Qualità dell’aria – On line il report settimanale sul monitoraggio della centrale Edison di Simeri Crichi

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Il direttore scientifico dell’Arpacal: «Detenere informazioni e dati ambientali, senza comunicarne il contenuto al pubblico e ai decisori, è peggio che non averli; perché al rilevante costo sociale necessario per la loro raccolta e sistematizzazione, non corrisponderebbe alcun beneficio alla popolazione»

Sono on-line, sul sito web www.arpacal.it, i dati settimanali relativi al monitoraggio della qualità dell’aria della Centrale Edison di Simeri Crichi (CZ), elaborati dal Servizio Tematico Aria del Dipartimento provinciale di Catanzaro dell’Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell’Ambiente della Calabria).
I primi dati si riferiscono al periodo compreso tra il 6 ed il 12 ottobre scorsi. Ogni settimana, quindi, sul sito dell’Arpacal sarà possibile consultare il report settimanale ed una facile quanto intellegibile guida alla lettura ed alla normativa in vigore.
Come illustrato in occasione della presentazione a Palazzo de Nobili del rapporto di monitoraggio della qualità dell’aria, alla presenza della rappresentanza dei Comuni interessati e delle associazioni ambientaliste, l’indice della qualità dell’aria descrive in maniera immediata e sintetica lo stato di qualità dell’aria, associando a ogni sito di monitoraggio un diverso colore, in funzione delle concentrazioni di inquinanti registrate.
Questo indice, che il Servizio Aria del Dipartimento di Catanzaro aggiorna con frequenza settimanale, è on line sul sito www.arpacal.it per informare i cittadini sulla qualità dell’aria, assolvendo così anche agli obblighi che l’Arpacal, in qualità di autorità pubblica che detiene dati ambientali, ha di comunicare al pubblico.
«La comunicazione al pubblico della nostra conoscenza ambientale ? ha commentato il direttore scientifico dell’Arpacal, dott. Antonio Scalzo ? è tra gli obiettivi fondanti di questo ente. Detenere informazioni e dati ambientali, senza comunicarne il contenuto al pubblico e ai decisori, è peggio che non averli; perché al rilevante costo sociale necessario per la loro raccolta e sistematizzazione, non corrisponderebbe alcun beneficio alla popolazione».

(Fonte Arpacal)
(15 Ottobre 2008)