Sembra proprio che gli manchi la parola

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֎Dai tempi dei tempi l’interrogativo, sempre esistente, non ha avuto risposta. Ora però, la ricerca si è fatta più incalzante, gli strumenti di indagine sono più sofisticati, e il confronto non è su racconti o credenze ma su dati di fatto֎

Scarso impegno per il clima, la Bce si prepara a sanzionare quattro banche

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(Adnkronos) – Una decisione senza precedenti: la Bce sta per sanzionare quattro banche europee a causa del loro scarso impegno nell’affrontare il cambiamento climatico.  La scelta arriva dopo anni di pressioni e l’ammonimento dell’ex capo della vigilanza bancaria Andrea Enria, il quale a settembre aveva dichiarato che la Banca centra europea avrebbe fatto ricorso alle sanzioni in alternativa a requisiti di capitale più elevati.  Dunque, per quanto storica, la decisione non sarebbe inaspettata. Anche la Bce ha avvertito ripetutamente che gli istituti di credito non stanno facendo abbastanza per prepararsi agli effetti degli eventi climatici estremi sui valori degli asset e sul rischio di fallimento dei clienti con grandi impronte di carbonio. A preoccupare Francoforte non è solo la questione ambientale, ma la solidità finanziaria degli istituti di credito e l’annessa tutela dei clienti. L’aspetto climatico si intreccia a quello sociale della trasparenza in armonia con gli obiettivi e i principi Esg, sempre più attenzionati anche da istituzioni, correntisti e investitori.
 Inizialmente, l’organismo di controllo aveva minacciato di sanzioni 18 banche europee. La riduzione del novero a quattro istituti di credito dimostra che la pressione della Bce sta dando i suoi frutti. Secondo fonti vicini a Francoforte, le sanzioni potrebbero non essere elevate e avere un valore principalmente simbolico. In ogni caso, rappresenterebbero un segnale forte da parte della Banca centrale per “obbligare” gli istituti di credito a seguire le sue regole in materia di climate change.  Le multe possono ammontare fino al 5% delle entrate medie giornaliere di un istituto di credito. Per una banca con entrate annue di 5 miliardi di euro, ad esempio, ciò potrebbe significare sanzioni giornaliere fino a 0,7 milioni di euro nella peggiore delle ipotesi, anche se non si esclude una linea meno severa. Non ci sono dubbi, invece, sul criterio cronologico: le banche segnalate stanno accumulando sanzioni ogni giorno che passa senza colmare l’inerzia in ambito climatico. Possono essere prese in considerazione anche fattori attenuanti, il che significa che alcune multe potrebbero essere ridotte o addirittura annullate, secondo quanto riportato da The Business Times. La stessa normativa europea richiede alle banche di valutare se sono o saranno esposte a rischi materiali e di riflettere questa esposizione nelle loro riserve di capitale. In base alle disposizioni della Bce, gli istituti di credito devono comprendere nelle loro analisi:  – tutti i fattori rilevanti collegati ai rischi climatici e ambientali; – l’esposizione degli istituti a questi fattori Come spiegato da Frank Elderson, membro del consiglio esecutivo della Bce “una valutazione della materialità non è solo un ‘nice to have’ –
conoscere i propri rischi è una precondizione per poterli affrontare”. Sempre meno in contraddizione tra di loro, le scelte green e la redditività degli istituti sono ormai strettamente connessi.  Si parta da un presupposto: l’obiettivo primario delle politiche monetarie varate dalla Bce è contenere l’inflazione entro un tasso del 2% nel medio termine. Da questo obiettivo principale discendono a cascata una serie di effetti su altri impegni della Banca centrale, in primis il sostegno alla transizione verde dell’economia, in linea con gli obiettivi climatici dell’Unione. Nostro malgrado, la relazione si è manifestata con chiarezza da luglio 2022, quando la Bce è dovuta intervenire con il rialzo dei tassi per contenere l’inflazione. Dieci rialzi consecutivi che hanno contribuito a far calare l’inflazione dal picco del 10,6% (ottobre 2022) al 2,4% si aprile 2024.  Una scelta necessaria, che ha avuto inevitabili ripercussioni sui cittadini e anche sulla transizione green. Come spiegato da Piero Cipollone, Membro del Comitato esecutivo della Bce, al Festival dell’Economia di Trento, anche i costi della transizione green hanno risentito del maggior costo del credito, seppur temporaneamente.  “Siamo esposti a un circolo vizioso, in cui l’economia si ritrova arenata in un ciclo continuo di gestione delle crisi, che riduce la possibilità di effettuare gli investimenti necessari alla transizione verde”, chiosa Cipollone.  Trattando il tema, non poteva venir meno l’atavica questione europea: qual è l’equilibrio tra regu

lation e competitività? Storicamente, l’impegno a combattere il cambiamento climatico è stato ostacolato da quella che Mark Carney ha definito la “tragedia dell’orizzonte breve”, rappresentato quest’ultimo dagli interessi economici che dominano le scelte dei decisori. Molte banche europee sono preoccupate di perdere ulteriore terreno rispetto agli Usa, dove la Fed utilizza un approccio meno rigoroso. La storia recente, però, ricorda che a volte non seguire l’approccio soft degli Usa può aiutare l’Unione ad evitare traumi di sistema, soprattutto se si parla di banche. Il rigore di Francoforte contrasta con l’approccio della Federal Reserve, che per il presidente Jerome Powell ha “responsabilità strette, ma importanti, riguardo ai rischi finanziari legati al clima”.  Sebbene alcune banche abbiano iniziato a mettere da parte capitale per coprire i rischi legati al clima e migliorato la loro gestione del rischio, il consigliere Elderson ha elencato diverse carenze da parte degli istituti bancari, tra cui: – Non considerare tutte le categorie di rischio rilevanti; – Concentrarsi solo sui rischi di transizione e omettere i rischi fisici, o considerare solo un sottoinsieme di regioni geografiche; – Utilizzare un approccio netto piuttosto che lordo per identificare i rischi, compromettendo la capacità delle banche di misurare l’impatto reale e pianificare la mitigazione. In base al rapporto europeo 2023 sullo stato del clima, l’Europa è il continente che si riscalda più rapidamente al mondo, a un ritmo doppio rispetto alla media mondiale dagli anni ‘80, anche se questo non è dovuto solo all’inquinamento.  I dati dimostrano che tenere distinti clima e redditività è pericoloso. I rischi collegati agli eventi climatici estremi sono così elevati che in Italia è stato introdotto l’assicurazione obbligatoria contro i danni da calamità naturali, da stipulare entro la fine dell’anno. I dati dell’Agenzia europea dell’ambiente sono netti: dal 1980 al 2022 gli eventi meteorologici e climatici hanno causato perdite economiche pari a circa 650 miliardi di euro nell’Ue e nel 2022 le perdite annuali sono aumentate del 41% rispetto al 2009. Secondo un rapporto congiunto Bce-Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali e professionali (European Insurance and Occupational Pensions Authority, EIOPA), nell’Unione è assicurato solo un quarto delle perdite dovute a eventi meteorologici e climatici estremi. La copertura assicurativa è minore tra le fasce meno abbienti della popolazione, proprio quelle che tendenzialmente vivono in abitazioni più esposte alle catastrofi naturali. L’Eea conferma che un cittadino europeo su otto è esposto al rischio alluvione o siccità. Il cambiamento climatico, inoltre, rende imprevedibile l’andamento dell’inflazione e più complessa la gestione della politica monetaria. Da un lato, infatti, i crescenti danni e la maggiore incertezza connessi al cambiamento climatico possono ridurre la crescita della produttività, anche a causa di un maggio risparmio a scopo precauzionale, mentre gli investimenti e le innovazioni indotti dalle politiche di transizione potrebbero avere un effetto positivo. La relazione clima-finanza raggiunge forse il suo punto più alto, almeno in termini di evidenza, nel sistema di scambio delle quote di emissioni, che sta riscuotendo un discreto successo in termini ambientali. Nonostante gli sforzi, dunque, l’impegno dell’Ue per contenere il cambiamento climatico non è ancora sufficiente. La valutazione della Commissione europea del dicembre 2023 ha riscontrato che le misure contenute nelle proposte di piani nazionali per l’energia e il clima degli Stati membri non erano sufficienti a conseguire gli obiettivi dell’UE per il 2030 in termini di emissioni di gas a effetto serra, assorbimenti di carbonio, energie rinnovabili ed efficienza energetica. A gennaio 2024 il Comitato consultivo scientifico europeo sui cambiamenti climatici ha rilevato la necessità di maggiori sforzi in tutti i settori per realizzare gli obiettivi climatici dell’UE dal 2030 al 2050, in particolare nei settori dell’edilizia, dei trasporti, dell’agricoltura e della silvicoltura. Come spesso ricordato su Obiettivo Esg, anche se tutti gli impegni nazionali fossero rispettati, l’obiettivo delle emissioni nette pari a zero nel 2050 sarebbe comunque molto lontano. Uno scenario sviluppato dal Network for Greening the Financial System (NGFS), che riunisce banche centrali e autorità di vigilanza che si dedicano a questioni climatiche in tutto il mondo, evidenzia che per azzerare le emissioni entro il 2050 la quota dei combustibili fossili nel mix energetico dell’Ue deve diminuire dal 73% circa del 2020 a circa il 20% nel 2050. Con le politiche attuali, si arriverebbe invece ad un livello poco inferiore al 60% come ricordato da Piero Cipollone. [Fonte grafico: Banca centrale europea | Eurosistema] 
L’eziologia di questo scenario è ben descritta dalle parole del membro esecutivo Bce: “In passato, quando gli effetti sembravano lontani, non abbiamo investito a sufficienza, e quindi ora dobbiamo sostenere costi più elevati sia per fronteggiare l’impatto che i cambiamenti climatici hanno oggi sulle nostre economie, sia per gli investimenti richiesti a prevenire i danni futuri”.  Relegare a Francoforte la questione finanza-clima sarebbe un grave errore dato che le politiche monetarie delle banche nazionali dipendono direttamente dalla Bce. Diversi studi dimostrano come le condizioni meteorologiche estreme, come siccità, alluvioni ed estati eccessivamente calde, possano incidere sia sul livello dell’inflazione che sulla sua volatilità.  Secondo le stime della Bce, le temperature estreme dell’estate 2022 hanno fatto aumentare l’inflazione dei beni alimentari in Europa di circa 0,7 punti percentuali complessivamente in un solo anno e gli effetti potrebbero essere ancora più pronunciati in futuro, salendo all’1% nel 2035 e a quasi il 2% nel 2060.  [Fonte grafico: Banca centrale europea | Eurosistema] Il periodo successivo allo scoppio della guerra in Ucraina ha insegnato bene agli europei cosa significhi vivere in un contesto di forte inflazione, soprattutto in quei Paesi, come l’Italia, dove gli stipendi non subiscono abbastanza adeguamenti. Anche questa soluzione, tra l’altro, ha dei rischi considerevoli: siccome il cambiamento climatico limita la produttività, oltre un certo livello l’incremento dei salari reali “supererebbe” il Pil. In pratica, l’aumento dei salari avrebbe l’effetto paradossale e distorsivo di accrescere ulteriormente l’inflazione. Sul punto, giova ricordare che dopo un lungo torpore, l’Ue si è improvvisamente scoperta dipendente dalla Russia di Putin pagando cara la sua dipendenza dai combustibili fossili. L’incremento dei prezzi dell’energia e dei beni e servizi sensibili all’energia ha contribuito per circa 6 punti percentuali al livello dell’inflazione dell’area dell’euro, schizzata oltre il 10% nell’ottobre 2022. Come sottolineato anche da Piero Cipollone al Festival dell’Economia di Trento, una maggiore disponibilità di energie rinnovabili avrebbe ridotto l’entità dello shock. Anche la preoccupazione relativa ai costi della transizione green va ridimensionata. “Gli sforzi volti a garantire l’approvvigionamento delle principali materie prime, a effettuare acquisti comuni o a sostenere l’innovazione per limitare la dipendenza da queste – spiega Cipollone – possono contribuire a ridurre la nostra esposizione al prezzo e alla disponibilità di metalli e minerali essenziali per la transizione verde come il rame o il litio”. [Fonte grafico: Banca centrale europea | Eurosistema] 
Le politiche green possono persino rivelarsi molto redditizie come dimostrano i progressi conseguiti nelle fonti energetiche rinnovabili, nello stoccaggio in batteria e nelle reti intelligenti.  Sfruttando i vantaggi dell’economia di scala, la diffusione di queste soluzioni abbatte i costi e alimenta un ciclo di innovazione e investimenti in grado di autoalimentarsi. Gli effetti benefici dell’economia di scala verrebbero infine amplificati dall’integrazione del mercato europeo dell’energia che consentirebbe di incrementare l’efficienza e la resilienza dell’Unione.  A pochi giorni dalle elezioni di giugno, la maggiore solidità appare sempre di più l’unica via per garantire un futuro prospero all’Ue. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Le canzoni di Rizzo e Valente

