L’Enea diventa Enes… e non cambia solo la sigla

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La morte dell’Enea e la rinascita sotto il nome Enes è sancita da 6 articoli. Lascia perplessi l’articolo 2, in cui si specifica la vocazione nuclearista del nuovo Ente in contrasto con il più generale orientamento verso lo «sviluppo economico sostenibile»

Ieri sera alle 23,30 in X Commissione il decreto del passaggio dell’Enea in un nuovo istituto, Enes (Ente nazionale energie sostenibili), è diventato definitivo.
La morte dell’Enea e la rinascita sotto il nome Enes è sancita . Lascia perplessi l’articolo 2, in cui si specifica la vocazione nuclearista del nuovo Ente in contrasto con il più generale orientamento verso lo «sviluppo economico sostenibile».
Non è una questione lessicale ma di merito e, soprattutto, di lealtà.
Lo sviluppo o è sostenibile o è economico. In quest’ultimo caso è semplicemente «crescita». Lo sviluppo sostenibile, non è che sia incompatibile con la crescita, ma le sue logiche non seguono i canoni economici del mercato che ci hanno portato alla situazione attuale in cui c’è il moloch della libera concorrenza e della crescita senza limiti. La sostenibilità ha infatti parametri più ampi che inglobano la qualità della vita, le risorse, il bene del pianeta, l’equilibrio con la biosfera.
Per cui si comprende facilmente che uno sviluppo nucleare non può mai essere sostenibile.

Preoccupano, poi, alcune osservazioni di Andrea Lulli, capogruppo Pd in commissione Attività produttive. «Siamo del tutto contrari ? dice ? alla militarizzazione delle aree in cui è prevista la realizzazione di nuove centrali nucleari in caso di mancata intesa con le popolazioni locali. È allarmante che la maggioranza abbia deciso la privatizzazione della gestione delle scorie nucleari e il commissariamento della Sogin, che deve ancora chiudere le cinque centrali italiane. In tutti i paesi del mondo lo smantellamento delle vecchie centrali è gestito dallo Stato così come la gestione delle scorie. Da adesso, secondo le norme approvate dalla maggioranza, società private potranno trattare le scorie e smantellare le vecchie centrali; unico requisito richiesto è quello della partecipazione statale del 20% nella società.

«Contestiamo anche il commissariamento dell’Enea perché rappresenta un atto di imperio. È chiaro il tentativo di occupare le poltrone di questi enti e sorprende che ciò avvenga con un emendamento della Lega Nord.

«La maggioranza – denuncia Lulli – con le norme approvate nottetempo non rinuncia ad attaccare l’autonomia e l’indipendenza dell’Autiorità per l’energia elettrica e il gas. È stata infatti eliminata la tassa conguagli che rappresenta uno strumento importante per la funzionalità e l’incisività degli interventi dell’autorità la quale non avrà neanche più un ruolo decisivo nello stabilire le tariffe elettriche del Cip 6, decisione che torna al ministero dello Sviluppo economico.

«Grazie alla nostra opposizione ? conclude ? sono stati accolti gli emendamenti sul coinvolgimento della conferenza unificata e sull’informazione diffusa e capillare delle popolazioni interessate all’individuazione dei siti».
(08 Ottobre 2008)