A2a lancia le city plug, la nuova era della ricarica elettrica urbana

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(Adnkronos) –
Ricaricare l’auto elettrica in strada come a casa, senza limiti di tempo. Dopo l’installazione pilota a Brescia, la rivoluzione parte da Milano pronta a diffondersi in modo capillare in tutta Italia. A2A lancia infatti le colonnine City Plug, interamente ideate dal Gruppo con il design di Giugiaro Architettura. Infrastrutture di arredo urbano compatte, dal gradevole design, non impattanti sulla rete elettrica cittadina, per la ricarica lenta dei veicoli, fino a 7 Kw. Non avranno spazi dedicati ma, grazie alle dimensioni ridotte, saranno presenti capillarmente nelle comuni aree di sosta blu e gialle della città, consentendo di lasciare l’auto collegata di giorno e di notte per tutto il tempo desiderato.  Il progetto è stato presentato oggi a Milano in via Manara dove A2A, in sinergia con l’Amministrazione Comunale, ha inaugurato la prima area di ricarica cittadina con City Plug, la soluzione per conciliare l'incremento delle infrastrutture per veicoli elettrici con la tutela dell'armonia e della funzionalità degli spazi urbani. Inoltre, grazie al loro sistema innovativo di bilanciamento sulle varie prese, queste colonnine permettono di minimizzare il carico sulla rete elettrica urbana. La società rafforza così le azioni per favorire lo sviluppo della mobilità sostenibile di Milano con la previsione di installare circa 4.000 nuovi punti di ricarica nei prossimi due anni, quasi triplicando la disponibilità attuale, suddivisi in 285 stazioni distribuite uniformemente su tutto il territorio comunale e portando Milano a essere la città con la maggior densità di punti di ricarica pubblica d’Italia e tra i vertici in Europa.  Queste infrastrutture, interamente alimentate da energia 100% rinnovabile, pensate per ricariche di lunga durata, consentiranno ai cittadini di avere a disposizione soluzioni per la mobilità elettrica capillari, raggiungibili facilmente a piedi dalla propria abitazione o dal luogo di lavoro. “Le City Plug progettate da A2A E-Mobility costituiscono una splendida rivoluzione per Milano e per l’intero sistema della mobilità urbana sostenibile –commenta il Sindaco di Milano Giuseppe Sala- la presenza capillare e discreta di colonnine di ricarica nei parcheggi non solo avvicinerà la nostra città alle grandi metropoli del mondo che hanno già adottato sistemi simili, ma darà un positivo impulso alla diffusione di veicoli elettrici, contribuendo così al processo di transizione ecologica che da tempo Milano ha avviato. Con questo progetto A2A dimostra di essere un punto di riferimento nell’innovazione rivolta alla sostenibilità''.  "Milano sta rispondendo attivamente alla sfida della transizione energetica e alla necessità che gli spostamenti diventino a zero emissioni. Il progetto presentato oggi dimostra che investimenti in infrastrutture e soluzioni innovative sono essenziali per favorire questo cambio di paradigma -dice Renato Mazzoncini, Amministratore Delegato di A2A- con le City Plug inauguriamo una nuova era della mobilità urbana. A2A scommette sul fatto che il capoluogo lombardo, anche grazie a questa capillare infrastruttura, accelererà la transizione elettrica, e per questo ha progettato soluzioni che, riducendo sensibilmente il costo di investimento per ogni punto di ricarica, non richiedono uno stallo dedicato, né fissano un tempo limite di occupazione della colonnina, come invece avviene oggi per ogni altra colonnina sul territorio nazionale. La loro tecnologia e design avanzati consentono di andare incontro alle esigenze di ricarica dei cittadini. In ambito urbano la necessità non è quella della ricarica veloce, con l’onere di scollegare e spostare il veicolo dopo una o due ore, bensì di lasciare l’auto parcheggiata la sera e ritrovarla carica la mattina, o lasciarla parcheggiata all’inizio della giornata lavorativa e trovarla carica al pomeriggio. Un nuovo modello di ricarica che il Gruppo ha intenzione di mettere a disposizione dei centri urbani di tutto il territorio nazionale per supportarli nei loro processi di trasformazione''.  