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֎Alla masseria Dirupo a Noci (Bari) nell’ambito delle iniziative de «Le pietre che parlano», concerto di Laura Rizzo e Carlo Valente, «Cardiologia». «Una scaletta di circa 14 pezzi, una selezione feroce tra le tante meraviglie presenti nel canzoniere italiano, ma alla fine la nostra attenzione è ricaduta proprio su pezzi che iconicamente avessero una scena, quasi cinematografica, tanto da far figurare, a chi ci è di fronte, in platea, quel che accade»֎

Quei denti a sciabola li hanno condannati all’estinzione

Tempo di lettura: 3 minuti֎La tigre dai denti a sciabola e il gatto sono più simili di quanto si creda. Uno studio, a cui ha preso parte la Sapienza, rivela una continuità morfologica tra […]

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Quanto costa creare un nuovo bosco

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(Adnkronos) – Creare un nuovo bosco in Italia è molto più di un semplice atto di piantumazione; è un investimento nel futuro sostenibile del nostro ambiente e della nostra comunità. Eppure, quanto costa davvero portare alla vita una nuova area boschiva, e quali benefici possono derivare da tale investimento?  Secondo le recenti ricerche condotte da Etifor, B Corp e spin-off dell'Università di Padova specializzata in consulenza ambientale, il costo di creazione di un nuovo bosco può variare significativamente a seconda di diversi fattori. Un progetto standard può oscillare tra i 14.000 e i 23.000 euro ad ettaro, mentre un bosco progettato scientificamente, in grado di soddisfare criteri di multifunzionalità e standard qualitativi internazionali più elevati, può arrivare fino a 38.000 euro per ettaro. La tutela della biodiversità è una delle principali ragioni dietro la creazione di nuovi boschi. Le foreste non sono solo degli ecosistemi vitali per il pianeta, ma sono anche fondamentali per la conservazione della biodiversità. Con oltre l'80% delle specie terrestri che chiamano le foreste la loro casa, proteggere questi habitat è essenziale per preservare la varietà di flora e fauna del nostro pianeta.  In un paese come l'Italia, che vanta 11 milioni di ettari di foreste (più di un terzo del territorio nazionale), con oltre 58.000 specie animali e 6.700 specie di piante vascolari, investire nella creazione di nuove foreste è cruciale per proteggere e preservare questo prezioso patrimonio. Le finalità dietro la creazione di un nuovo bosco influenzano le decisioni progettuali e gli investimenti economici. Mentre in passato si prediligevano boschi con finalità specifiche, come la produzione di legname, oggi si tende a favorire boschi con finalità multiple, in grado di offrire una vasta gamma di benefici, dalla protezione della biodiversità alla produzione di materie prime, fino alla mitigazione del dissesto idrogeologico. Le fasi che portano alla nascita di una nuova foresta sono ben definite e richiedono un impegno costante. Dalla progettazione, affidata a esperti tecnici forestali, alla preparazione del terreno, all'impianto delle piantine e alla successiva manutenzione, ogni passo è fondamentale per garantire il successo a lungo termine del progetto: Etifor ha introdotto il concetto di "superforeste", che rappresentano un nuovo approccio alla riforestazione che va oltre la semplice piantumazione di alberi. Questi boschi, nati da un approccio scientifico e multidisciplinare, sono progettati per innescare circoli virtuosi di benefici sia per l'uomo che per l'ambiente.  Contrariamente alle foreste tradizionali, le superforeste sono concepite per massimizzare la multifunzionalità, producendo una vasta gamma di servizi ecosistemici. Oltre alla protezione della biodiversità, esse possono contribuire alla produzione di legname, alla fissazione del carbonio, alla regolazione del ciclo dell'acqua e molto altro ancora. Questi boschi multifunzionali rappresentano un investimento significativo nel futuro sostenibile del nostro pianeta, offrendo un modello innovativo per la gestione delle risorse naturali e la promozione della resilienza degli ecosistemi. Creare un nuovo bosco è un investimento significativo, ma i benefici che può generare sono inestimabili. Oltre alla protezione della biodiversità e alla mitigazione dei cambiamenti climatici, i boschi offrono una vasta gamma di servizi ecosistemici che contribuiscono al benessere delle comunità locali e alla qualità generale dell'ambiente. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Giornata Mondiale della Biodiversità, “essere parte del piano” per il futuro del pianeta

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(Adnkronos) – Il 22 maggio di ogni anno si celebra la Giornata Mondiale della Biodiversità, proclamata dalle Nazioni Unite per aumentare la consapevolezza e la comprensione delle questioni legate alla biodiversità. Originariamente celebrata il 29 dicembre, la data è stata spostata al 22 maggio nel 2000 per commemorare l'adozione del testo della Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD) del 22 maggio 1992, evitando così sovrapposizioni con le festività di fine anno. Il tema scelto per il 2024 è “Be Part of the Plan” (Essere Parte del Piano), un invito rivolto a tutti gli attori globali per fermare e invertire la perdita di biodiversità sostenendo l'implementazione del Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework. Questo quadro strategico offre opportunità di cooperazione e partnership tra governi, comunità indigene, ONG, legislatori, aziende e individui, sottolineando che ognuno ha un ruolo fondamentale da svolgere per la salvaguardia della biodiversità. Quest'anno, la celebrazione della Giornata Mondiale della Biodiversità coinciderà con due importanti incontri delle commissioni sussidiarie della CBD che si terranno a Nairobi: il ventiseiesimo meeting del Subsidiary Body on Scientific, Technical and Technological Advice (SBSTTA) e il quarto meeting del Subsidiary Body on Implementation (SBI). Questi incontri rappresentano un'opportunità cruciale per aumentare la visibilità della Giornata Mondiale della Biodiversità e preparare il terreno per la sedicesima Conferenza delle Parti della CBD (COP 16), che si terrà in Colombia dal 21 ottobre al 1° novembre 2024. Il 19 dicembre 2023, in occasione del primo anniversario dell'adozione del Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework, il Segretariato della CBD ha lanciato la campagna “The Biodiversity Plan”. Questa iniziativa mira a comunicare e promuovere i 4 obiettivi e i 23 target del framework, cruciali per un approccio globale e integrato che traduca gli accordi in azioni concrete. Il Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework è un piano ambizioso progettato per arrestare e invertire la perdita di biodiversità entro il 2050. Questo framework, adottato durante la Conferenza delle Parti della Convenzione sulla Diversità Biologica (COP 15), si basa su quattro obiettivi principali e ventitré target specifici da raggiungere entro il 2030. Alcuni dei principali target includono: Questi obiettivi e target mirano a creare un futuro in cui l'umanità possa vivere in armonia con la natura, promuovendo la conservazione, l'uso sostenibile e la condivisione equa dei benefici derivanti dalla biodiversità. La biodiversità rappresenta la varietà della vita sulla Terra, inclusi animali, piante, funghi e microorganismi, oltre alle interazioni che li legano, essenziali per la nostra sopravvivenza. Include la diversità tra specie, tra gli ecosistemi e la diversità genetica all'interno delle specie. Questa varietà assicura il funzionamento degli ecosistemi, da cui dipendiamo per cibo, aria, acqua, energia e materie prime. La conservazione della biodiversità è una priorità globale che richiede l'implementazione di strumenti e iniziative efficaci per proteggere la varietà della vita sul nostro pianeta. Ecco alcune delle principali strategie e programmi in atto: Questi strumenti e iniziative rappresentano pilastri fondamentali nella conservazione della biodiversità, garantendo un approccio integrato e basato su dati scientifici per la gestione sostenibile delle risorse naturali e la protezione degli ecosistemi. Governamenti, comunità locali, organizzazioni non governative, aziende e individui sono tutti invitati a partecipare attivamente alla protezione della biodiversità. Ogni azione conta per raggiungere gli obiettivi del Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework. La Giornata Mondiale della Biodiversità è un'opportunità per rinnovare il nostro impegno a favore della natura e per promuovere collaborazioni volte a proteggere e restaurare il nostro prezioso patrimonio naturale. —sostenibilita/lifestylewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Due concorsi fotografici per difendere il mare

