024, ore 15:30, L’eredità di Rachel Carson a Venezia per il Green Drop Award Evento in streaming dal Lido di Venezia; giovedì 5 settembre 2024, ore 16, presentazione dell’Osservatorio Spettacolo e Ambiente, Italian Pavilion, Sala Tropicana 1, Hotel Excelsior, Lido di Venezia; venerdì 6 settembre 2023, ore 11, Green Drop Award, 13esima edizione, cerimonia di premiazione Terrazza Cinematografo – Fondazione ente dello spettacolo, Hotel Excelsior, Lido di Venezia. Il comitato organizzatore del Green Drop Award è costituito da: Elio Pacilio, presidente di Green Cross Italia, Marco Gisotti, giornalista e divulgatore, Maurizio Paffetti, coordinatore Green Cross Italia, Rodolfo Coccioni, geologo e professore onorario dell’Università di Urbino, Letizia Palmisano, giornalista ambientale e saggista. Il comitato d’onore del Green Drop Award, tutto al femminile, è composto da: Claudia Cardinale, Paola Comin, Simona Izzo, Ottavia Piccolo, Stefania Sandrelli, Nevina Satta, Chiara Tonelli. Nelle passate edizioni hanno fatto parte della giuria del Green Drop Award fra gli altri: Ermanno Olmi, Ugo Gregoretti, Mimmo Calopresti, Ottavia Piccolo, Remo Girone, Ricky Tognazzi, Simona Izzo, Sebastiano Somma, Francesca Inaudi, Blasco Giurato, Silvia Scola, Paolo Conticini, Stefania Sandrelli. Claudia Cardinale, Claudia Gerini, Nancy Brilli, Tessa Gelisio, Francesca Cavallin sono state le 'madrine'. Nelle precedenti 12 edizioni, ecco i film premiati: nel 2012 il premio è stato vinto da 'La quinta stagione' di Peter Brosens e Jessica Woodworth; nel 2013 da 'Ana Arabia' di Amos Gitai; nel 2014 da 'The postman’s white nights' di Andrei Konchalovsky; nel 2015 da 'Behemoth' di Zhao Liang; nel 2016 l’ex equo è stato assegnato a 'Spira Mirabilis' di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti e a 'Voyage of Time' di Terrence Malick; nel 2017 vincitore è stato 'First reformed' di Paul Schrader con una Goccia 'speciale' al cortometraggio di animazione che ha aperto la Settimana Internazionale della Critica 'Nausicaa. L’altra odissea' di Bepi Vigna; nel 2018 il premio è andato ad 'At eternity’s gate' di Julian Schnabel; nel 2019 è stata la volta di 'J’accuse' di Roman Polanski; nel 2020 'Notturno' di Gianfranco Rosi; nel 2021 'Il buco' di Michelangelo Frammartino; nel 2022 il Gda è andato a 'White Noise' di Noah Baumbach con una premio speciale in collaborazione con Enea a 'Siccità' di Paolo Virzì. Nel 2023 il premio è andato con un ex equo a 'Il confine verde' di Agnieszka Holland e a 'Io Capitano' di Matteo Garrone. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Dalla menta alla lavanda, le piante che respingono vespe e zanzare
(Adnkronos) –
Nove piante che tengono lontani gli insetti più fastidiosi in questa stagione caratterizzata dalle alte temperature. Ad indicarle sono gli esperti dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali (Odaf) della provincia di Roma. “In queste settimane oltre a fare i conti con il caldo torrido, i romani stanno combattendo anche con la presenza di insetti fastidiosi e infestanti come le zanzare, i calabroni e le vespe – spiega Flavio Pezzoli, presidente Odaf della provincia di Roma – Per tenerli distanti dalle nostre case, terrazze e giardini non sempre si deve ricorrere alla chimica, ma si possono utilizzare alcuni tipi di piante che funzionano anche come repellenti naturali per questi insetti assolutamente indesiderati”.
“Ognuna delle piante in questione – aggiunge Pezzoli – possiede particolari caratteristiche ed esigenze di cura, ma tutte condividono la capacità di respingere naturalmente gli insetti senza dimenticare la bellezza e la varietà che possono donare agli ambienti”. Ecco le nove piante, indicate dagli esperti Odaf, che respingono naturalmente vespe e calabroni da spazi verdi e che possono essere reperite presso qualsiasi vivaio della città.