Le City Plug erogano energia in bassa potenza e, grazie alla tecnologia Dynamic Load Management, possono alimentare fino a 14 punti con un unico contatore massimizzando il numero di vetture collegate al singolo dispositivo. Un’innovativa ricarica di quartiere con colonnine quasi invisibili che si integrano perfettamente nel tessuto urbano.  —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Sindaco Sala: “Colonnine City Plug sono rivoluzione ricarica elettrica”

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(Adnkronos) – “Quello di oggi è un test importante. I milanesi hanno una natura pragmatica, perciò ora stiamo a vedere quanto rapidamente verranno diffuse queste colonnine. Dal canto mio, avrò un occhio attento a riguardo, ma sono convinto che con questa diffusione la modalità di ricarica delle auto elettriche potrà cambiare molto. Di conseguenza, la speranza è quella che molte altre città seguano l'esempio di Milano”. A dirlo è il sindaco di Milano Giuseppe Sala, intervenuto in occasione dell’inaugurazione delle nuove colonnine City Plug di A2a per la ricarica elettrica a Milano. La prima stazione di ricarica di questo tipo si trova in Via Manara, a pochi passi dal Palazzo di Giustizia e da Piazza Duomo. Con questo intervento, che prevede l’installazione da parte di A2a di 4000 prese per la ricarica elettrica City Plug entro il 2025, “Milano diventerà una delle quattro città più elettrificate d'Europa, un primato a cui teniamo molto. Conoscendo i milanesi da tanti decenni – conclude il sindaco – credo che di fronte a questa innovazione ci sarà ancora più attrazione verso il passaggio all’elettrico”.  —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Greenpeace: trovate microplastiche sui ghiacciai dei Forni e del Miage

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(Adnkronos) – Trovate microplastiche sui giganti di ghiaccio dei Forni e del Miage, due tra i più importanti ed estesi ghiacciai dell’arco alpino, tra Lombardia e Valle d’Aosta: le nuove evidenze emergono da campioni raccolti la scorsa estate da Greenpeace Italia e analizzati grazie al supporto del Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università degli Studi di Milano e del Dipartimento per lo Sviluppo Sostenibile e la Transizione Ecologica (Disste) dell’Università del Piemonte Orientale.  I risultati mostrano – spiega Greenpeace – che "la contaminazione interessa l’80% dei campioni prelevati sul Ghiacciaio dei Forni e il 60% di quelli raccolti sul Ghiacciaio del Miage. Tra le microplastiche individuate, ossia tutte le particelle di plastica con dimensioni inferiori a un millimetro, le fibre rappresentano oltre il 70% dell’impronta di contaminazione". "Le analisi confermano che la contaminazione da microplastiche è ormai ubiquitaria e ampiamente diffusa anche sui ghiacciai italiani – afferma Marco Parolini, docente di ecologia presso il Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università degli Studi di Milano – Questa evidenza risulta particolarmente importante in un periodo storico in cui l’aumento delle temperature globali può determinare il rilascio di inquinanti immobilizzati all’interno dei ghiacciai in fusione, contribuendo a contaminare gli ecosistemi acquatici e terrestri che si trovano a valle". Il monitoraggio effettuato da Greenpeace Italia consente non solo di conoscere i livelli di microplastiche presenti sui ghiacciai esaminati, ma anche di ipotizzare