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(Adnkronos) – Mediterraneo protagonista di due concorsi fotografici di altrettanti progetti europei per l'ambiente e l'azione per il clima. A partire dal 22 maggio, Giornata Mondiale della Biodiversità, e per tutta l’estate, chiunque immortalerà con uno scatto la bellezza e la complessità del Mediterraneo, durante una nuotata con maschera e boccaglio oppure un’immersione, un’escursione in barca o una giornata dedicata al whalewatching, potrà partecipare alla seconda edizione di due photo contest.  Si tratta di: Profondo Blu (https://www.lifeconceptu.eu/profondo-blu-2024-regolamento/) e Vita tra gli scogli (https://www.lifepinna.eu/concorso-fotografico-2024-vita-tra-gli-scogli/), lanciati rispettivamente dai progetti Life Conceptu Maris (CONservation of CEtaceans and Pelagic sea TUrtles in Med: Managing Actions for their Recovery In Sustainability) e Life Pinna (Conservation and re-stocking of the Pinna nobilis in the western Mediterranean and Adriatic sea).  Da alcuni anni, i due progetti, cofinanziati dal programma Life dell’Unione Europea, si occupano della conservazione di alcune tra le specie più emblematiche del Mediterraneo, da una parte i cetacei e le tartarughe marine, dall’altra il mollusco bivalve più grande dei nostri fondali, la nacchera di mare (Pinna nobilis), portata sull’orlo dell’estinzione da un’epidemia globale. I dettagli dei due concorsi, organizzati da Triton Research che segue le attività di comunicazione e management dei progetti europei, si possono trovare su www.lifeconceptu.eu e www.lifepinna.eu. C’è tempo fino alla mezzanotte del 22 settembre 2024 per inviare gli scatti e i vincitori saranno annunciati sui siti e sui social nei primi giorni di ottobre. In palio ci sono libri a tema marino, magliette e gadget dei progetti.  Profondo Blu è rivolto a chi si spinge in mare aperto e ha l’opportunità di incontrare e fotografare i giganti del mare, ovvero balene e capodogli, ma anche i delfini e le affascinanti tartarughe marine. Per concorrere, gli appassionati di fotografia dovranno raccontare con uno scatto la bellezza della biodiversità che ancora si può trovare nel Mediterraneo. Tra i soggetti da fotografare, oltre alle balene e ai delfini, ci sono anche ad esempio le più comuni stenelle che si possono incrociare durante un’uscita di whale watching o tartarughe in difficoltà per una lenza attorno a una pinna.  Vita tra gli scogli è il tema scelto dal progetto Life Pinna, che celebra la vita che pulsa lungo la linea della marea e nei bassi fondali. Possono partecipare tutti coloro che, durante una nuotata con maschera e pinne o una esplorazione del litorale, anche a un passo dalla costa, riescono ad immortalare gli organismi che si incontrano lungo la linea della marea e nei bassi fondali come granchi, piccoli pesci, formazioni di alghe dalle forme sinuose. Le fotografie che avranno come soggetto Pinna nobilis saranno particolarmente considerate dalla Giuria. La partecipazione ad entrambi i contest è gratuita. I soggetti devono essere ritratti nel Mediterraneo e non sono ammessi animali in cattività né quelli domestici. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Salvaguardar las reservas de biosfera

Tempo di lettura: 12 minuti֎Visibilizar las reservas de biosfera como una herramienta vital para la conservación del planeta y como modelos alternativos de asentamientos humanos y comunidades sostenibles֎

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Sei anni di Mosaico Verde, 211 aree verdi riqualificate

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(Adnkronos) – Oltre 330mila piante messe a dimora, 211 aree verdi riqualificate, ripristino dei boschi, tutela della biodiversità: una somma di interventi in grado di generare un beneficio economico e sociale complessivo del valore di oltre 1 milione e 700mila euro per ogni anno di vita degli impianti arborei ed arbustivi messi a dimora. Sono alcuni dei dati presentati nel corso dell’evento ‘Ecosistema Mosaico’ tenutosi a Roma il 16 maggio, appuntamento dedicato al sesto compleanno di Mosaico Verde, la campagna nazionale per la forestazione di aree verdi, il recupero degli ecosistemi e la rigenerazione ambientale, promossa da AzzeroCO2 e Legambiente. L’evento rientra nel calendario degli appuntamenti del Festival dello Sviluppo sostenibile 2024, promosso da Asvis.  Il convegno è stato anche l’occasione per illustrare la visione ecosistemica della Campagna, che spazia dalla rigenerazione dei boschi e delle aree verdi urbane alla tutela e al restauro dei diversi habitat naturali, mantenendo sempre l’attenzione sulle specificità dei singoli territori e coinvolgendo nel progetto tutti i portatori di interesse (istituzioni, associazioni, comitati locali, dipendenti, residenti). Sono finora 50 le aziende che hanno scelto di sostenere Mosaico Verde, integrandola nelle proprie strategie di Responsabilità Sociale d’Impresa. Le imprese oggi riconoscono infatti che dare contributi concreti e mirati per contrastare i cambiamenti climatici e riqualificare i territori non solo è fondamentale per la salute del pianeta, ma anche imprescindibile se si desidera migliorare e consolidare il rapporto con i propri stakeholder.  “In un contesto globale segnato da sfide ambientali sempre più urgenti, la tutela della biodiversità e degli ecosistemi emerge come una fondamentale linea di difesa. La loro perdita si traduce, infatti, sia in una crisi ecologica senza pari sia in un rischio diretto per il benessere della collettività. In questi sei anni, la campagna ha tracciato un percorso che l’ha portata dall’essere un ambizioso progetto di riforestazione ad un modello integrato di tutela e valorizzazione degli ecosistemi. Grazie alle aziende che hanno creduto in questo progetto, abbiamo riqualificato più di 3,3 milioni di mq di aree verdi, con il coinvolgimento di oltre 122 Comuni e 32 Enti Parco in 17 differenti regioni italiane: ogni intervento è unico, ma sostiene un obiettivo comune di resilienza e sostenibilità”, ha dichiarato Sandro Scollato, amministratore delegato di AzzeroCO2 , società fondata da Legambiente e Kyoto Club e che quest’anno festeggia i suoi primi vent’anni di attività.  All’evento ha partecipato Ilaria Capua, virologa e saggista di fama internazionale, docente alla Johns Hopkins University Sais Europe. Il suo intervento focalizzato sul tema ‘Salute circolare: un modo di pensare’ ha messo in luce come ‘Salute Circolare’ sia un approccio sistemico che si basa sul paradigma One Health, riconoscendo, in aggiunta, la necessità di uno sforzo di convergenza multidisciplinare che vada al di là della dimensione biomedica della salute. ‘Salute circolare’ utilizza gli obiettivi di sviluppo sostenibile come strumenti di implementazione ed i Big data come fonte di nuove informazioni.  Di fronte alle cifre allarmanti fornite dall’Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services (Ipbes), che indica come circa il 75% dell’ambiente terrestre e il 66% di quello marino siano stati significativamente alterati dall’azione umana, è più che mai impellente agire per una protezione efficace della biodiversità. L’obiettivo di Mosaico Verde è proprio quello di sostenere i territori nel preservare gli ecosistemi minacciati, prevenire gli incendi e proteggere i paesaggi ripristinando l’equilibrio naturale. Preservare gli ecosistemi vuol dire infatti anche proteggere da minacce, figlie dei cambiamenti climatici, le piante e i coltivi autoctoni, che subiscono oggi attacchi da agenti parassitari o che sono stati colpiti da malattie che mettono a rischio intere colture secolari.  Ne è un esempio l’iniziativa portata avanti in Puglia in collaborazione con Unaprol e che sostiene un progetto sperimentale che mira a rafforzare la resistenza degli ulivi monumentali, grazie ad innesti con varietà più resistenti al batterio Xylella Fastidiosa.  Allo stesso modo, aumentare gli sforzi per prevenire gli incendi e proteggere i paesaggi colpiti è fondamentale per salvaguardare la ricchezza ecosistemica italiana. Nel solo 2023, dal 15 giugno al 15 settembre, numerosi incendi boschivi hanno devastato quasi 75.000 ettari di territorio in Italia, 11.000 dei quali erano coperti da ecosistemi forestali (Dati Ispra). Questi dati evidenziano quanto sia cruciale non solo prevenire tali calamità, ma anche dedicarsi alla rigenerazione delle aree colpite: ne sono un esempio gli interventi realizzati in Sardegna, nella regione del Montiferro.  “Albero dopo albero siamo arrivati alla sesta edizione di Mosaico Verde – ha dichiarato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – Una campagna che si rivela, di anno in anno, essere un potente alleato nel contrasto alla crisi climatica che minaccia sempre di più i nostri territori, la biodiversità e gli habitat, rubandoci il futuro. Oltre 330mila piante messe a dimora in tutta Italia in questi anni di impegno e attivismo, che hanno permesso di recuperare il verde delle nostre città, ripristinare spazi di socialità, ricreare oasi naturali di biodiversità e proteggere la ricchezza ecosistemica italiana. Un lavoro incredibile, che ha sostenuto anche il progetto europeo Life Terra di cui Legambiente è l’unica referente italiana, e che ci dimostra che l’unione fa la forza se il nemico da battere è la crisi climatica e l’obiettivo è un futuro sostenibile, più equo e giusto”. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Mediterraneo, nuovi studi sulla crisi di salinità