Menta – La menta è una delle piante più efficaci per tenere lontane le vespe. Cresce rigogliosamente e, oltre ad essere utile in cucina per preparare rinfrescanti infusi, emana un aroma pungente che respinge non solo le vespe, ma anche ragni, formiche e zanzare.
Citronella – La citronella è conosciuta soprattutto per la sua capacità di allontanare le zanzare, ma è altrettanto efficace contro le vespe. Ha bisogno di un clima caldo per crescere bene e non tollera il gelo, quindi è perfetta per le regioni mediterranee. Anche se l’odore può non essere gradito a tutti, è sicuramente un’arma potente contro molti insetti indesiderati.
Aurone – L’aurone, noto anche come artemisia del limone, è una pianta meno conosciuta ma molto efficace. Cresce formando cespi folti e rilascia un profumo di limone che tiene lontane diverse specie di insetti, comprese le vespe. Non è una pianta che si trova spesso nei giardini ma vale la pena considerarla per l’ottima capacità repellente.
Lavanda – La lavanda è una pianta dal profumo intenso che piace molto alle api, meno alle vespe. Anche se può richiedere qualche cura in più, il suo odore inebriante è un deterrente naturale per le vespe.
Pelargonio – I pelargoni, simili ai gerani, sono un’altra ottima scelta per respingere le vespe. Producono citronellolo, una molecola dalle proprietà repellenti che è molto efficace contro le vespe e le zanzare. Per un effetto ancora più potente, si può provare a schiacciare le foglie e a disporle in ciotole sul tavolo del giardino.
Geranio – I gerani non sono solo decorativi, ma anche utili per tenere lontane le vespe. Fioriscono da marzo a settembre, perfettamente in linea con la stagione delle vespe. Se curati correttamente, possono durare per anni, fornendo un’efficace barriera naturale contro gli insetti indesiderati.
Asperula – L’asperula è una pianta meno conosciuta, ma molto efficace nel respingere le vespe grazie al suo odore particolare. Preferisce le zone ombreggiate e può formare un bellissimo tappeto bianco ai piedi degli alberi da frutto. Si può anche usare per fare dei piccoli mazzi di fiori da posizionare in casa, per un tocco decorativo e funzionale.
Assenzio – L’assenzio è una pianta erbacea perenne con un fogliame profumato che tiene lontane le vespe e altri insetti.
Pianta di pomodoro – Le piante di pomodoro sono una scelta meno comune per un terrazzo, solitamente più adatta agli orti, ma sorprendentemente efficace. Le vespe non sopportano l’odore delle foglie di pomodoro, quindi piantare qualche piantina sul terrazzo non solo aggiungerà un tocco di originalità, ma fornirà anche pomodori freschi e deliziosi. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Il 1° agosto è l’Earth Overshoot Day 2024, umanità in «debito» col Pianeta
(Adnkronos) – Giovedì 1° agosto è l’Earth Overshoot Day, cioè il giorno in cui la domanda di risorse naturali da parte dell’umanità supera la capacità della Terra di rigenerarle nell’arco di un anno. A calcolare ogni anno l’Overshoot Day globale e dei singoli Paesi è il Global Footprint Network. L’Earth Overshoot Day che cade il 1° agosto indica che attualmente l’umanità sta utilizzando la natura 1,7 volte più velocemente di quanto gli ecosistemi del nostro pianeta possano rigenerarsi. “Tale utilizzo eccessivo compromette la sicurezza delle risorse – avverte il Global Footprint Network – Le conseguenze di una ‘spesa’ ecologica eccessiva sono evidenti nella deforestazione, nell’erosione del suolo, nella perdita di biodiversità e nell’accumulo di anidride carbonica nell’atmosfera, che porta a eventi meteorologici estremi più frequenti e a una riduzione della produzione alimentare.
Sebbene l’Earth Overshoot Day sia rimasto stabile per un decennio, si verifica subito dopo che sono trascorsi 7 mesi. Nel resto dell’anno l’umanità vive di un uso eccessivo, impoverendo ulteriormente la biosfera. Pertanto, anche se la data rimane stabile, la pressione sul pianeta continua ad aumentare, poiché i danni derivanti dal superamento si accumulano nel tempo”. Per determinare la data dell’Earth Overshoot Day, il Global Footprint Network mette a confronto, sulla base dei dati più recenti, la biocapacità annuale della Terra (aree terrestri e marittime biologicamente produttive) con l’impronta ecologica dell’umanità che misura la domanda di risorse per l’intero anno (prodotti alimentari e fibre di origine vegetale, bestiame e prodotti ittici, legname e altri prodotti forestali, spazio per le infrastrutture urbane e foreste per assorbire le emissioni di anidride carbonica provenienti dai combustibili fossili).