le cause e le fonti dell’inquinamento. "Le attività turistiche e alpinistiche, compresa la presenza di impianti sciistici e di risalita, possono infatti rappresentare una sorgente di contaminazione locale da plastica – osserva Greenpeace – La maggior parte dell’attrezzatura e dell’equipaggiamento tecnico da montagna, per esempio, è infatti realizzata in polimeri plastici e potrebbe contribuire al rilascio di fibre e frammenti. A ciò si aggiungono la degradazione e frammentazione di rifiuti plastici di grandi dimensioni abbandonati sui ghiacciai, come gli imballaggi alimentari. Studi recenti hanno inoltre confermato che le microplastiche possono raggiungere gli ecosistemi glaciali trasportate dalle correnti atmosferiche".  "Per tutelare questi preziosi quanto fragili ecosistemi, nonché gli habitat, le risorse e le comunità montane, serve una fruizione sostenibile e consapevole del territorio, oltre che una riduzione del consumo di plastica, che in gran parte deriva dalle medesime fonti fossili che stanno alterando il clima del pianeta mettendo a rischio l'esistenza stessa dei nostri ghiacciai", dichiara Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna Inquinamento di Greenpeace Italia.  Il monitoraggio che ha permesso di evidenziare la presenza di microplastiche sui ghiacciai del Miage e dei Forni è stato effettuato durante una spedizione congiunta dell’associazione ambientalista e del Comitato Glaciologico Italiano (Cgi) che si è svolta tra fine agosto e inizio settembre per verificare lo stato di salute dei due importanti ghiacciai italiani, la cui sopravvivenza è oggi minacciata dalla crisi climatica e dalle attività antropiche, come racconta in dettaglio il rapporto 'Giganti in ritirata'.  —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Rinnovabili, la comunità internazionale spinge sull’acceleratore?

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(Adnkronos) – L’anno che si è appena chiuso ha spinto verso l’alto i principali indicatori relativi all’impiego di energia proveniente da fonti rinnovabili. In particolare, l’aumento di capacità è stato del 50%, circa 510 gigawatt in più rispetto al 2022. A fare da traino è stata la Cina, che in termini numerici ha superato tutti gli altri membri della comunità internazionale. Il Dragone investe da tempo nel fotovoltaico, soprattutto per ridurre le ingenti emissioni prodotte. Lo riporta il consueto rapporto di fine anno che l’IEA, Agenzia internazionale dell’energia, ha recentemente pubblicato. —sostenibilita/tendenzewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Cambiamento climatico, Giovannini: “Bene il Pnacc, ora va attuato”

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(Adnkronos) – Un primo passo sulla strada della prevenzione degli eventi climatici. Dopo svariati anni, è stato approvato il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (noto come PNACC): Enrico Giovannini, già ministro nei governi Letta e Draghi (alle Infrastrutture), co-fondatore e direttore scientifico dell’ASviS (Alleanza per lo sviluppo sostenibile) spiega a SostenibileOggi.it i passaggi chiave, tra luci e ombre, del Piano. Professore, è davvero così importante l’approvazione del Piano? "Ritengo molto positivo che l’Italia si sia dotata del Pnacc dopo tanti anni in cui questo Piano avrebbe dovuto essere predisposto. Peraltro, la sua approvazione, avvenuta il 2 gennaio, era stata preceduta dalla fase di consultazione pubblica a opera del governo in carica, avviata a inizio 2023, sulla bozza elaborata dal governo Draghi in cui io ero il ministro per le Infrastrutture e la Mobilità Sostenibili, la quale ha ricevuto molti commenti dalla società civile, compresa l’ASvIS. Ma l’approvazione del Piano è solo l’inizio di un processo, si deve pensare ora ai passi successivi". 