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Tempo di lettura: 3 minuti6 milioni di anni fa fu prosciugato il Mare Nostrum ֎Uno studio internazionale ha rivelato dettagli sulla crisi di salinità del Mediterraneo di 6 milioni di anni fa, offrendo nuove […]

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Il 61% degli italiani non è preparato sul tema dell’Intelligenza artificiale

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(Adnkronos) – Il 61% degli italiani non è preparato sul tema dell’Intelligenza
Artificiale. Questo è il grande dato emerso in un sondaggio realizzato da YouTrend per Fondazione Pensiero Solito e presentato a Milano nell’ambito di un incontro pubblico al Cefriel dal titolo 'Intelligenza artificiale e lavoro, Come cambia, come dobbiamo cambiare noi'. Il dato è in crescita rispetto all’anno scorso, con un +6%. A sentirsi preparata, invece, è la maggior parte degli under 35 (54%). Ma vediamo cosa è emerso tra lavoro, Ai, e prospettive future. Per quanto riguarda l’uso di ChatGpt tra i giovani, dal sondaggio è emerso che è il 67% l'ha usato almeno una volta. Numero che si riduce al 36% tra chi ha età compresa tra 35 e 54 anni. Per gli over 55, invece, è pari solo al 23%. Chat-Gpt rimane l’app di Ai più usata e più conosciuta: chi già l’ha conosciuta è il 69%, il 37% l'ha usata almeno una volta. Sconosciute, invece, Microsoft Copilot (47% la conosce), gemini (41%) e Midjourney (30%). Anche in questo caso, le applicazioni menzionate sono più conosciute dai giovani. Disoccupati e pensionati rappresentano la maggioranza degli inattivi. Questi ritengono che non sia utile nelle mansioni quotidiane. Per i lavoratori, invece, le percentuali evidenziano una sensibilità maggiore. Il 50% ritiene utile un affiancamento sul lavoro, ma il 46% è più negativo sotto questo aspetto.  Il 59% è favorevole alla creazione di un'azienda pubblica europea che competa con le aziende americane del settore dell'Ai. Un consenso che si riduce del 7% nel caso in cui l'azienda sia italiana e finanziata dallo Stato italiano. Sul ruolo dello Stato, gli italiani sono ancora più nettamente a favore di un intervento per regolare lo sviluppo dell'Ai rispetto a un anno fa (67%, +8%), ma la frazione che considera anche di vietarne l'uso è stabile al 16%. Ricevere istruzioni dall’Intelligenza artificiale al lavoro? Questo è uno degli scenari possibili nel prossimo futuro anche se gli italiani, in merito, si dividono: il 45% sarebbe disposto a farlo, il 44% no. Si riduce inoltre la percentuale di chi vede nel controllo e nella valutazione automatica un vantaggio per i lavoratori. Il dato cala del 10% rispetto al 2023. Si arriva così a una parità tra chi lo ritiene un vantaggio e chi uno svantaggio. Cresce anche la percentuale di persone che ritengono che l'IA porterà a una diminuzione dei posti di lavoro e circa la metà dei lavoratori non si sente né aiutata né minacciata dai cambiamenti portati dalle nuove tecnologie. I giovani sono più ottimisti: un under35 su tre si sente aiutato dai cambiamenti portati da queste tecnologie. Un altro grande dibattito è quello emerso sui lavori che potrebbero essere sostituiti dall’Intelligenza artificiale. Anche su questo tema, YouTrend ha interrogato il campione del sondaggio e dalla domanda è emersa che i mestieri più sostituibili secondo gli italiani rimangono l'impiegato d'ufficio (per il 62% l'IA svolgerebbe i suoi compiti altrettanto bene), l'operario (53%) e il commesso (51%). I meno sostituibili sono invece il camionista (25%), il medico (24) e l'imprenditore (23%). —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Italiani sempre più attenti a salute, nutrizione e sostenibilità

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(Adnkronos) – Mentre l'inflazione mostra segni di rallentamento, la maggior parte degli italiani adotta strategie di risparmio per fronteggiare l'aumento dei prezzi nel settore alimentare. Ma quali sono le tendenze emergenti dietro questa cautela nei consumi? È quanto emerge dall'aggiornamento dell’osservatorio packaging del largo consumo curato da Nomisma. Al centro del focus la presentazione dei risultati dell’indagine sui comportamenti di consumo degli italiani, sempre più attenti ai temi della salute, della nutrizione e della sostenibilità, con una particolare affondo sul ruolo svolto dal packaging. Nonostante gli ultimi mesi abbiano visto un rallentamento dell'inflazione, gli italiani persistono nel rivedere con cautela i propri comportamenti di spesa. Un chiaro segnale di questa prudenza è rappresentato dall'88% di coloro che hanno adottato strategie di risparmio per far fronte all'aumento dei prezzi nel settore alimentare. Queste strategie spaziano dall'eliminazione del superfluo all'acquisto mirato di prodotti in promozione, evidenziando una crescente consapevolezza del valore del denaro tra i consumatori. Parallelamente, si osserva un interesse crescente verso il contenimento degli sprechi e verso tematiche legate alla salute e alla sostenibilità. Questi fattori stanno diventando determinanti nella scelta dei prodotti, influenzando direttamente il carrello alimentare degli italiani nel 2024. La tendenza generale è verso una selezione di alimenti e bevande più sobri, salutari e sostenibili, riflettendo un cambio di paradigma nel modo in cui i consumatori approcciano l'acquisto e il consumo di prodotti quotidiani. La crescente attenzione verso la salute e la sostenibilità si manifesta nel carrello alimentare degli italiani. Per il 46% dei connazionali, l'alimentazione corretta e uno stile di vita sano hanno un impatto significativo sulla salute fisica e mentale. Per 1 italiano su 2 il motivo principale che spinge a seguire un’alimentazione sana, salutare ed equilibrata è il sentirsi bene con se stessi, mentre per il 42% dei rispondenti è legato alla prevenzione di malattie o disturbi di salute, o al mantenersi in forma (41%).  Questo interesse si traduce in una domanda in costante crescita di prodotti alimentari "free from", trainata in particolare dai prodotti senza zuccheri aggiunti. La sostenibilità del packaging gioca un ruolo cruciale nelle scelte di acquisto degli italiani. Per il 62% dei consumatori, la sostenibilità è un elemento fondamentale da considerare, e per quasi un terzo di loro influisce direttamente sulle decisioni di spesa. La ricerca evidenzia che il 66% degli italiani considera il packaging un fattore decisivo nelle loro scelte d'acquisto di cibi e bevande, mentre per il 50% rappresenta un aspetto cruciale per rendere i prodotti più rispettosi dell'ambiente. Le famiglie italiane cercano principalmente un packaging che presenti un eccesso di imballaggio limitato (45%), che sia completamente riciclabile (43%), compostabile/biodegradabile (38%), realizzato con materiali riciclati (35%), o privo di plastica (29%). Inoltre, c'è un'attenzione crescente per le confezioni riutilizzabili e prodotte con un uso responsabile delle risorse. l packaging riveste un ruolo chiave anche nel settore dell’healthy food, ossia gli alimenti e bevande salutari, e vegan. Nei prodotti vegani e vegetariani i consumatori cercano certificazioni che attestino l'origine vegetale degli ingredienti (54%), oltre a una sostenibilità ambientale della confezione (51%), informazioni nutrizionali dettagliate (44%), presenza di immagini che richiamano il mondo veg (32%) e materiali del packaging (32%). La ricerca condotta da Nomisma rivela un duplice orientamento degli italiani quando si tratta di acquistare prodotti alimentari orientati alla salute e al benessere. Da un lato, vi è una marcata preferenza per la presenza di specifici ingredienti con effetti benefici, come antiossidanti, fibre e vitamine, sottolineata dal 42% dei consumatori. Dall'altro, emerge un interesse altrettanto significativo per l'assenza o la riduzione di ingredienti indesiderati, come zuccheri, additivi e conservanti, indicato dal 37% degli intervistati. Inoltre, la presenza sempre più diffusa di alimenti e bevande "rich-in" e "free from" nel carrello degli italiani testimonia un cambiamento tangibile nelle abitudini di consumo. Queste tendenze sono particolarmente evidenti tra le donne e i consumatori under 45, sottolineando una crescente consapevolezza e una maggiore attenzione alla qualità e alla sostenibilità dei prodotti alimentari. —sostenibilita/tendenzewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Sostenibilità, Planetaria-Discorsi con la Terra per ripensare rapporto con il pianeta

