I lavori in corso perla prima linea della tranvia (Vingone – Santa Maria Novella)

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Nell’area fiorentina sono aperti numerosi cantieri per la realizzazione di varie infrastrutture di mobilità (Alta Velocità ferroviaria, rete tranviaria, terza corsia autostradale, ecc.)

La linea 1 (lunghezza pari a 7.500 m) parte da Scandicci in
prossimità di Villa Costanza, dove è ubicato anche il depositoofficina, e prosegue lungo Viale Aldo Moro.
Dopo l’attraversamento del torrente Greve, la linea entra nel
territorio del Comune di Firenze e percorre Viale Nenni servendo il quartiere di Legnaia con le fermate di Ronco Corto e Foggini. Il percorso si snoda attraverso Viale Talenti e Via del Sansovino per poi oltrepassare il fiume Arno con la realizzazione di un nuovo ponte. Successivamente, la linea
incontra Piazza Vittorio Veneto, Viale Rosselli e Via Jacopo da
Diacceto, per poi raggiungere il capolinea della stazione ferroviaria di Santa Maria Novella che sarà anche il punto di corrispondenza delle Linee 1 e 2. Realizzare una rete di trasporto di superficie in mezzo a una città costruita ed abitata comporta un inevitabile impatto nella fase della
cantierizzazione. L’apertura dei cantieri sulle strade e piazze cittadine ha come prima conseguenza la modifica della
viabilità e della circolazione nelle zone interessate dai lavori.
Arpat svolge su questi cantieri azioni di vigilanza e controllo per la verifica del rispetto delle normative ambientali.
La competenza dell’attività di controllo è del Servizio Subprovinciale Arpat Firenze – SudEst (Fi-Se).
Nei giorni scorsi, ad esempio, due tecnici di prevenzione
ambientale del Ssp Fi Se hanno effettuato una ispezione in alcuni dei cantieri attivi. Il controllo ha l’obiettivo di
verificare il rispetto delle normative ambientali, focalizzandosi
in particolare su:
? lo smaltimento dei rifiuti e della gestione delle terre e rocce di scavo. Le terre e rocce di scavo sono soggette a periodici
campionamenti (direttamente da parte dell’impresa realizzatrice dell’opera) per analizzarne la composizione, al fine di verificare che non siano contaminate. Qualora siano contaminate devono essere smaltite come rifiuti speciali, altrimenti possono essere riutilizzate per la realizzazione ad esempio dei rilevati autostradali;
? le acque di scarico prodotte dai cantieri e dagli impianti per la realizzazione delle opere;
? le possibili interferenze tra le lavorazioni in atto e la falda
idrica;
? che le lavorazioni non causino danni ambientali.
L’ispezione del 17 maggio è partita dal cantiere del deposito –
officina a Vingone, per poi continuare lungo tutto il percorso, che presenta stati di avanzamento molto diversi. Va osservato, in linea generale, che – per quanto riguarda i campi di intervento Arpat – nella cantierizzazione non si registrano particolari problemi, se non la necessità di prestare particolare attenzione alle terre di scavo. Infatti è stato riscontrato che in vari punti del percorso (esempio Viale Moro e Viale Nenni), il sottofondo scavato (fino a circa 120 cm) è spesso costituito da materiali sui quali è necessario un
approfondimento del piano di gestione delle terre e rocce di scavo. Ad esempio si presume la presenza di possibili scarti di
lavorazioni industriali.