Qual è il primo passo da fare? "Il governo deve rapidamente mettere in piedi la struttura di governance (l’Osservatorio) prevista dal PNACC e poi iniziare ad attuarlo". L'intervista completa su SostenibileOggi.it
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Clima, nuovo record per le temperature del mare nel 2023

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(Adnkronos) – Nel 2023 le temperature del mare sono aumentate registrando un nuovo record nel riscaldamento delle acque, con aumento del contenuto termico, della stratificazione e della salinità. È quanto emerge dallo studio New Record Ocean temperatures and related climate indicators in 2023, pubblicato sulla rivista Advances in Atmospheric Science e condotto da un team internazionale, coordinato da Iap-Cas (Istituto di fisica dell'atmosfera dell’Accademia Cinese delle Scienze) e composto da scienziati statunitensi del Ncei-Noaa (Centri nazionali per le informazioni ambientali della National Oceanic and Atmospheric Administration), neozelandesi, francesi e, per l’Italia, da Simona Simoncelli dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) e Franco Reseghetti dell’Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea).  Nel 2023, la temperatura delle acque oceaniche, che ricoprono il 70% del pianeta e assorbono circa il 90% del calore causato dal riscaldamento globale, è aumentata di un valore compreso tra gli 8 (secondo il calcolo Noaa) e i 15 (calcolo di Iap-Cas) ZettaJoule rispetto al 2022 nello strato compreso tra 0 e 2000 metri di profondità: per avere un’idea, 1 ZettaJoule equivale al doppio della quantità di energia che alimenta ogni anno l’economia mondiale – spiega Enea, illustrando i risultati dello studio – I differenti risultati sembrano imputabili principalmente alle diverse procedure di controllo di qualità dei dati e alle metodologie di calcolo. Oltre al riscaldamento generale delle acque, anomalie molto forti sono state riscontrate anche nelle temperature superficiali dell’oceano, con valori inaspettati riconducibili in questo caso, oltre che al riscaldamento globale, anche alle fluttuazioni termiche a breve termine dell’Oceano Pacifico dovute alla transizione dei fenomeni La Niña ed El Niño, a partire da maggio 2023.  Le acque complessivamente più calde prodotte dalla combinazione di questi fattori possono modificare l’andamento meteorologico a livello mondiale. In particolare, la variazione di precipitazioni atmosferiche e l’evaporazione delle acque superficiali alterano la salinità dell’oceano, per cui le aree salate continuano a divenire sempre più salate e le aree con acqua più dolce continuano a diminuire la loro salinità, con conseguenze dirette sulla vita marina, sulle correnti oceaniche e sulle interazioni con l’atmosfera. Le acque meno dense, calde e meno salate tendono a rimanere in superficie e non sono in grado di trasportare calore, anidride carbonica e ossigeno alle acque più profonde, con gravi conseguenze per la vita animale e vegetale dell’oceano. Si parla, in questo caso, di acque 'stratificate': secondo lo studio appena pubblicato, nell’ultimo anno anche la stratificazione risulta ulteriormente aumentata rispetto al 2022.  A causa delle acque oceaniche più calde, calore e umidità in eccesso entrano nell’atmosfera a causa dell’evaporazione delle acque superficiali, rendendo le tempeste più violente, con piogge e venti più forti e, quindi, con un maggior rischio di inondazioni, anche sul territorio italiano.  In questo scenario globale, il Mar Mediterraneo nel 2023 si è confermato il bacino che si scalda più velocemente tra quelli analizzati nello studio, raggiungendo il valore termico più elevato dall’inizio delle rilevazioni moderne.  “Nel 2023 Ingv ed Enea hanno continuato, nell’ambito del progetto Macmap finanziato da Ingv, a raccogliere su base stagionale i dati della temperatura delle acque del Mediterraneo, in particolare dei Mari Ligure e Tirreno lungo la tratta Genova-Palermo, grazie alla collaborazione con la compagnia di navigazione Grandi Navi Veloci (Gnv) – spiega Simona Simoncelli, ricercatrice Ingv e co-autrice dello studio – L’analisi di questi dati di temperatura, nonché di quelli raccolti a 400 metri di profondità dalla boa del Cnr-Ismar nel Canale di Sicilia, indica a partire dal 2013 un chiaro riscaldamento nello strato delle acque comprese tra i 150 e i 450 metri di profondità, estesosi poi alle acque più profonde (fino a 700 metri) e più settentrionali. In questo caso tra il 2013 e il 2016 il riscaldamento è stato superiore a 0.4 °C, seguito da una leggera diminuzione e da un periodo stazionario. La temperatura delle acque ha ripreso ad aumentare dal 2021, raggiungendo il suo record, per il momento, a settembre 2023”.  “Continuare a monitorare sistematicamente i mari, nello specifico il Mar Mediterraneo, misurando i valori di alcuni parametri come temperatura, salinità, PH e ossigeno, rimane l’unico modo per consolidare le conoscenze sull’argomento e migliorare l’affidabilità delle previsioni che al momento non sono accurate quanto necessario e desiderato, anche se si è in presenza di un trend di crescita delle temperature evidente”, aggiunge Franco Reseghetti, ricercatore Enea e co-autore dello studio.  “Il Mediterraneo influenza fortemente la vita nei Paesi che vi si affacciano: dall’agricoltura, alla pesca, all’idrologia, all’evoluzione meteo, alla salute delle popolazioni. Continuare a monitorarlo è la chiave per contribuire a conoscere gli effetti del riscaldamento globale, sensibilizzare la società a questa emergenza e stimolare l’adozione di necessarie misure di adattamento e mitigazione. Bisogna sempre tener presente che a causa di questo fenomeno si registrano ogni anno danni materiali enormi in tutto il mondo, accompagnati spesso dalla perdita di vite umane”, concludono i ricercatori. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Foreste e biodiversità: il ruolo chiave delle aziende nella lotta al climate change

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(Adnkronos) – La creazione di nuove foreste emerge come una strategia cruciale per affrontare le sfide climatiche e preservare la biodiversità, secondo quanto evidenziato da un recente studio condotto da Rete Clima. L'indagine coinvolge le aziende italiane, rivelando la loro percezione sulla gestione forestale e l'importanza delle foreste nel contesto del cambiamento climatico. Il 90% delle aziende coinvolte nel sondaggio considera la creazione di nuove foreste una strategia vincente. Il 64% sostiene la necessità di una gestione forestale più attiva rispetto a quella attuale. L'78% delle aziende ritiene che la tutela della biodiversità contribuisca a contrastare il cambiamento climatico e viceversa. L'indagine evidenzia l'importanza di approcci integrati per affrontare la crisi climatica. Nonostante la superficie forestale in Italia abbia registrato un aumento, il 32% degli intervistati crede che sia diminuita, mentre il 20% sostiene una diminuzione drastica. La gestione sostenibile delle foreste è indicata dal 62% come fondamentale. Riguardo alle foreste urbane, il 30% riconosce l'importanza della conservazione, il 24% collega le foreste all'ambiente e al contrasto all'inquinamento, mentre solo il 2% considera gli incendi boschivi una minaccia significativa. Nonostante il potenziale valore annuale di oltre 220 miliardi di euro dei servizi ecosistemici forniti dalle foreste, solo il 2% degli intervistati attribuisce un valore economico al verde urbano. Le foreste urbane offrono numerosi benefici, dalla riduzione dell'inquinamento atmosferico al miglioramento della qualità dell'aria e del valore immobiliare. Lo studio sottolinea l'urgenza di maggiori campagne informative (26%), iniziative di partecipazione pubblica (24%) e narrazioni non tendenziose (22%). I giovani (14%), i decision maker (28%) e la popolazione urbana (8%) sono identificati come gruppi target. L'esempio virtuoso di alcune aziende e le best practice evidenziano l'importanza dell'impegno congiunto nel promuovere la biodiversità e la riforestazione. L'indagine di Rete