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(Adnkronos) – Al via dal 7 al 9 giugno a Firenze presso il Teatro della Pergola la prima° edizione di Planetaria-Discorsi con la Terra, planetariafestival.it #discorsiconlaterra. Un concept totalmente nuovo nato dalla collaborazione tra artisti e scienziati di livello internazionale. Ideato da Stefano Accorsi e Filippo Gentili con la produzione di Superhumans – la factory che unisce consulenza strategica, pensiero creativo e produzione multicanale – e della Fondazione Teatro della Toscana, Planetaria vuole essere un’esperienza immersiva in cui ripensare il rapporto con il nostro pianeta per imparare a viverci in maniera costruttiva e sostenibile, con l’obiettivo di usare l’arte per riattivare i sensi, creare emozioni, ripensare il nostro modo di stare al mondo.  Partner scientifico di Planetaria è l’Università di Milano-Bicocca. Innovation partner è Engineering, Digital Transformation Company guidata da Maximo Ibarra e leader in Italia nei processi di digitalizzazione per aziende e pubbliche amministrazioni, che supporta il progetto con una serie di applicazioni tecnologiche integrate negli spettacoli per offrire nuove esperienze digitali basate sull’interazione umana con l’AI generativa. I Media Partner sono RAI, con Rai Radio 2 come Radio Ufficiale dell’evento e RAI Kids, che partecipa attivamente all’ideazione e produzione di spettacoli per bambini, e Will Media, che firma con il suo stile inconfondibile il programma con format originali interattivi e podcast live.  A Stefano Accorsi spetta il ruolo di direttore artistico di questa 'jam session'. Lo affiancherà una delle voci più autorevoli del panorama scientifico e culturale internazionale, Claudia Pasquero, professoressa di Oceanografia e Fisica dell'Atmosfera all'Università di Milano Bicocca e Direttrice Scientifica di Planetaria. Accanto a loro, tra i tanti ospiti di fama internazionale, Stefano Mancuso, divulgatore scientifico, botanico, Direttore del laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale e Giulio Boccaletti, oceanografo e direttore del centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici nel ruolo di Consulenti Scientifici del progetto.  Ad accompagnarli in questa avventura troviamo la Sibilla, l’Intelligenza Artificiale creata ad hoc per Planetaria dall’innovation partner Engineering per offrire agli spettatori un’esperienza unica, mai sperimentata prima. Sibilla dialogherà in tempo reale con artisti, scienziati e pubblico in sala durante i tre spettacoli serali, le cosiddette Conferenze immaginarie, nelle quali si racconterà la storia di come si è arrivati, in un futuro immaginario, a risolvere il problema ambientale. Un format teatrale inedito, pensato da Filippo Gentili, nel quale l’AI risponderà ai grandi interrogativi che l’attuale crisi climatica pone alla scienza odierna: “I guasti ambientali degli uomini si stanno avvicinando ad un punto di rottura?”, “L’innalzamento delle temperature e degli oceani non sarà più reversibile?” e molti altri. "L’idea di Planetaria nasce dalla convinzione che il teatro, come luogo dell’empatia e dell’immaginazione, è uno strumento perfetto per sensibilizzare le persone sulla crisi climatica dei giorni nostri. Discostandosi da una certa divulgazione fredda e apocalittica, il teatro raccoglie l’allarme della scienza migliore, ci spinge a immaginare un futuro sostenibile e ci invita a costruirlo insieme”, così dichiara il direttore artistico Stefano Accorsi.  Planetaria è un viaggio lungo tre giorni, destinato a pubblici trasversali. Un vero e proprio evento artistico, teatrale e divulgativo rivolto a tutti, grandi e bambini per riflettere e immaginare insieme come salvare il nostro futuro, perché la crisi climatica non è un destino scontato ma un’occasione per rivoluzionare il nostro rapporto con l’ambiente. La mattina sarà riservata alle famiglie con la sezione Kids Lab & Shows dove si alterneranno attività scientifiche ed esperienziali, spettacoli teatrali e show ideati da Planetaria insieme a RAI KIDS e l’Università di Milano-Bicocca. Tra questi, i Planetini, uno spazio ad hoc dedicato ai bambini che combina esperimenti scientifici e drammaturgia teatrale per cercare insieme nuove parole e nuove idee per raccontare e migliorare l’ambiente del futuro.  Il pomeriggio con i Planetaria Talks ideati insieme a Will, si cercheranno assieme ad ospiti illustri del mondo scientifico nuove parole per il nostro futuro, nuove speranze e nuovi modi di comunicare e di attivarsi. La sera il palco si animerà con performance teatrali che coniugano arte e scienza: le Conferenze Immaginarie, opere teatrali originali che ripercorrono in maniera avvincente problemi e soluzioni della crisi climatica. La partecipazione a tutti gli eventi di Planetaria è gratuita, su prenotazione al link planetariafestival.it.  In collaborazione con Treedom, partner per la sostenibilità, saranno piantati alberi per contribuire ad assorbire le emissioni di CO₂ di Planetaria. Questa iniziativa non solo ridurrà l'impatto ambientale dell'evento, ma creerà un impatto positivo a livello sociale e ambientale, contribuendo alla riforestazione, alla lotta al cambiamento climatico e al sostegno delle comunità locali.  Kids Lab & Shows – La mattina. Esperimenti, teatro di narrazione, percorsi performativi che utilizzano le tecniche del teatro immersivo, spettacoli teatrali e molto altro a cura di Planetaria con l’Università di Milano-Bicocca e la collaborazione di RAI Kids. L’obiettivo è stimolare un dialogo sentito e coinvolgente sulla natura con un pubblico di bambini e di famiglie attraverso un percorso originale di eventi pensati espressamente per loro Planetaria Talks by Will – Il pomeriggio. Will Media – tra gli editori digitali più seguiti per gli argomenti che riguardano l’innovazione tecnologica, la sostenibilità e la cultura – porteranno dentro Planetaria i loro contenuti con lo stile, gli ospiti e la firma che li caratterizza per raccontare la complessità di tematiche come cambiamento climatico e sostenibilità in modo accessibile.  Conferenze Immaginarie – La sera. Tre spettacoli in cui si mescolano arte e scienza, grazie all’intervento, in ognuno di essi, di protagonisti formidabili nei rispettivi campi: il Direttore Artistico di Planetaria Stefano Accorsi, gli attori Vittoria Puccini, Ludovica Martino, Nicolas Maupas, il botanico Stefano Mancuso, la Direttrice Scientifica Claudia Pasquero, l’antropologa Emanuela Borgnino, l’oceanografo Giulio Boccaletti e molti altri. Si aggiunge la presenza assolutamente inedita, come personaggio, della Sibilla, un avatar di intelligenza artificiale che dialogherà con attori e pubblico. Ogni spettacolo è concepito come un insieme di conferenze immaginarie nelle quali gli spettatori saranno trascinati con il fiato sospeso in un’altalena di emozioni: rideranno, si commuoveranno e vivranno un’esperienza personale ed educativa di grande arricchimento. Le storie delle tre serate si ispirano al tema sviluppato durante le singole giornate della manifestazione: nella prima il 7 giugno la Terra, nella seconda l’8 giugno l’Acqua, in occasione della Giornata Mondiale degli Oceani, nella terza il 9 giugno, l’Aria. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Saremo scartati o assunti dall’intelligenza artificiale? Le risposte nell’analisi di Randstad

