«Il Mediterraneo ha caratteristiche peculiari differenti rispetto a tutti gli altri mari»

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Giulio Relini, ordinario di Ecologia all’Università di Genova e già presidente della Società Italiana di Biologia marina, ha relazionato su «biodiversità marina mediterranea: cambiamenti e conservazione»

«In Italia — ha detto Relini – c’è un censimento delle specie che popolano il mare, che indica circa diecimila specie, di cui un migliaio sono protozoi, un migliaio di alghe, fitoplancton e 250 specie di fitobenthos. Il nostro mare Mediterraneo è un bacino in cui è maggiore la quantità di acqua che viene persa rispetto a quella che arriva dai fiumi. Il Mediterraneo – stiamo parlando di un milione e mezzo di chilometri quadrati – ha caratteristiche peculiari differenti rispetto a tutti gli altri mari, prima di tutto per la temperatura e per una forte differenza tra le temperature estive ed invernali con zone, come l’Adriatico e l’Egeo, in cui le temperature sono relativamente basse: è un mare oligotrofico perché riceve pochi nutrienti dall’Atlantico e solo dai grandi fiumi europei che in esso sfociano. Ci sono delle eccezioni — ha proseguito Relini — in cui vi è ricchezza di nutrienti: è il caso del mare ligure, dove le balene stazionano anche grazie al meccanismo del vento e della profondità particolare di quei fondali. E’ molto difficile trovare un altro mare sulla Terra che abbia le stesse caratteristiche del Mediterraneo. Altro problema è da sempre l’introduzione di specie provenienti da altri mari. Fenomeno che è stato acuito dal trasporto marittimo».

«Un lavoro molto importante fatto in Italia, primo paese in Europa, è quello di redigere la check-list della fauna marina ed in base a questo documento è possibile conoscere le specie presenti e pianificare azioni per lo studio e la loro protezione. La protezione della nostra biodiversità marina, e la ricchezza dell’habitat marino, rappresentano un obbligo vitale per le prossime generazioni che vivranno su questa Terra. La conoscenza è propedeutica alla protezione ed alla gestione delle risorse marine. Un contributo fondamentale è dato dagli istituti di ricerca ed università» nonché delle agenzie regionali per la protezione dell’ambiente.
(21 Giugno 2008)