Clima mette in luce la consapevolezza delle aziende italiane sulla necessità di agire per preservare le foreste e la biodiversità. Tuttavia, evidenzia anche la necessità di maggiore sensibilizzazione sulla gestione del patrimonio forestale e la sua connessione con la biodiversità. La creazione di nuove foreste, insieme a iniziative di comunicazione e azioni sostenibili, si configura come un imperativo per affrontare la crisi climatica e costruire un futuro sostenibile. —sostenibilita/csrwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Record di occupazione femminile in Italia, gli incentivi alle assunzioni funzionano

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(Adnkronos) – Nel record occupazionale registrato dall’Italia a novembre scorso, spicca la crescita di assunzioni “rosa”.  A novembre 2023 l’Istat ha registrato 23 milioni e 743 mila lavoratori, tra permanenti e a termine, segnando un +2,2%, ovvero 520 mila occupati in più. Con questo aggiornamento, il tasso di occupazione sale al 61,8%, in crescita dell’1,3% rispetto al novembre 2022, e il tasso di disoccupazione scende al 7,5%. Rispetto al mese precedente, ottobre 2023, gli occupati sono cresciuti dello 0,1%, e il dato sull’occupazione femminile è molto significativo. Dei 30 mila nuovi occupati, infatti, ben 24 mila sono donne che rappresentano dunque l’80% dell’incremento occupazionale mensile.
 Le donne occupate raggiungono così i 10 milioni 49 mila unità, ben 258 mila in più rispetto allo stesso mese di un anno prima. Mai nella storia italiana ce ne sono state così tante. Dati che Confcommercio commenta così “Il 2024 potrebbe essere un altro anno di crescita, seppure non brillante, ma la partecipazione delle donne al mondo del lavoro è ancora molto lontana dai valori medi europei”. Resta tuttavia da evidenziare il boom di assunzioni rosa, prova che gli incentivi per le assunzioni delle donne sono efficaci.  Il record di occupazione femminile rilevato dall'Istat a novembre 2023 è (anche) il frutto di un percorso politico portato avanti per diversi anni e sempre con maggiore decisione.  Nella storia recente, infatti, diversi sono stati gli interventi normativi per ridurre il gender gap al lavoro, tra cui: – Riforma Fornero (2011-2012): la legge, tanto discussa per quanto riguarda le pensioni, prevedeva una riduzione pari al 50% dei contributi a carico dei datori di lavoro. Nello specifico, in caso di assunzioni con contratto a tempo determinato, lo sgravio durava 12 mesi; mentre per i contratti a tempo indeterminato originali o frutto di trasformazione di un contratto a tempo determinata, lo sgravio durava 18 mesi dalla data di assunzione; – Legge di Bilancio 2021: con la Manovra di due anni fa, si è intervenuti in maniera più decisa prevedendo lo sgravio contributivo totale (100% dei contributi) nel limite annuo di 6.000 euro per le assunzioni effettuate nel biennio 2021-2022. L’esonero è stato riconosciuto per i contratti a tempo determinato e indeterminato stipulati dal 1° gennaio 2021 e fino al 31 dicembre 2022 e per le trasformazioni dei contratti a tempo determinato intervenute tra le parti nel corso dello stesso periodo. L’incentivo spettava anche in caso di part-time e per i rapporti di lavoro subordinato instaurati in attuazione del vincolo associativo stretto con una cooperativa di lavoro; – Legge di Bilancio 2023: ha sostanzialmente confermato l’esonero contributivo al 100% della Manovra 2021, ma ha innalzato a 8.000 euro annui l’importo massimo dello sgravio per il datore di lavoro, incentivando ancora di più l’occupazione femminile. Come tutte le agevolazioni, anche l’assunzione agevolata delle donne prevede requisiti specifici precisi: – donne “svantaggiate” con almeno 50 anni di età che siano disoccupate da oltre 12 mesi ovunque residenti. Oltre al requisito anagrafico, è necessario essere anche in stato di disoccupazione; – donne di qualsiasi età con una professione o di un settore economico caratterizzati da un’accentuata gender gap occupazionale;  – donne di qualsiasi età ovunque