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(Adnkronos) – Per molti, l’Intelligenza artificiale è e sarà sempre di più indispensabile per lavorare. Meno persone sanno, però, che l’Ai sarà sempre centrale per trovare le giuste risorse e per essere assunti, in un mercato sempre più competitivo.  Per il 76% dei Direttori del personale l’Ai, insieme ai Big Data, sta già influenzando la gestione dei talenti nelle aziende, nelle decisioni su assunzioni, promozioni, formazione e sviluppo. D’altronde, il 97% degli HR a livello globale (il 94% in Italia) ha già utilizzato le nuove tecnologie digitali, tra cui l’AI, per migliorare le tre fasi cruciali per ogni recruiter: attrarre, coinvolgere e fidelizzare i talenti. Questa tecnologia apre le porte anche a un percorso professionale più dinamico e in linea con le proprie competenze e il 65% ha investito in strumenti digitali per favorire la mobilità interna dei talenti. Per ora, a un anno e mezzo dal boom dell’Ai con ChatGPT, ancora pochi HR utilizzano l’Intelligenza Artificiale direttamente per identificare profili ad alto potenziale e ricercare competenze specifiche: il 30% a livello mondiale e il 14% in Italia. Quest’ultimo dato dovrebbe far scattare un primo campanello d’allarme sulla reattività del nostro sistema, ora che siamo ancora nella prima fase di questa travolgente tecnologia. I dati emergono dal Talent Trends Report, l’indagine di Randstad Enterprise attraverso un sondaggio su un campione di oltre 1000 human capital leader di grandi organizzazioni nei settori più diversi in 21 Paesi del mondo, tra cui l’Italia dove il problema delle competenze richieste dalle imprese e quelle offerte “Il Talent Trends Report rivela che è ufficialmente iniziata l’era dell’intelligenza ‘umana e artificiale’ in tutto il ciclo di vita dei talenti, un nuovo approccio per affrontare la scarsità di profili e migliorare l’efficienza operativa delle organizzazioni”, dice Fabio Costantini, AD Randstad HR Solutions che aggiunge: “Si conferma, a livello globale, e in particolar modo nel nostro Paese, la difficoltà delle imprese ad attrarre candidati qualificati e una vera e propria concorrenza tra i migliori talenti per le competenze di più difficile reperibilità. Per le aziende cresce ulteriormente l’importanza di investire nel migliorare l’esperienza di lavoro e la cultura organizzativa per attrarre e trattenere le migliori risorse, mentre per le persone restano al centro smartworking e progetti di diversity, equity e inclusion”. Secondo la ricerca Randstad, gli HR di tutto il mondo individuano due grandi sfide per il futuro. Entrambe riguardano le competenze: – maggiore concorrenza per le competenze di difficile reperibilità; – crescente carenza delle competenze specialistiche. Emerge poi una sfida di più ampio respiro, che tocca le radici del sistema lavoro italiano, ovvero l’incapacità di attrarre candidati qualificati. Questa problematica, unita alle previsioni future fatte dagli HR, rischia di rendere poco efficiente la ricerca di personale in un Paese che già adesso registra una delle più basse produttività dell’area Ocse e una profonda crisi di competenze. La situazione nel Belpaese è delicata anche a causa della crisi demografica incide sulla situazione economica e da essa, almeno in parte, dipende. Insomma, le persone con le competenze richieste dal mercato saranno poche ed è vietato lasciarsele sfuggire. Per questo, diventa cruciale l’utilizzo dell’Intelligenza artificiale, mentre agli HR viene chiesto di fare sempre di più, ma con meno budget e meno personale, come testimoniato dal 64% degli intervistati (stessa percentuale in Italia). La ricerca Randstad evidenzia i 10 trend più importanti nella gestione delle risorse umane del 2024:  1- L’intelligenza artificiale sta già ridefinendo il modo di lavorare e gli HR evidenziano vantaggi tangibili come aumento della produttività, automazione del flusso di lavoro, maggiore scalabilità e migliore identificazione delle competenze. I datori di lavoro che utilizzeranno l’intelligenza artificiale responsabilmente, potranno differenziarsi; 2- L’acquisizione digitale dei talenti è al centro della strategia HR. Aumentano gli investimenti nelle tecnologie per la mobilità interna dei talenti e le ricerche di personale basate sull’Ai e su strumenti di matching e valutazione dei candidati tramite messaggi/chatbot; 3- Non solo assunzione, anche la gestione dei talenti
fa passi avanti con l’Ia. Grazie a piattaforme di analisi delle informazioni su retribuzione, abbandono, coinvolgimento e competenze, le risorse umane riescono a prendere decisioni migliori su assunzioni, promozioni, formazione e sviluppo. Gli HR possono anche guidare i singoli lavoratori nell’acquisizione delle competenze necessarie all’avanzamento della carriera e alle opportunità interne in linea con le proprie aspirazioni; 4- L’Ia può mostrare il potenziale delle persone. Questa tecnologia sta già muovendo i primi passi nell’identificazione dei dipendenti ad alto potenziale, nella gestione della carenza di lavoratori qualificati e nel miglioramento della mobilità; 5- Un nuovo approccio. Per affrontare la carenza di lavoratori qualificati, si affermerà un sistema di selezione innovativo, basato sulle competenze e sulle motivazioni, che consente di attingere a un pool più ampio di risorse, andando oltre alle tradizionali qualifiche dei candidati. L’IA viene utilizzata per analizzare le job description, i profili dei lavoratori e i dati di mercato selezionando i candidati con le giuste competenze in modo efficiente;  6- Le difficoltà degli HR, di cui si è parlato sopra, possono essere calmierate dall’Ai. Sulle nostre pagine abbiamo già visto che l’intelligenza artificiale può aiutare la demografia e la produttività di un Paese. Randstad evidenzia come la necessità di un miglior equilibrio casa-lavoro e le stesse preoccupazioni relative all’impatto dell’IA, spingano gli addetti HR ad approfondire questa tecnologia per usarla in maniera efficiente e responsabile;  7- Proseguono, seppure non allo stesso modo ovunque, i vantaggi del lavoro ibrido non solo per i dipendenti, ma anche per le aziende. Le modalità di lavoro a distanza e ibrido rappresentano oggi una importante leva attrarre e fidelizzare le risorse. Il rapporto, inoltre, evidenzia come queste modalità di lavoro offrano anche una maggiore agilità e produttività e una migliore diversità, equità e inclusione (si pensi per esempio ai problemi di spostamento per i soggetti diversamente abili); 8- La cultura organizzativa è uno stimolo per i talenti, secondo gli HR sarà una priorità per il futuro. Come la si promuove? Affermando valori aziendali solidi, dando importanza al benessere personale e all’orientamento alle prestazioni. Il calo dei livelli di coinvolgimento dei dipendenti, rilevato in maniera macroscopica dalla Great Resignation, evidenzia la necessità di risvegliare il senso di inclusione e appartenenza; 9- Calano gli investimenti in diversità, equità e inclusione. In contrasto con la maggiore sensibilità di questi tempi, si evidenzia un calo degli investimenti nei programmi di DEI e un approccio più cauto tra le aziende. Alla base ci sono: insufficienza delle competenze interne, instabilità economica e insufficienza di risorse. Si conferma però il legame tra diversità, innovazione e successo finanziario, a sottolineare l’importanza di queste iniziative anche per migliorare le prestazioni aziendali; 10- Per migliorare la produttività, si parte dal potenziale delle persone. Si affermano strategie di mobilità interna dei talenti, semplificazioni nella mappatura delle possibilità di carriera e strumenti per individuare l’alto potenziale. Seguendo un trend già presente da qualche anno, nei colloqui si analizzano sempre di più potenziale di crescita, pensiero critico, intelligenza emotiva e motivazione. Gli HR utilizzano nuove tecnologie per creare programmi di formazione personalizzati e costruire una cultura basata sull’apprendimento e lo sviluppo. Anche qui, l’Ai gioca un ruolo fondamentale. In molti di questi punti emerge come l’Ai, se usata correttamente, aiuti e supporti l’essere umano, senza rimpiazzarlo. Come scrive Randstad presentando la ricerca: “Combinare intelligenza umana e artificiale, in tutto il ciclo di vita dei talenti, è la chiave per affrontare la scarsità di profili e migliorare l’efficienza operativa delle organizzazioni”. Dall’intelligenza artificiale che ci ruba il lavoro, all’Intelligenza artificiale che ci dà il lavoro. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Fondi ESG, raccolta in aumento in Europa

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(Adnkronos) – Se il 2023 si era chiuso piuttosto male con valori negativi, il primo trimestre del 2024 segna per i Fondi ESG un aumento nella raccolta. Se infatti, negli ultimi tre mesi dell'anno passato i fondi sostenibili avevano registrato deflussi pari a 88 milioni di dollari, l'anno in corso si è aperto in controtendenza con afflussi netti a livello globale pari a 900 milioni di dollari. Da sottolineare, però, che se da una parte si registra un forte aumento della raccolta in Europa, pari a 10,9 miliardi di dollari, circa il doppio rispetto all'ultimo trimestre 2023, dall'altra parte i flussi sono stati decisamente negativi negli USA con -8,8 miliardi di dollari. Flussi negativi anche in Giappone con -1,7 miliardi di dollari, mentre risultano in leggero aumento in Asia e Canada ambedue con +0,2 miliardi e invariati in Australia/Nuova Zelanda. Dunque, l'Europa attualmente è leader nella raccolta dei fondi ESG rappresentando circa l'84% degli asset in fondi sostenibili globali, mentre gli USA rappresentano solo l'11%. Sono questi i dati registrati da Morningstar nel rapporto Global Sustainable Fund Flows: Q1 2024.  Nonostante l'aumento dei flussi complessivi di fondi ESG, il lancio di fondi globali è in continuo calo con solo 97 nuovi fondi sostenibili introdotti a livello globale, contro i 176 del quarto trimestre 2023. Leader nel settore degli investimenti sostenibili è BlackRock, società di investimento con sede a New York, che vanta 368 miliardi di dollari di asset, compresi gli ETF. Alle spalle del colosso americano, si trovano Amundi, il più grande gestore europeo, con 177,2 miliardi di dollari di asset e UBS con 171,2 miliardi di dollari.  Il patrimonio complessivo dei fondi ESG in Europa è pari a 2,5 trilioni di dollari, che come detto costituisce l'84% degli asset in fondi sotenibili globali, ma la crescita percentuale è stata minima, +1,6%. Nonostante i nuovi afflussi pari a 22 miliardi di dollari, i fondi ESG non hanno retto il confronto con i fondi tradizionali, che hanno attirato 45 miliardi di dollari di investimenti. Un dato che fa riflettere, visto che nelle analisi trimestrali dell'andamento dei fondi, è solo la terza volta dal 2021 che i fondi sostenibili hanno registrati flussi peggiori rispetto ai fondi convenzionali. In fatto di differenti classi di asset, il comparto delle azioni ha registato uno stop con deflussi tra i fondi azionari ESG per complessivi 1,3 miliardi di dollari. Parallelamente, sono cresciuti i fondi azionari convenzionali che hanno attirato 12 miliardi di dollari di nuovi investimenti nel primo trimestre del 2024. Sul mercato dei bond, si segnala un incremento considerevole per i fondi obbligazionari sostenibili, +244% rispetto al trimestre precedente per complessivi 19,6 miliardi di dollari. In definitiva, Morningstar sottolinea come, nonostante il rialzo dei primi tre mesi dell'anno, i modesti afflussi complessivi siano un segnale del debole appeal attuale dei fondi ESG per gli investitori. Tra le cause del momento delicato dei fondi ESG, il difficile quadro macroeconomico contrassegnato da tassi d'interesse elevati, inflazione e rischio recessione per diversi Paesi del mondo. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Al via il Festival dello Sviluppo Sostenibile

