Compostaggio – Così migliora la qualità e si elimina il cattivo odore

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Interno del compostatore Beetle di Fenestrelle (TO), Fonte Enea
Interno del compostatore Beetle di Fenestrelle (TO), Fonte Enea
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A Case Passerini inaugurate 14 biocelle per produrre compost

Sono 14 le nuove grandi biocelle per la produzione del compost dai rifiuti organici inaugurate dai sindaci dei Comuni di Sesto Fiorentino e Firenze, Gianni Gianassi e Leonardo Domenici, presso il Polo Tecnologico di Case Passerini, nel comune di Sesto Fiorentino; a fronte di 13 milioni di euro d’investimento per l’ampliamento e l’ottimizzazione dell’impianto di compostaggio più grande della Toscana, diventano 70.000 le tonnellate/anno di materiale organico trattabile (potenzialità più che triplicata).

Le lavorazioni al chiuso con abbattimenti tramite scrubbers e biofiltro sono finalizzate ad eliminare il problema del cattivo odore, mentre la rinnovata potenzialità garantisce di incrementare la raccolta differenziata dell’organico domestico. Per questo sono in arrivo 1.000 nuovi cassonetti con coperchio marrone da posizionare nel comune di Firenze, dove l’obiettivo del 40% di raccolta differenziata diventa così vicinissimo.

L’esperienza del compostaggio a Case Passerini

Il reparto Compostaggio presso l’impianto di Case Passerini era costituito da due capannoni denominati «Compostaggio 1» e «Compostaggio 2». In entrambi le strutture si realizzava lo stesso processo di lavorazione: mediante l’ausilio di pompe, l’aria veniva immessa nei cumuli di rifiuto organico attraverso tubature sottopavimento, in modo da favorire il processo aerobico di compostaggio. I cumuli venivano rivoltati periodicamente. L’aria resa maleodorante dal processo di fermentazione dei rifiuti organici veniva rilasciata all’esterno dopo aver subito un trattamento con scrubbers ad umido acido-basico e immissione in camino alto 25 metri, generando, però, effetti esterni negativi, maleodoranze, per gli abitanti delle zone circostanti allo stabilimento.
Il compost stabilizzato, veniva poi «raffinato» mediante vagliatura e stoccato all’aperto.

L’ampliamento e l’ottimizzazione dell’Impianto di Compostaggio

L’ampliamento e l’ottimizzazione dell’impianto di compostaggio è stato attuato per aumentare la capacità di trattamento della frazione organica (proveniente dalla raccolta differenziata dello scarto umido di cucina e della Frazione Organica Stabilizzata proveniente dalla selezione meccanica attuata all’interno dell’impianto di Case Passerini).
Con la nuova autorizzazione del 18.12.2007, ottenuta a seguito della realizzazione delle nuove 14 biocelle e del trattamento aria (scrubber e biofiltro), possono essere trattate dall’impianto di compostaggio fino a 67.680 tonnellate/anno di rifiuti organici, sia essi provenienti dalla selezione meccanica dei Rsu che dalla raccolta differenziata, oltre a 18.000 t/anno di rifiuti verdi (sfalci e potature) per la produzione Fos, di ammendante compostato misto e ammendante compostato verde.
Nell’autorizzazione precedente i quantitativi autorizzati erano per i rifiuti organici da raccolta differenziata pari a 21.600 t/anno. Quindi la potenzialità passa da circa 22.000 a quasi 70.000 tonnellate/anno.

Sul fronte del trattamento aria, con il vecchio impianto venivano trattate 60.000 mc/ora di aria maleodorante; con il nuovo impianto invece saranno trattate 360.000 mc/ora.
Nel nuovo impianto il processo di fermentazione avviene all’intero di 14 biocelle (parallelepipedi chiusi e sigillati; l’aria viene lavata tramite scrubbers) e poi filtrata attraverso i Biofiltri (strato di materiale semicompostato miscelato con carboni attivi, alto circa 2 metri che deodora completamente l’aria).

Il processo di maturazione avviene adesso all’interno di capannoni chiusi, dove si opera in depressione, l’aria viene lavata dagli scrubbers prima dell’immissione al camino.
Tutte le opere realizzate migliorano anche le condizioni di lavoro degli operatori che non saranno più a diretto contatto con i rifiuti. Il sistema chiuso, infatti, è seguito attraverso un software di rilevamento e analisi della temperatura che consente di intervenire e migliorare il processo di maturazione attraverso l’immissione di aria alla temperatura necessaria ad ottimizzare il processo stesso.

Il prodotto finale ha il caratteristico odore dell’humus di sottobosco. Tale prodotto prende il nome di «ammendante compostato» e può essere utilizzato in agricoltura e/o in floricoltura. L’ampliamento e l’ottimizzazione realizzati consentono un aumento del 62% della produzione di ammendante.
Il ciclo di trasformazione del materiale organico dura circa un mese: ognuna delle 14 biocelle può essere caricata con un quantitativo standard di circa 250-300 tonnellate di materiale organico; dopo 15 giorni di processo di trasformazione all’interno della biocella, il materiale viene poi spostato al capannone di post maturazione, dove rimane altri 10/15 giorni; quindi dopo la vagliatura l’ammendante così ottenuto, già raffinato, finisce in una seconda area di stoccaggio (è già maturo) prima di essere spedito a destinazione o insaccato.
Il quantitativo di compost pronto in uscita è circa il 35% di quanto entra in ingresso, il resto evaporando e dando origine allo scarto; in un anno ogni biocella mediamente potrà essere caricata 22 volte.

Con le nuove realizzazione Case Passerini diventa l’impianto di compostaggio più grande della Toscana: con il più recente intervento si intende risolvere il fastidioso fenomeno del cattivo odore che, a seconda delle escursioni termiche e della direzioni dei venti, ha provocato in passato disagi agli abitati di Sesto Fiorentino e Campi Bisenzio, Osmannoro e Peretola, oltre al tratto autostradale che rappresenta una delle porte principali di Firenze.

Riassumendo gli interventi (a fronte di un impegno di spesa di circa 13 milioni di euro) hanno riguardato:
? la realizzazione di due nuovi edifici posti nella zona Sud-Ovest dell’impianto
? la trasformazione della struttura produttiva e di maturazione del compost all’interno degli edifici attraverso la realizzazione di biocelle;
? la trasformazione strutturale di alcune separazioni tra i capannoni esistenti per permettere la massima fruibilità interna.

(Fonte Arpat)
(12 Marzo 2008)