La data viene annunciata ogni anno il 5 giugno nella Giornata mondiale dell’Ambiente. Guardando alle singole nazioni, l’Overshoot Day di un paese è la data in cui cadrebbe l’Earth Overshoot Day se tutta l’umanità consumasse come la popolazione di quel paese. Quest’anno per l’Italia è stato il 19 maggio, con il risultato che sarebbero necessari quasi 3 pianeti, se tutti vivessero come gli italiani. In ‘testa’ nel ranking delle singole nazioni Qatar e Lussemburgo, che già a febbraio facevano toccare il fondo alle risorse del Pianeta, ed Emirati Arabi, Stati Uniti e Canada (seguiti anche da paesi europei come Danimarca e Belgio) che hanno esaurito l”offerta’ della natura già a marzo. Quanto all’Ue nel suo complesso, il limite è stato raggiunto quest’anno il 3 maggio. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Parigi 2024, Martinenghi è «Ambasciatore dell’Ambiente»
(Adnkronos) – Celebrata a Casa Italia la prima medaglia d’oro azzurra ai Giochi olimpici di Parigi. Nell’occasione, il presidente del Coni Giovanni Malagò e il sottosegretario all’Ambiente Claudio Barbaro, hanno consegnato a Nicolò Martinenghi il riconoscimento di «Ambasciatore dell’Ambiente» e donato un albero, come accaduto con i precedenti medagliati, che alla fine dei Giochi comporrà un ideale bosco diffuso olimpico. «È davvero un bel gesto a tutela dell’ambiente. Quale albero sceglierò? Devo pensarci bene prima di effettuare una scelta che ritengo importante», ha detto l’oro olimpico dei 100 rana.
Tutti i medagliati azzurri fino alla fine dell’Olimpiade riceveranno la medesima qualifica e indicheranno dove piantare il proprio albero che riporterà la data e il loro nome in ricordo dell’impresa olimpica. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
La tartaruga marina Tina torna in libertà accompagnata dal cane Paco
(Adnkronos) – Torna in libertà tra le onde del golfo di Manfredonia la tartaruga marina Sipontina detta Tina curata presso il Centro recupero tartarughe marine della città pugliese. Ad 'accompagnarla' l’equipaggio di Goletta Verde e il tartadog Paco, uno dei cani delle unità cinofile specializzate nello scovare con il fiuto i nidi di tartaruga per metterli in sicurezza.
Sipontina detta Tina, nome scelto dai bambini e dalle bambine che hanno preso parte alle attività dedicate alla biodiversità di Goletta Verde, è un esemplare di 16 anni, pescato accidentalmente alcune settimane fa da una rete a strascico a largo di Zapponeta. La segnalazione, effettuata dai pescatori, ha reso possibile il recupero dell'esemplare da parte del personale specializzato che l'hai poi portato presso il Centro recupero tartarughe marine di Legambiente. Dopo un periodo di osservazione e gli opportuni accertamenti, la tartaruga marina oggi è tornata in libertà. La liberazione, avvenuta in occasione dell’ultima attività di Goletta Verde di Legambiente in Puglia dedicata alla biodiversità marina, è stata raccontata nel video postato sui social da Goletta Verde e realizzato per Legambiente dal videomaker Elia Andreotti. Presente alla giornata anche Paco, un labrador di 5 anni che, insieme ad altre tre unità cinofile, ognuna formata da un cane e un conduttore o da una conduttrice, fa parte della squadra dei 'Tartadogs'. Si tratta di unità cinofile uniche nel loro genere, le prime nate in Italia e in Europa a livello strutturato, che fiutano e cercano i nidi non visibili delle tartarughe per poi metterli in sicurezza. Questa mattina, prima della liberazione di Sipontina detta Tina, è stata realizzata una esercitazione in spiaggia, presso la spiaggia libera Diomede, che ha avuto per protagonista Paco. In sintesi, è stata simulata una ricerca di un nido di tartaruga marina. L’attività dei Tartadogs, che fa parte del progetto europeo Life Turtlenest per la tutela dei nidi di C. Caretta, si basa su linee guida create da Legambiente e dall’Enci (Ente Nazionale Cinofilia Italiana) e verrà svolta per tutta l’estate in Puglia, Lazio, Campania e Toscana. “L'evento ha sottolineato l'importanza della collaborazione tra diverse specie per la protezione e la conservazione dell'ambiente – dichiara Stefano Raimondi, Responsabile Biodiversità di Legambiente – L'alleanza tra Paco e la tartaruga marina ha rappresentato una testimonianza tangibile di come la cooperazione tra animali e umani possa fare la differenza nella salvaguardia della biodiversità. Non dimentichiamo, inoltre, che a Manfredonia uno dei fiori all’occhiello è rappresentato anche dal centro recupero tartarughe marine di Manfredonia”. Il Centro dal 2007 ad oggi ha salvato 2128 esemplari. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Lo studio, «senza olio di palma» può costare fino a 52mln ettari di deforestazione
(Adnkronos) – L’ipotetica sostituzione dell’olio di palma con altri oli potrebbe comportare un aumento della deforestazione fino a 52 milioni di ettari a livello globale.