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(Adnkronos) – Tutto pronto per l'ottava edizione del Festival dello Sviluppo Sostenibile, organizzato dall'Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS): un evento imperdibile per coloro che mirano a un futuro migliore attraverso azioni concrete nel presente. Con tappe in sei città principali – Ivrea, Torino, Bologna, Milano, Palermo e Roma – dal 7 al 23 maggio, questo festival offre un'opportunità unica per esplorare e promuovere la sostenibilità sotto molteplici aspetti. Sotto il motto "Guardare a un futuro migliore per agire con consapevolezza nel presente", ASviS sottolinea l'importanza critica di affrontare le sfide contemporanee con una mentalità orientata al futuro. Il Festival, distribuito su sei città italiane nell’arco di 17 giorni (tanti quanti sono gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030), sarà un'opportunità per coinvolgere il pubblico su temi cruciali legati alla sostenibilità. Attraverso conferenze, workshop e spettacoli, i partecipanti potranno approfondire la comprensione delle sfide ambientali e sociali del nostro tempo e scoprire soluzioni innovative. Tra una tappa e l'altra, numerosi eventi avranno luogo a Roma, presso il Palazzo delle Esposizioni, sede principale del Festival. Qui si terranno appuntamenti dedicati ai singoli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite. L'evento conclusivo si svolgerà il 23 maggio presso l'Aula dei Gruppi della Camera dei Deputati, illustrando alle istituzioni i risultati e le proposte emerse durante il Festival. Il Festival ospiterà una vasta gamma di iniziative, superando la soglia dei mille eventi organizzati in collaborazione con le principali organizzazioni della società civile italiana. Questi eventi, distribuiti tra il programma ufficiale del Festival e gli appuntamenti "gemellati", coinvolgeranno attivamente il pubblico durante la manifestazione e nelle settimane adiacenti. Una delle novità più significative di quest'anno è la partnership con il quarto Heroes Festival, che porta la musica a sostenere la causa della sostenibilità. Da Ivrea a Roma, le esibizioni di musicisti di fama internazionale trasmetteranno un messaggio di impegno ambientale in tutte e sei le tappe del Festival. I Festival territoriali rappresentano un'opportunità fondamentale per coinvolgere attivamente le comunità locali. In città come Delta sul Po, Garda, Modena, Monza, Parma e Sardegna, il confronto e la condivisione di soluzioni sostenibili su scala locale saranno incoraggiati attraverso una serie di attività coordinate da diverse realtà, inclusi istituti scolastici e atenei, che promuoveranno l'apprendimento e la consapevolezza ambientale. La società civile si impegna attivamente per promuovere la sostenibilità attraverso iniziative innovative come illuminazioni artistiche, proiezioni cinematografiche, playlist tematiche e campagne di sensibilizzazione. Queste iniziative, supportate da attori provenienti da vari settori, contribuiscono alla realizzazione degli obiettivi dell'Agenda 2030. Grazie alla collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, il Festival mira a diffondere il suo messaggio di sostenibilità anche oltre i confini nazionali, coinvolgendo sedi diplomatiche, istituti culturali italiani all'estero e organizzazioni internazionali. Con oltre mille iniziative promosse dalla società civile in tutto il mondo durante il mese di maggio, il Festival offre non solo un'opportunità di riflessione, ma anche di azione concreta verso un futuro più sostenibile. Attraverso il coinvolgimento delle istituzioni, delle aziende e della società civile, il Festival mira a catalizzare il cambiamento e a promuovere un'impronta positiva sul nostro pianeta e sulle generazioni future. L'ampia partecipazione di manifestazioni e iniziative gemellate, tra cui European Youth Event, Salone della CSR, Codeway, Innovation Village, Platea2030 e Forum PA, testimonia l'entusiasmo crescente per la sostenibilità e l'impegno comune verso un cambiamento culturale positivo. L'entusiasmo e l'attenzione verso la sostenibilità si riflettono nelle oltre mille iniziative che animano il Festival dello Sviluppo Sostenibile 2024, dimostrando la crescente radicazione e trasversalità dei temi legati alla sostenibilità in ogni ambito della vita nazionale, sia pubblico che privato. "Il Festival del 2024 testimonia l'impegno crescente verso la sostenibilità, coinvolgendo attivamente cittadini, istituzioni e aziende", afferma Enrico Giovannini, direttore scientifico dell'ASviS. "L'importanza delle aziende come protagonisti nella transizione verso una sostenibilità economica, sociale e ambientale è sempre più evidente", aggiunge Giovannini. L'apertura del Festival presso le ex officine Olivetti di Ivrea vedrà la presentazione di un Rapporto sugli scenari per l'Italia al 2030 e al 2050. "Questo rapporto evidenzierà le scelte cruciali da compiere oggi nel campo delle politiche industriali e degli investimenti per assicurare un futuro di prosperità per l'Italia, evitando scenari catastrofici e il peggioramento delle condizioni socioeconomiche", spiega Giovannini. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Limiti più stringenti e risarcimento per i cittadini, ok del Parlamento Ue alla direttiva sulla qualità dell’aria

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(Adnkronos) – L’Ue prepara una nuova stretta contro l’inquinamento dell’aria e prevede la possibilità per i cittadini di essere risarciti dallo Stato in caso di danni alla salute. Il Parlamento ha infatti adottato in via definitiva un accordo politico provvisorio con i governi europei su nuove misure per migliorare la qualità dell’aria nell’Ue con 381 voti favorevoli, 225 contrari e 17 astensioni.  La direttiva prevede una stretta sull’emissione degli agenti più pericolosi per la salute umana come il Pm 2.5, il Pm 10, l’ossido di azoto e l’anidride solforosa, da rispettare entro il 2030. In presenza di determinate condizioni e di un impegno concreto, i Paesi potranno chiedere una deroga di dieci anni per rispettare i nuovi limiti entro il 2040.  Nel testo adottato dal Parlamento Ue, si legge che: “Il piano d’azione per l’inquinamento zero definisce una visione per il 2050, in cui l’inquinamento atmosferico è ridotto a livelli non più considerati nocivi per la salute e per gli ecosistemi naturali. A tal fine, si dovrebbe perseguire un approccio graduale alla definizione delle norme attuali e future dell’Unione in materia di qualità dell’aria, stabilendo standard di qualità dell’aria per il 2030 e oltre e puntando a raggiungere l’allineamento con i più recenti orientamenti dell’OMS sulla qualità dell’aria al più tardi entro il 2050, sulla base di un meccanismo di revisione periodica per tenere conto dei più recenti dati scientifici”.  A tal fine, gli europarlamentari hanno stabilito di aumentare i punti di campionamento della qualità dell’aria nelle città. Per una analisi e un confronto più chiaro, inoltre, si prevede che gli indici di qualità dell’aria, attualmente frammentati nei 27 Paesi, diventino omologati e quindi comparabili, chiari e disponibili al pubblico.
 Il testo emendato dal Parlamento Ue prevede che i risultati della valutazione della qualità dell’aria per le zone in cui sono utilizzate applicazioni di modellizzazione della qualità dell’aria o una stima obiettiva sono indicate le seguenti informazioni: – descrizione delle attività di valutazione svolte; – metodi specifici utilizzati e loro descrizione; – fonti dei dati e delle informazioni; – descrizione dei risultati, comprese l’incertezza e, in particolare, l’estensione di qualsiasi area o, se del caso, la lunghezza della strada all’interno di una zona in cui le concentrazioni superano uno dei valori limite, dei valori-obiettivo o degli obiettivi a lungo termine, e di ogni area in cui le concentrazioni superano la soglia di valutazione; – popolazione potenzialmente esposta a livelli superiori rispetto ai valori limite per la protezione della salute umana. Una delle novità più grandi proposta dalla Commissione e accolta dall’Europarlamento riguarda il principio del “chi inquina paga”. In caso di violazione delle nuove norme nazionali di applicazione della direttiva, sia essa “commessa intenzionalmente o per negligenza delle autorità competenti”, si prevede che i cittadini possano intraprendere azioni legali e ricevere un risarcimento se la loro salute è stata danneggiata. Non solo: la direttiva obbliga gli Stati membri a trovare un modo affinché le norme e le procedure nazionali relative alle richieste di risarcimento siano concepite e applicate “in modo da non rendere impossibile o eccessivamente difficile l’esercizio del diritto al risarcimento dei danni”.  Nel determinare l’ammontare della sanzione, gli Stati dovranno considerare, a seconda dei casi: – la natura, la gravità, la portata e la durata della violazione; – l’impatto della violazione sulla popolazione, compresi i gruppi sensibili e le categorie vulnerabili, o sull’ambiente, tenendo presente l’obiettivo di conseguire un elevato livello di tutela della salute umana e dell’ambiente; – il fatto che la violazione sia stata commessa una sola volta o ripetutamente, compreso l’eventuale previo ricevimento di un ammonimento o di una sanzione amministrativa o penale; – i vantaggi economici derivanti dalla violazione da parte della persona fisica o giuridica ritenuta responsabile, nella misura in cui possano essere determinati. La stretta sulla qualità dell’aria si è resa necessaria a fronte dei numeri: come riporta lo stesso Parlamento Ue sul proprio sito, l’inquinamento atmosferico continua ad essere la prima causa ambientale di morte prematura nell’Ue, con circa 300.000 morti all’anno. Situazione particolarmente grave nel nostro Paese, anche a causa dell’elevatissima presenza di auto, tanto che a marzo scorso la Commissione europea ha inviato una
lettera formale di messa in mora all’Italia
, evidenziando la persistente mancata conformità del Paese alla sentenza della Corte di Giustizia del 10 novembre 2020, degli standard imposti dalla direttiva europea sulla qualità dell’aria. Dopo la votazione, il relatore Javi López (S&D, ES) ha dichiarato: “Aggiornando gli standard di qualità dell’aria, alcuni dei quali sono stati stabiliti quasi due decenni fa, l’inquinamento sarà dimezzato in tutta l’UE, aprendo la strada a un futuro più sano e sostenibile. Grazie al Parlamento, le norme aggiornate migliorano il monitoraggio della qualità dell’aria e proteggono in modo più efficace i gruppi vulnerabili. Quella di oggi è una vittoria significativa nel nostro costante impegno a garantire un ambiente più sicuro e più pulito per tutti i cittadini europei.” La direttiva deve ora essere formalmente adottata dal Consiglio, prima di essere pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’Ue ed entrare in vigore 20 giorni dopo. Da allora i Paesi avranno due anni di tempo per applicare le nuove norme. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

