Rifiuti tossici a Crotone – Nessuna preoccupazione per la scuola San Francesco

398
Tempo di lettura: 2 minuti

L’Arpacal pubblica on-line i primi dati del monitoraggio. Intanto un’indagine della Procura scopre altri pericoli

«Ad oggi, rispetto alle matrici ambientali analizzate nel corso di questo monitoraggio preliminare, non ci sono motivi di allarme. I bambini della scuola S. Francesco di Crotone non hanno respirato aria malsana, né tantomeno bevuto acqua inquinata. E nella zona non risultano valori di radiazioni del territorio».

È quanto dichiarato oggi, nel corso di un incontro pubblico con i genitori delle scolaresche del plesso San Francesco di via Cutro a Crotone, dal direttore del Dipartimento provinciale Arpacal di Crotone, dr.ssa Teresa Oranges, in riferimento alle analisi che l’agenzia ambientale calabrese ha immediatamente svolto all’indomani dei fatti di cronaca emersi dalla indagine «Black Mountains» che la Procura della Repubblica di Crotone sta svolgendo nel comprensorio.

La dr.ssa Oranges, nel corso dell’incontro di questa mattina, ha spiegato i risultati del monitoraggio preliminare, realizzato in queste settimane, delle matrici ambientali potenzialmente inquinate da conglomerato idraulico catalizzato (CIC).

I dati dell’indagine, che saranno costantemente aggiornati non appena ottenuti nuovi risultati analitici, sono già consultabili sul sito web dell’Arpacal.

Il lavoro svolto dal task force (che il Direttore generale dell’Arpacal, prof. Vincenzo Mollace, ha istituito nell’immediatezza dei fatti emersi dall’indagine della Procura, e che subito ha svolto degli accertamenti sui luoghi interessati) ha dato così dei primi risultati analitici, immediatamente trasmessi all’Assessore regionale alle Politiche dell’Ambiente, prof. Silvio Greco, al Dipartimento regionale per la Tutela della Salute, al Comune e alla Provincia di Crotone.

«Riteniamo di dare così il nostro contributo, come ente tecnico-scientifico della Regione ? ha dichiarato il Direttore Generale dell’Arpacal, prof. Vincenzo Mollace ? all’individuazione dei fattori di pressione ambientale che insistono su quel territorio, informando la popolazione e le istituzioni su tutti i risultati acquisiti, non appena refertati ufficialmente».

Fin qui il comunicato dell’Arpa Calabria. Intanto pare si aprano nuovi fronti dopo il ritrovamento di pietre di colore celeste che pare sia fosforite.
Lo scrive il bisettimanale «Il Crotonese». Il materiale, sul quale sono stati disposti accertamenti per verificare se possa trattarsi di fosforite, un minerale che contiene uranio 238, è stato trovato nel corso dei carotaggi disposti in seguito all’inchiesta della Procura che ha portato al sequestro di 18 siti nei quali sono state utilizzate scorie tossiche prodotte dalla Pertusola Sud come materiale per i sottofondi stradali.
Dal carotaggio, a circa mezzo metro di profondità, scrive il giornale, «sono venute fuori anche pietre di colore grigio-celeste che hanno fatto subire pensare alla fosforite, la materia prima che l’ex Montedison importava dal Marocco per la produzione dell’acido fosforico. Dicono che si tratti di fosforite, anche se è più verosimile pensare che siano scorie del forno fosforo, quelle che per anni sono state utilizzate come sottofondo per il manto stradale e riempimenti vari».
(12 Novembre 2008)