Inaugurato nuovo Collegamento Intermodale per il trasporto di acqua minerale
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Rapporto Ecomafia, 97,2 reati ambientali al giorno nel 2023
(Adnkronos) – Aumentano i reati ambientali nel 2023 e salgono a 35.487, registrando +15,6% rispetto al 2022, con una media di 97,2 reati al giorno, 4 ogni ora. Illeciti che si concentrano soprattutto nel Mezzogiorno e in particolare in Campania, Puglia, Sicilia e Calabria dove si concentra il 43,5% degli illeciti penali, +3,8% rispetto al 2022. Tutto il mercato illegale nella Penisola è valso nel 2023 ben 8,8 miliardi. A tracciare un quadro di sintesi è il nuovo report di Legambiente 'Ecomafia 2024. Le storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia', nel 30esimo anno dalla sua prima pubblicazione, e i cui dati sono stati presentati oggi a Roma. Nel 2023 in Italia – spiega Legambiente – aumenta anche il numero delle persone denunciate (34.481, +30,6%), così come quello degli arresti (319, +43% rispetto al 2022) e quello dei sequestri (7.152, +19%). Tra gli illeciti, nella Penisola continua a salire la pressione del ciclo illegale del cemento (13.008 reati, +6,5%), che si conferma sempre al primo posto tra i reati ambientali; ma si registra soprattutto l’impennata degli illeciti penali nel ciclo dei rifiuti, 9.309, + 66,1% che salgono al secondo posto. Al terzo posto con 6.581 reati la filiera degli illeciti contro gli animali (dal bracconaggio alla pesca illegale, dai traffici di specie protette a quelli di animali da affezione fino agli allevamenti); seguita dagli incendi dolosi, colposi e generici con 3.691 illeciti. Crescono anche i numeri dell’aggressione al patrimonio culturale (642 i furti alle opere d’arte, +58,9% rispetto al 2022) e degli illeciti nelle filiere agroalimentari (45.067 illeciti amministrativi, + 9,1% rispetto al 2022), a cominciare dal caporalato. Sono inoltre 378 i clan mafiosi censiti
A livello regionale la Campania si conferma al primo posto della classifica con più illeciti ambientali, 4.952 reati, pari al 14% del totale nazionale, seguita da Sicilia (che sale di una posizione rispetto al 2022, con 3.922 reati, +35% rispetto al 2022), Puglia (scesa al terzo posto, con 3.643 illeciti penali, +19,2%) e Calabria (2.912 reati, +31,4%). La Toscana sale dal settimo al quinto posto, seguita dal Lazio. Passa dal quindicesimo al settimo posto la Sardegna. Tra le regioni del Nord, la Lombardia è sempre prima. A livello provinciale, Napoli torna al primo posto, a quota con 1.494 reati, seguita da Avellino (in forte crescita con 1.203 reati, pari al +72,9%) e Bari. Roma scende al quarto posto, con 867 illeciti penali, seguita da Salerno, Palermo, Foggia e Cosenza. La prima provincia del Nord è quella di Venezia, con 662 reati, che si colloca al nono posto ed entra nella classifica delle prime venti province per illegalità ambientale. Continua l’applicazione della legge 68/2015 sugli ecoreati che nel 2023 ha superato la quota 600, anche se registra un lieve calo rispetto all’anno precedente quando era stata contestata 637 volte. Un calo dovuto al calo dei controlli, passati da 1.559 a 1.405. Il delitto di inquinamento ambientale resta nel 2023 quello più contestato, 111 volte, portando a ben 210 denunce e 21 arresti. Altro dato riguarda i comuni commissariati che sono attualmente 19. La pressione dell’illegalità resta alta anche sul tema abusivismo edilizio. La conferma arriva anche dai dati ribaditi nella Relazione del 2024 sugli indicatori del Bes (Benessere equo e sostenibile). Soprattutto al Sud, dove si concentra il 48,8% delle nuove costruzioni abusive. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Clima 2023, temperature minime mai così alte