L’ASL di Latina premiata per la parità di genere

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(Adnkronos) – L'ASL di Latina ha fatto storia diventando la prima azienda sanitaria in Italia ad ottenere la certificazione di parità di genere. Questo riconoscimento, conforme alla UNI/PdR 125:2022, posiziona l'ASL di Latina tra le prime aziende pubbliche nel paese ad adottare politiche concrete per garantire l'uguaglianza di genere. Tale successo non solo conferma l'impegno dell'ASL di Latina verso la parità di genere, ma porta anche con sé notevoli vantaggi sia sul piano economico che reputazionale. Con quattro ospedali e cinque distretti, l'ASL di Latina è un pilastro della sanità locale, con il 66% del suo personale composto da donne. Ancora più significativo è il fatto che il 51% dei dirigenti dell'ASL di Latina sono donne, dimostrando un impegno tangibile nell'incoraggiare la leadership femminile all'interno dell'organizzazione. L'Asl di Latina si è distinta come pioniera nell'adozione di politiche volte a ridurre il divario di genere e a favorire la crescita professionale delle donne all'interno dell'organizzazione. Questo impegno ha trovato concreta manifestazione nel processo di certificazione della parità di genere, avviato come parte del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Tale processo, guidato dal Comitato Unico Garanzia (CUG), ha rappresentato un vero e proprio impegno collettivo per l'azienda, con un team dedicato che ha lavorato instancabilmente per garantire il successo del percorso. Il percorso verso la certificazione di parità di genere è stato caratterizzato da una serie di iniziative mirate a promuovere l'uguaglianza di genere in vari settori aziendali. Tra queste, spiccano la formazione specifica per gli auditor interni, finalizzata a sviluppare competenze e sensibilità necessarie per valutare e migliorare le politiche di genere all'interno dell'azienda. Inoltre, è stato istituito un Comitato Guida per implementare e monitorare nel tempo il Piano Strategico sulle Politiche di genere, garantendo così un'impostazione solida e duratura alle azioni intraprese. Durante il processo di certificazione, l'ASL di Latina è stata sottoposta a un esame dettagliato da parte di un ente certificatore esterno. Questo controllo ha valutato l'organizzazione sotto diversi aspetti, tra cui cultura e strategia, governance, processi legati alle risorse umane, equità retributiva e tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro. Nonostante la complessità e l'attenzione ai dettagli richiesti, l'ASL di Latina ha superato con successo questo esame, ottenendo un punteggio dell'81%, dimostrando così il suo impegno costante nel promuovere la parità di genere e contrastare le discriminazioni. "È motivo di grande soddisfazione per l'azienda sanitaria locale di Latina essere la prima in Italia a raggiungere questo importante traguardo sulla parità di genere", ha affermato con orgoglio Francesco Rocca, presidente della Regione Lazio. "Le donne sono il doppio dei professionisti nel settore sanitario e il loro impegno quotidiano è fondamentale per garantire la qualità della sanità. Questo ennesimo riconoscimento conferma il nostro impegno a promuovere l'inclusione e la pari opportunità aziendale". Il commissario straordinario dell’Asl di Latina, Sabrina Cenciarelli, ha espresso un sincero orgoglio per il traguardo storico raggiunto dall'azienda nel campo della parità di genere: “Siamo orgogliosi del traguardo raggiunto, che premia il lavoro di tanti anni sui temi dell’inclusione e valorizzazione di genere, grazie anche al Team aziendale afferente al Dipartimento Staff, che ha saputo indirizzare e valorizzare al meglio le competenze interne”. La certificazione di genere rappresenta solo l'inizio di un percorso di miglioramento continuo per l'ASL di Latina. Nel prossimo triennio, l'azienda si impegna a concentrarsi su aree specifiche dove possono essere apportati ulteriori miglioramenti. La certificazione non solo rafforzerà la competitività dell'azienda attraverso vantaggi economici diretti e indiretti, come previsto dalla legge 5 novembre 2021, n. 162, ma contribuirà anche a migliorare la reputazione dell'azienda, confermando il suo impegno per l'inclusione e la diversità. —salute/sanitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Rendicontazione ESG, Consob sostiene le PMI

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(Adnkronos) – Dal Gruppo di lavoro 3 attivato all'interno del Tavolo per la Finanza Sostenibile e coordinato da Consob, è nato un progetto per la creazione di un template per la rendicontazione ESG dedicato alle PMI. Il progetto intende sostenere le PMI non soggette ad attività di reporting ESG, supportandole nella ricerca e raccolta di informazioni sulla sostenibilità ambientale, sociale e di governance, da poter fornire a diversi operatori del sistema economico, quali banche e partner finanziari.  Il progetto è focalizzato sulla messa a punto di un template con le informazioni ESG ritenute più rilevanti per le PMI. Il documento sarà sottoposto a consultazione pubblica nel corso del 2024 e in ogni caso non rappresenta uno standard di rendicontazione ESG, né costituisce un'alternativa all'utilizzo di standard riconosciuti, adottati o in corso di adozione a livello nazionale ed internazionale, pur contibuendo ad aumentare la consapevolezza delle imprese circa le questioni di sostenibilità che interessano maggiormente l'esercizio delle loro attività. Il template per le PMI proposto dal Tavolo per la Finanza Sostenibile rappresenta uno schema per la raccolta dei dati nell'ambito dei rapporti tra piccole e medie aziende da una parte e banche dall'altra. Si tratta del primo step di un più ampio progetto che comprenderà anche l'individuazione delle informazioni ESG da fornire ad altri operatori del sistema economico come imprese non finanziarie e partner commerciali. Parallelamente alla proposizione del template alle PMI, sono previste attività di educazione finanziaria e sensibilizzazione verso i temi ESG, anche in considerazione della crescente importanza della rendicontazione delle aziende, anche se su base volontaria come ad oggi avviene per le PMI non quotate.  Alla base del progetto del template PMI, il Gruppo di Lavoro 3 coordinato da Consob ha svolto diverse attività. Prima di tutto, la mappatura degli obblighi normativi di reportistica ESG, attuali e prospettici, delle imprese finanziarie e non, che ha permesso di identificare tutte le possibili esigenze di informazione delle imprese finanziarie e non finanziarie e di mapparle in maniera dettagliata. In secondo luogo, è stata effettuata un'attività di mappatura delle informazioni di sostenibilità relative alle PMI non quotate che le imprese finanziarie e non finanziarie ritengono rilevanti. Un terzo step ha riguardato la preparazione di schemi per la raccolta dei dati delle PMI non quotate, messi a punto anche grazie al confronto con gli stakeholder, necessari per assolvere alle esigenze informative precedentemente citate. In definitiva, il template ha l'obiettivo centrale di facilitare la trasmissione di informazioni di sostenibilità nell'ambito del rapporto bilaterale tra PMI e banche. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Marche, silver economy e digitale ridefiniscono il mercato del lavoro

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(Adnkronos) – Il tessuto economico marchigiano si appresta a un'epoca di trasformazioni epocali, spinte dalla rivoluzione digitale, dalla transizione verde e dall'invecchiamento demografico. Secondo le analisi del Centro Studi Cna Marche, basate sui dati di Excelsior Unioncamere, le professioni più richieste nei prossimi cinque anni rispecchieranno questa evoluzione. Le Marche stanno per intraprendere un viaggio verso una nuova era di sostenibilità, dove le energie rinnovabili e le pratiche eco-sostenibili saranno le pietre miliari dello sviluppo economico regionale. Questo cambiamento non solo rappresenta una risposta alle sfide ambientali attuali, ma offre anche un'opportunità unica per la crescita economica e l'occupazione. Con una crescente consapevolezza ambientale e la necessità di ridurre l'impatto sul pianeta, la domanda di professionisti esperti nel settore delle energie rinnovabili e della sostenibilità è destinata a crescere in modo significativo. La richiesta di professionisti specializzati in questi settori è destinata a crescere esponenzialmente, poiché le imprese cercano figure in grado di guidare questa rivoluzione. Investire nell'istruzione e nella formazione specifiche in queste aree diventerà fondamentale per garantire la competitività delle aziende e l'occupabilità dei lavoratori.  Tuttavia, il cambiamento non riguarda solo l'ambiente, ma anche la composizione demografica della regione. Secondo i dati dell'Istat, nei prossimi cinque anni, ci sarà un aumento dell'8% degli over 60 e una diminuzione del 4% dei marchigiani in età lavorativa tra i 18 e i 59 anni. Questo fenomeno, noto come terza transizione demografica, presenta sfide uniche, ma anche opportunità per la creazione di nuovi mercati e posti di lavoro, specialmente nei settori dei servizi culturali, turistici, immobiliari e assicurativi. Il panorama lavorativo delle Marche si prepara a un periodo di significative trasformazioni nei prossimi cinque anni. La chiave per affrontare questa evoluzione è una stretta collaborazione tra istituzioni, scuole e imprese al fine di preparare le competenze necessarie per il mercato del lavoro in rapida evoluzione. Politiche attive del lavoro e misure di welfare rivestono un'importanza cruciale nel superare la carenza di lavoratori qualificati e nel favorire l'occupabilità, specialmente tra le fasce femminili e giovanili. Il fabbisogno occupazionale complessivo delle Marche è stimato in 84.500 unità nei prossimi cinque anni. Particolarmente elevata sarà la richiesta di dirigenti e professionisti altamente specializzati, tecnici e impiegati qualificati nel commercio e nei servizi. Settori in forte crescita come la salute, l'informatica e le costruzioni green offriranno ampie opportunità di lavoro. Tra il 2024 e il 2028, le Marche avranno bisogno di 84.500 mila unità di cui 78.000 lavoratori sostituiranno quelli in uscita e 6.500 nuovi ingressi si uniranno alla forza lavoro regionale. La richiesta sarà diversificata, con 15.900 dirigenti e professionisti ad elevata specializzazione, 14.900 tecnici, 10.000 impiegati, 16.400 addetti qualificati nel commercio e nei servizi, 13.900 operai specializzati e 5.600 conduttori di impianti. Escludendo il settore agricolo, i fabbisogni occupazionali coinvolgeranno 83.200 persone, con 28.800 con formazione terziaria, 23.300 con diploma di scuola secondaria superiore tecnico professionale, 3.600 con diploma liceale, 18.200 con qualifica di formazione o diploma professionale e 9.300 con licenza media. Il futuro del lavoro nelle Marche si presenta promettente, con ampie opportunità per coloro che investono nelle competenze del futuro e si preparano ad abbracciare le sfide di un'economia in continua evoluzione. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)