Gli studenti a Vibo e Tropea hanno potuto conoscere dal vivo tutte le procedure ed i protocolli che l’Agenzia segue nelle attività del monitoraggio marino?costiero
Un momento di approfondimento tecnico-scientifico sul campo, per prendere conoscenza delle attività che l’Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria) svolge nel delicato settore del monitoraggio marino costiero.
È stato questo l’obiettivo di una giornata di studi che i tecnici dell’Agenzia ambientale calabrese, guidati dal Direttore del Dipartimento provinciale di Vibo Valentia, dott. Mariano Romeo, hanno tenuto questa mattina, dapprima nella sede dipartimentale vibonese e successivamente nel porto di Tropea, con una delegazione di studenti dell’Università della Calabria.
Non è la prima volta che l’Arpacal ospita gli studenti dell’Unical. Già da diversi anni, infatti, è consolidata la collaborazione con il Dipartimento di Ecologia, ed in particolare con i corsi di «Fanerogame marine e monitoraggio costiero» a cura del prof. Sante Francesco Rende.
Gli studenti, presenti oggi a Vibo e Tropea, hanno potuto conoscere dal vivo tutte le procedure ed i protocolli che l’Arpacal segue nelle attività del monitoraggio marino?costiero, ma anche della balneazione e di alcuni progetti sviluppati a livello nazionale che interessano l’area mare. I tecnici dell’Arpacal hanno illustrato agli studenti anche l’uso delle strumentazioni in possesso, tra cui il Rov, ossia un robot di alta tecnologia dotato di videocamera in grado di scendere a svariate profondità e riprendere in tempo reale lo stato dei fondali marini.
Proprio in riferimento a questa tematica, agli studenti è stata illustrata la partecipazione di Arpacal al progetto nazionale, coordinato dall’Apat, di monitoraggio e sorveglianza delle alghe potenzialmente tossiche nelle coste calabresi. «Il fenomeno delle fioriture algali ? hanno illustrato i tecnici Arpacal agli studenti Unical – sta rivestendo un’importanza sempre più crescente sia per l’impatto sull’ecosistema marino e le sue conseguenze sul turismo e sulle attività produttive, sia per gli effetti sulla salute umana».
(Fonte Arpacal)
(26 Maggio 2008)