(Adnkronos) – Temperature minime da record nel 2023 che si piazza al secondo posto invece per i valori medi annuali. Secondo i dati del report Snpa 'Il clima in Italia nel 2023', non sono mai state così alte in Italia le temperature minime giornaliere: +1,20 °C l’anomalia registrata nel 2023. Mentre salgono i valori di quelle più basse, lo scorso anno risulta il secondo, con un’anomalia di +1,14 °C, per temperature medie rispetto al valore climatologico del periodo 1991-2020, dopo il record di +1,23 °C del 2022. Il 2023, poi, è il decimo anno consecutivo con anomalia positiva rispetto alla media. Ottobre è stato il mese relativamente più caldo: con +3,27 °C sopra il valore climatologico ha segnato il punto più alto della propria serie mensile dal 1961. Marcate anomalie superiori a +2 °C si sono registrate anche a luglio e settembre. In estate, l’Italia è stata investita da intense onde di calore, con le temperature di 48,2 °C registrate il 24 luglio a Jerzu e Lotzorai, nella Sardegna sud-orientale, massimo assoluto mai registrato in Sardegna, inferiore di 0,6 °C al record europeo di 48,8°C registrato a Siracusa l’11 agosto 2021. Analogamente alla temperatura dell’aria, la temperatura superficiale dei mari italiani nel 2023 si colloca al secondo posto della serie storica, con un’anomalia di +0,9 °C rispetto alla media climatologica 1991-2020. Sul fronte delle precipitazioni, dopo il grave deficit del 2022 (-22%), il dato annuale in Italia nel 2023 risulta quasi nella media con un -4% rispetto al periodo 1991-2020. Con una prevalenza di anomalie negative mensili durante l’anno, persistenti da luglio a dicembre al Sud e Isole, i mesi più secchi sono stati febbraio (-56%) e settembre (-51%), mentre i mesi più piovosi maggio (+143%) e giugno (+77%). Particolarmente disastrose sono state le alluvioni che hanno colpito l’Italia centrale, ricorda Snpa con riferimento in particolari agli eventi di maggio in Emilia-Romagna e novembre in Toscana. "Le precipitazioni eccezionali in Emilia-Romagna e Toscana, come quelle particolarmente scarse in Sicilia e in parte della Calabria ionica, sono emblematiche di un’estremizzazione del clima mediterraneo", sottolinea Spna. Allo stesso tempo, siccità e i conseguenti problemi di severità idrica hanno continuato a interessare l’Italia nel corso del 2023, sebbene in maniera differenziata rispetto alla situazione critica riscontrata nel 2022. Infatti, dopo il minimo storico di risorsa idrica registrato nel 2022, cioè 67 miliardi di metri cubi, circa la metà del valore medio del trentennio climatologico 1991-2020, la disponibilità di risorsa idrica naturale è in ripresa nel nostro Paese nel 2023, stimata in 112,4 miliardi di metri cubi. L’Italia risulta comunque nel 2023 ancora in condizioni di siccità e severità idrica, avendo una disponibilità di risorsa idrica inferiore del 16% rispetto al valore medio 1991-2020. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
«Intrecci di saperi», oggi la presentazione
֎Si presenta oggi alle 21, a Peschici, in piazza Sant’Antonio, il volume «Intrecci di Saperi. Per una conoscenza integrata». Interverranno autorità e i promotori del lavoro. Un impegno che viene da lontano sin dall’inizio delle prime attività nel 2022֎
Giornata del Mediterraneo, un mare di biodiversità da proteggere
(Adnkronos) – L’8 luglio si celebra l’International Day for the Mediterranean Sea, la giornata dedicata alla tutela del Mar Mediterraneo e alla salvaguardia degli ecosistemi marini per prevenire i rischi naturali ed antropici e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla salute del Mare Nostrum ed i pericoli che lo minacciano.
