Wwf: l’UE può ridurre di un terzo le emissioni di CO[P]2[/P] entro il 2020

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Con l’efficienza energetica, le energie rinnovabili e un rigido sistema di scambio delle quote di emissione dei gas a effetto serra, l’Unione europea potrebbe tagliare del 33% le emissioni di CO2 entro il 2020, anche in caso di moratoria sull’energia nucleare

Nel momento stesso in cui la Commissione europea lancia la nuova fase del suo programma European Climate Change, il Wwf sottolinea che un’Europa sostenibile dal punto di vista climatico porterebbe all’UE enormi benefici: minore dipendenza dalle fonti di energia esterne, risparmi in tutti i settori economici, costi sanitari più contenuti grazie a una contaminazione ridotta, nuove opportunità di lavoro nel settore delle energie rinnovabili e della conservazione energetica.

«Arrivare a questi risultati non dipende dalle tecnologie disponibili, ma dalla capacità di adottare decisioni forti e determinate ? afferma Oliver Rapf, capo dell’unità European Climate and Energy del Wwf ?. Politiche ambiziose, un rigido sistema di scambio delle quote di emissione dei gas a effetto serra e una serie di obiettivi vincolanti nel campo dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili renderebbero l’Europa un luogo in cui vivere e lavorare in modo efficiente, gradevole e sicuro dal punto di vista ambientale».

Il rapporto indica che entro il 2020 la domanda energetica dell’UE potrebbe diminuire del 20%, senza ridurre il livello di vita e senza danneggiare l’economia. In mancanza di azioni immediate, la domanda aumenterà ogni anno dell’1,46%, ma l’adozione di politiche concrete potrebbe invece tagliarla dello 0,4% annuo. Un isolamento più efficace, dispositivi di riscaldamento e condizionamento più efficienti e apparecchiature a maggior rendimento energetico permetterebbero all’utenza privata di risparmiare, da sola, un quinto della domanda energetica. Il settore della produzione potrebbe ridurre del 50% le emissioni di CO2 investendo nell’energia rinnovabile, nella cogenerazione e nella conservazione energetica.

Le fonti di energia rinnovabile (ad esempio la biomassa (rifiuti organici, legno e biogas), l’energia eolica e l’energia idroelettrica sostenibile) possono passare dall’attuale 1,8% annuo al 6,10%. Anche le emissioni di gas a effetto serra non dovute al consumo energetico possono essere ridotte del 33%, soprattutto nei settori agricolo e dei rifiuti.
Il Wwf sollecita l’UE ad adottare una strategia politica globale per l’ambiente, centrata su un rigido sistema di scambio delle quote di emissione dei gas a effetto serra e sostenuta da direttive che promuovano obiettivi vincolanti di efficienza energetica e incentivi legali e fiscali a favore delle energie rinnovabili. Bisognerebbe inoltre mettere in opera una riforma finanziaria ecologica che abolisca i sussidi diretti e indiretti all’energia non sostenibile.

«L’Europa deve prendere la leadership e sfruttare le opportunità tecniche, politiche ed economiche per ridurre del 33% le emissioni di CO2 entro il 2020. Contribuirà così a mantenere l’aumento della temperatura globale media entro i 2°C al di sopra dei livelli preindustriali, confermando e rafforzando la preminenza dell’UE nei negoziati internazionali sul cambiamento climatico», ha aggiunto Oliver Rapf.

Il rapporto «Freezing climate change» è stato preparato per conto del Wwf dal Wuppertal Institute (Germania), www.wupperinst.org.
Il rapporto mette a confronto uno scenario «business as usual» (nel cui contesto verrebbero portate avanti le politiche attuali, senza particolare attenzione ai problemi climatici ed energetici), con uno scenario «obiettivo 2020», che tiene in conto le possibilità di migliorare l’efficienza energetica e di aumentare la quota di mercato delle energie rinnovabili. Quest’ultimo scenario presume anche il passaggio a carburanti fossili meno dipendenti dal carbone, una moratoria sulle nuove centrali nucleari e la continuazione dell’attuale phasing-out nucleare.

(Fonte Wwf)
(24 Ottobre 2005)