residenti e prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 24 mesi; – donne di qualsiasi età residenti in una delle aree ammissibili ai finanziamenti nell’ambito dei fondi strutturali dell’Unione europea e prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 6 mesi. Tra le aree individuate dalla carta degli aiuti a finalità regionale approvata dalla Commissione europea, ci sono le seguenti regioni: Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna. “Una donna che mette al mondo almeno due figli ha già offerto un importante contributo alla società, e lo Stato cerca di compensare pagando i contributi previdenziali”. Con queste parole il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha presentato la misura della decontribuzione totale per le mamme approvata con la Manovra 2024.  In base a questa misura, il 100% dei contributi previdenziali delle mamme di 2 o più figli fino ai dieci anni sarà pagato dallo Stato, di fatto azzerando il cuneo fiscale.  A fianco a questa norma, è arrivata la stretta sulle pensioni anticipate che, in realtà, non riguarda solo le donne ma tutti i lavoratori ed è causata dalla crisi demografica che imperversa in Italia.  Quota 103 presenta delle penalizzazioni per chi sceglie di usufruirne, a partire dal ricalcolo contributivo dell’assegno (meno corposo del calcolo retributivo); mentre la nuova Ape sociale aumenta di 5 mesi l’età necessaria per l’uscita anticipata, che passa da 63 anni a 63 anni e 5 mesi. In particolare, l’impianto di Opzione donna richiede 1 anno in più per uscire anticipatamente dal mondo del lavoro: a 61 anni e non più 60 senza figli; a 60 anni e non più 59 con un figlio; a 59 anni e non più 58 con due o più figli. La strada è ancora lunga ma se l’invecchiamento della classe operaia italiana non è una buona notizia per il Paese, il boom dell’occupazione femminile lascia intravedere qualche speranza sia sotto il profilo demografico che sotto il profilo della parità di genere. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Italiani e case green, l’indagine di Altroconsumo

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(Adnkronos) – La transizione energetica passa anche per l'efficientamento delle case. Ma a che punto sono gli italiani sul fronte delle case green? Secondo un'indagine di Altroconsumo, gli italiani conoscono poco i propri consumi energetici e meno della metà ha fatto interventi per migliorare l’isolamento termico di casa. Dall’indagine (svolta a maggio-giugno 2023 su un campione di 1.166 italiani distribuiti come la popolazione generale per età, 25-79 anni, sesso, livello d’istruzione e area geografica) sul grado di conoscenza della transizione energetica e sulle intenzioni degli italiani di rendere le proprie abitazioni più efficienti dal punto di vista energetico emerge che il 33% del campione vive in un edificio costruito prima degli anni ’70, il 50% in una casa edificata tra gli anni ’70 e gli anni ’90 e solo il 17% in una costruita a partire dal 2000, quindi 1 persona 3 vive in abitazioni che hanno più di 50 anni.  Inoltre, solo il 19% del campione è a conoscenza della classe energetica della propria abitazione e soltanto il 29% sa quanta elettricità consuma in un anno. Ancora meno, ovvero il 25%, conosce almeno approssimativamente i propri consumi di gas. In generale, meno della metà del campione ritiene di avere un buon isolamento domestico. Solo il 50% ritiene che il tetto di casa sia ben isolato, ancora meno diffuso risulta il buon isolamento di pareti (42%), finestre (40%) e pavimenti (38%).  Il primo ostacolo verso una transizione green per gli intervistati è di tipo economico. Il 72% del campione riferisce che, a causa dell’investimento iniziale che comporta, il cambiamento aumenterà le disuguaglianze sociali. In più, secondo il 68% del campione, gli incentivi del governo italiano per le soluzioni ad alta efficienza energetica sono troppo bassi per convincere i consumatori a cambiare.  