Ambiente, studio: i bambini italiani soffrono di ecoansia
(Adnkronos) –
Preoccupazione, tristezza, rabbia: sono solo alcune delle emozioni più associate dai bambini all'ansia sul futuro del pianeta. Il 95% tra bambine e bambini intervistati si dichiara preoccupato per il futuro dell’ambiente e più di uno su 3 (40%) riferisce di aver fatto un brutto sogno sul cambiamento climatico o sull’ambiente in pericolo e di aver fatto fatica a dormire o mangiare a causa di questo pensiero. È quanto emerge dai risultati di un recente studio italiano, nato nel contesto del progetto educativo di Scuolattiva Onlus 'A Scuola di Acqua', realizzato da nove anni in collaborazione con il Gruppo Sanpellegrino e dedicato alla sensibilizzazione dei più giovani sui temi dell’idratazione e della sostenibilità ambientale. La ricerca condotta sotto la supervisione scientifica del Laboratorio di Psicologia della Salute del Dipartimento di Scienze del Sistema Nervoso e del Comportamento dell’Università di Pavia, e in collaborazione con Triplepact Società Benefit, ha previsto la somministrazione di una survey realizzata con metodologia Cawi (Computer Assisted Web Interview) e ha coinvolto un campione di circa 1000 bambini tra i 5 e gli 11 anni. Diverse ricerche internazionali hanno suggerito una suddivisione in tre categorie per comprendere come i cambiamenti climatici influenzino la salute mentale: impatti diretti, indiretti e vicari. Finora, gran parte della ricerca scientifica ha focalizzato l'attenzione sugli impatti diretti, quelli che si manifestano dopo eventi climatici estremi come alluvioni, terremoti o uragani. Tuttavia, sempre più persone stanno vivendo un senso di angoscia legato alla crisi climatica globale anche senza essere direttamente o indirettamente colpite. Questo emerge chiaramente anche nello studio di ScuolAttiva: l’ecoansia nei bambini non è necessariamente correlata a esperienze realmente vissute, ma piuttosto è frutto della comunicazione e informazione sui temi del climate change che influenzano la percezione del problema da parte dei più piccoli. In altre parole, solo conoscere le conseguenze dei cambiamenti climatici attraverso i media può influenzare la salute mentale. Nonostante lo stato di marcata preoccupazione, i bambini si sentono strettamente connessi all’ambiente (nel 78% dei casi) e il loro approccio al fenomeno non è passivo ma, al contrario, connotato da un forte spirito di protagonismo e di motivazione ad agire: la quasi totalità del campione si percepisce infatti direttamente responsabile della situazione (95.6%) e pensa che il proprio contributo possa fare la differenza (97.2%). Non solo, agli occhi dei bambini, la soluzione sta nella partecipazione di tutti: anche gli adulti, nei quali è riposta la fiducia del 72% dei più piccoli, devono contribuire attivamente alla salute del Pianeta. Lo studio sottolinea quindi l'importanza di promuovere l’engagement delle nuove generazioni nella tutela dell'ambiente e nel contrasto ai cambiamenti climatici attraverso iniziative formative e di sensibilizzazione. “Sanpellegrino, attraverso ‘A Scuola di Acqua: sete di futuro’ promuove da anni iniziative per stimolare nelle nuove generazioni comportamenti responsabili legati a un consumo corretto e consapevole di acqua e per educarli al riciclo e alla tutela ambientale. Lo studio realizzato dall’Università di Pavia aggiunge, quindi, un nuovo tassello a questa iniziativa mostrando la preoccupazione dei bambini per il futuro del Pianeta, insieme alla convinzione che il loro contributo possa fare la differenza. Siamo, infatti, convinti che i progetti di formazione ricoprano un ruolo fondamentale nel creare consapevolezza su questi temi perché, attraverso l’informazione e la formazione dei più piccoli, si possono gettare le basi per costruire un futuro più sostenibile”, osserva Fabiana Marchini, Head of Sustainability del Gruppo Sanpellegrino. “Assistere alle conseguenze del cambiamento climatico può generare sofferenza e preoccupazioni per il futuro, insieme a senso di impotenza e frustrazione per l’incapacità di arrestare questo fenomeno o di fare la differenza. Per questo diventa sempre più necessario investire su iniziative formative e di sensibilizzazione che favoriscano l’empowerment dei cittadini e, soprattutto delle nuove generazioni, in merito al valore dei comportamenti di ciascuno di noi nel contrasto agli effetti del cambiamento climatico. Ciò può proteggere le persone dall’esperienza di eco-ansia, che non è ovviamente una patologia ma rappresenta tuttavia un fattore di rischio per disturbi della salute mentale. È infatti un fattore di stress che può spingere gli individui a reagire all'ansia cambiando non solo il loro comportamento quotidiano, ma anche la loro prospettiva sul mondo e le aspettative per il futuro”, sottolinea la professoressa Serena Barello, direttrice del laboratorio di Psicologia della Salute del Dipartimento di Scienze del Sistema Nervoso e del Comportamento dell’Università di Pavia coordinatore scientifico dello studio. In sintesi, lo studio ha evidenziato un profondo legame emotivo dei più piccoli con il futuro del pianeta, contraddistinto da preoccupazione, tristezza e rabbia. Nonostante questo stato di marcata preoccupazione, i bambini si sentono coinvolti e responsabili, credendo fermamente che il loro contributo possa fare la differenza. La ricerca sottolinea l'importanza di coinvolgere attivamente le nuove generazioni nella tutela dell'ambiente e nel contrasto ai cambiamenti climatici. “Il progetto A Scuola di Acqua – Sete di Futuro da sempre si propone di sensibilizzare i giovani sui temi dell'ambiente e della sostenibilità, fornendo loro strumenti per affrontare le sfide legate al cambiamento climatico – sottolinea Simona Frassone, presidente di ScuolAttiva Onlus – ma come è nel nostro stile siamo sempre attenti all’emergere di nuove necessità e criticità di docenti e studenti italiani. Per questo abbiamo ritenuto imprescindibile indagare un fenomeno, l'eco-ansia, che ad oggi non è ancora così famoso ma di cui nelle aule italiane si possono già notare alcuni effetti. Abbiamo toccato con mano una profonda sensazione di disagio e paura cronici legata agli effetti del riscaldamento globale, che può influenzare la salute mentale dei bambini. Siamo molto orgogliosi di essere, insieme a Sanpellegrino, all’Università di Pavia e Triplepact, i primi in Europa a dare un contributo scientifico sul fenomeno per il target dei bambini delle scuole primarie. Da vent’anni sosteniamo l'importanza di sostenere la scuola italiana con investimenti privati in iniziative educative volte a sostenere i giovani. E questa ricerca conferma questo nostro impegno”. E gli insegnanti? La fotografia scattata su cinquecento insegnanti ricalca specularmente i dati forniti dai ragazzi, seppur con qualche nota di maggiore pessimismo. Ad esempio, il senso di efficacia nell’affrontare in prima persona le sfide ambientali risulta forte solo in una persona su 10. Inoltre, a differenza di un’ampia maggioranza di bambini che dichiara di riporre fiducia negli adulti per la gestione della sfida climatica e ambientale, solo 2 docenti su 10 si dichiarano fiduciosi nelle istituzioni in tal senso. La maggioranza crede però convintamente nel valore delle iniziative educative tese ad aumentare la sensibilità delle persone sul valore del proprio contributo individuale per combattere le sfide ambientali. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Clima, una minaccia allo stile di vita per un italiano su due
(Adnkronos) –
Più della metà degli italiani (51%) considera il cambiamento climatico una minaccia per il proprio stile di vita nel prossimo decennio, prima ancora di questioni come le pandemie (25%), l'immigrazione (20%) e l'intelligenza artificiale (13%). Sono i risultati di un’indagine commissionata da Finn Partners Research&Insights e condotta in tutti i 27 Stati membri dell'Unione Europea coinvolgendo quasi 12mila cittadini, di cui 1.603 in Italia. Le preoccupazioni sul cambiamento climatico sono così forti che due terzi degli intervistati (66%) ritiene che gli eventi meteorologici estremi avranno un ruolo nella scelta del luogo in cui vivranno nei prossimi 20 anni. Tra questi, l'aumento delle temperature (44%), la siccità (30%) e le inondazioni (12%) sono gli eventi che preoccupano maggiormente. In effetti, la maggior parte (84%) degli intervistati sono preoccupati per gli effetti degli eventi meteorologici estremi, quali forti piogge/alluvioni o temporali violenti. L'opinione dei cittadini dell'Ue sui risultati ottenuti dai governi nazionali nell'affrontare le questioni climatiche e ambientali è negativa, con meno di uno su cinque (17%, in Italia il 16%) che ritiene che abbiano ottenuto risultati per lo più buoni o molto buoni. Quasi la metà (46%) afferma che le misure adottate dal proprio governo nazionale in materia sono state per lo più scarse o molto scarse (in Italia, il 50%). L'Ue ha ottenuto risultati migliori, ma solo marginalmente: un quinto (20%, del campione totale e degli italiani) ritiene che i risultati siano stati buoni (rispetto al 42% che li cita come scarsi, in Italia il 45%). Nonostante la diffusa preoccupazione dei cittadini di tutti gli Stati membri dell'Ue per il clima, con un 79% (86% in Italia) che si preoccupa dell'impatto sulle prossime generazioni, esiste ancora una resistenza all'evidenza scientifica. Il 10% degli intervistati (l’8% in Italia) è dell'opinione che il cambiamento climatico causato dall’attività antropica non sia in atto e un altro 3,5% (2% in Italia) è dell'opinione che non ci sia un cambiamento climatico in atto. A livello europeo questo dato corrisponde a 60 milioni di persone che negano che l'uomo sia la causa principale del cambiamento climatico o che sostengono che non stia accadendo affatto. Contrariamente alle aspettative, gli anziani non sono più propensi a negare i cambiamenti climatici o ad attribuirli a processi naturali. Al contrario, gli intervistati più giovani sono leggermente più propensi a sostenere l'opinione che il cambiamento climatico non sia in atto (4% tra i 18-44enni) o che non sia causato dall'uomo (tra l'11-12% per queste fasce d'età). Secondo lo studio, poi, l’88% degli italiani concorda sul fatto che il cambiamento climatico sia un problema serio, rispetto all'82% del campione complessivo; l’83% degli italiani afferma di cercare di risparmiare 'sempre' o 'spesso' energia, rispetto al 76% del campione complessivo; il 55% degli italiani afferma di riflettere 'sempre' o 'spesso' sulle proprie abitudini di acquisto evitando brand di fast fashion o concentrando gli acquisti online per avere un’unica consegna, rispetto al 51% del campione complessivo; gli italiani credono che il cambiamento climatico avrà un impatto sulle proprie vacanze poiché d’estate farà troppo caldo (75%) e d’inverno ci sarà meno neve (47%), e sull’alimentazione poiché alcuni prodotti come l’olio diventeranno molto costosi (49%). Per Luca Iacoboni, responsabile relazioni esterne e strategie per la decarbonizzazione di Ecco, il Think Tank italiano per il clima, “questa ricerca mostra quanto il cambiamento climatico sia ormai una realtà per i cittadini italiani e quanto impatti sulla vita di tutti, dalla scelta del luogo in cui vivere fino alle vacanze, passando per il lavoro o gli effetti dei sempre più numerosi eventi meteorologici estremi. Emerge anche chiaramente come la risposta politica sia ritenuta insufficiente dalla metà degli intervistati. Le persone non hanno paura della transizione energetica, ma rintracciano una incapacità da parte della classe politica di governarla, massimizzandone i benefici e minimizzandone i costi: questa è la sfida a cui è chiamata la politica, a cominciare dai G7 in corso e dalle imminenti elezioni europee, senza dimenticare ovviamente politiche nazionali come il Piano Mattei o la revisione del Piano Integrato Energia e Clima”. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Il degrado dei pascoli e le relative conseguenze
(Adnkronos) – Una delle attività più antiche dell’uomo è la pastorizia, che tutt’oggi rappresenta una fonte di sostentamento per miliardi di persone.
Arte: a Sant’Albano Stura l’opera ‘Terzo Paradiso Recycling’, l’omaggio del maestro Pistoletto al riciclo
(Adnkronos) – Inaugurata a Sant’Albano Stura, nel cuneese, l’opera Terzo Paradiso Recycling realizzata dal Maestro Michelangelo Pistoletto. Realizzata di fronte allo stabilimento Dentis, specializzato nel riciclo della plastica, l’installazione, tutta in plastica recuperata e ferro, coperta da un grande telo, realizzato in poliestere ottenuto anch’esso da bottiglie riciclate, è stata svelata al pubblico alla presenza del ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin.
Sembra proprio che gli manchi la parola
֎Dai tempi dei tempi l’interrogativo, sempre esistente, non ha avuto risposta. Ora però, la ricerca si è fatta più incalzante, gli strumenti di indagine sono più sofisticati, e il confronto non è su racconti o credenze ma su dati di fatto֎