Inoltre, il 77% ritiene che il governo sia poco chiaro sui tempi di attesa per gli incentivi legati all’efficientamento energetico e sulle procedure necessarie per richiederli. Chi ha beneficiato di incentivi fiscali per soluzioni ad alta efficienza energetica ha dovuto attendere in media 13 mesi da quando ha presentato richiesta, il 19% ha dovuto attendere più di un anno mentre il 34% li ha ricevuti entro sei mesi dalla richiesta.  Nonostante le difficoltà, non tutti hanno rinunciato a ristrutturare casa in ottica green. Il 43% ha già fatto qualche intervento per migliorare l’isolamento dell’abitazione e il 23% ha già installato qualche dispositivo per migliorare l’efficienza energetica, tra i tanti disponibili. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Bper dona 250mila euro a sostegno D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza

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(Adnkronos) – Si è conclusa la raccolta fondi 'Insieme per le Donne' promossa per il secondo anno da Bper Banca insieme a D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza, l’associazione delle organizzazioni che gestiscono centri antiviolenza e case rifugio per oltre 20 mila donne ogni anno. La campagna di raccolta fondi, che ha coinvolto dipendenti, clienti e non clienti, è stata comunicata su tutti i canali di Bper Banca, sulla stampa e sui media digitali, in particolare sui social network. Complessivamente l’importo raccolto, comprensivo delle donazioni e del contributo elargito da Bper, è di 250 mila euro.  I fondi raccolti sono destinati al Fondo Autonomia di D.i.Re, rivolto in particolare alle donne che hanno intrapreso un percorso di uscita dalla violenza e che non dispongono delle risorse economiche sufficienti per una vera autonomia economica e abitativa. Il 32,2% delle donne accolte nei centri gestiti da D.i.Re ha subito violenza economica, una forma di costrizione che limita fortemente la possibilità delle donne di intraprendere percorsi di autonomia, non rendendole realmente libere di scegliere. La presidente di Bper Banca, Flavia Mazzarella, ha commentato così gli esiti della raccolta fondi: "Desidero esprimere sincera gratitudine a tutti coloro che hanno contribuito a questa iniziativa cogliendone il grande valore. I fondi raccolti saranno consegnati all’associazione D.i.Re, che da anni si dedica a fornire assistenza alle donne vittime di violenza, con cui continueremo a collaborare per interessare sempre più la società sull’importanza dell’emancipazione femminile e sulla necessità di creare un ambiente in cui le donne possano sentirsi sicure, rispettate e libere da ogni forma di violenza. In questo contesto – prosegue Mazzarella – la raccolta fondi ‘Insieme per le Donne’ rappresenta un passo avanti significativo nel nostro impegno, e la generosità di chi ha partecipato farà la differenza nella vita di tante donne che affrontano ogni giorno sfide straordinarie".  Bper Banca, si legge infine nella nota, continuerà nel corso dell’anno il suo impegno avviando iniziative di educazione finanziaria volte a prevenire i fenomeni di violenza economica, tra cui la promozione di programmi di formazione e sensibilizzazione finanziaria destinati alle donne per aumentare la propria consapevolezza e le proprie abilità gestionali. Anche le dipendenti e i dipendenti della Banca saranno coinvolti in programmi di formazione specifica per poter operare con maggiore consapevolezza e poter offrire, in caso di necessità, supporto e strumenti adeguati a queste problematiche. L’Istituto realizzerà infine, insieme all’associazione D.i.Re, un vademecum sulla violenza economica, utile per riconoscerla, superarla ed evitarla. Un impegno concreto, quello di Bper, in linea con la propria mission: essere quella scintilla che dà forza a progetti volti a costruire un Paese più equo, inclusivo e sostenibile. Una banca che desidera affiancare e connettere persone, imprese e comunità per aiutarle a sviluppare le loro idee, proteggerle e dare forma a un futuro migliore. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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