Un fiore per… eco-vendere

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L’introduzione di nuovi criteri d’acquisto, da parte delle amministrazioni, può portare a riorganizzazioni e razionalizzazioni dei sistemi d’acquisto creando anche maggior efficienza e vantaggi di tipo economico

( Economista ambientale )

La Pubblica Amministrazione muove risorse economiche notevolissime per appalti e commesse. In Italia, secondo alcune indagini siamo al 17% del Pil, mentre in Europa siamo al 14%.
Orientare le scelte della P.A. tenendo conto di criteri che premino le imprese ed i prodotti con caratteristiche di sostenibilità ambientali superiori ai concorrenti è sicuramente uno strumento per orientare il mercato non solo da parte dell’offerta ma anche in quello della domanda, dando ai cittadini consumatori un esempio trainante in fatto di comportamenti di acquisto.
Allo stesso tempo il Green Public Procurement, ovvero l’approvvigionamento da parte della Pubblica amministrazione di prodotti eco-compatibili, trova la sua ragion d’essere anche al di fuori della sua connotazione di strumento proattivo di politica ambientale. Infatti, l’introduzione di nuovi criteri d’acquisto da parte delle amministrazioni può portare a riorganizzazioni e razionalizzazioni dei sistemi d’acquisto creando anche maggior efficienza e vantaggi di tipo economico.
Con una «comunicazione interpretativa», del 4 luglio 2001 (europa.eu.int/comm/environment/gpp/) la Commissione europea ha fornito un primo sostegno interpretativo del diritto comunitario in vigore in favore dell’integrazione di considerazioni di carattere ambientale negli appalti pubblici. La comunicazione si occupa degli appalti di lavori, di servizi e di forniture.
La comunicazione afferma che «gli enti aggiudicatari sono liberi di esigere in determinati casi un grado di protezione dell’ambiente più elevato di quello previsto dalla legge o dalle norme, a condizione che tale prescrizione non limiti l’accesso all’appalto e non conduca ad una discriminazione a danno di potenziali offerenti». Nessun aggiramento delle regole del libero mercato, i funzionari possono tranquillizzarsi leggendo la comunicazione.
Negli ultimi anni si stanno diffondendo in Europa esperienze di Enti Locali che scelgono di dare preferenza nei propri approvvigionamenti a prodotti che abbiano caratteristiche di sostenibilità ambientale superiori ai concorrenti.
Proprio per assecondare e sostenere nel campo degli acquisti verdi le attività degli Enti Locali, l’Agenzia internazionale ambientale per le autorità locali, già citata altre volte in questa rubrica (ICLEI – www.iclei.org), ha dato vita alla rete dei Comuni che acquistano prodotti ecosostenibili. Il progetto ECOProcura (www.iclei.org/ecoprocura) assieme alla rete di amministrazioni locali impegnate sul Green Public Procurement (BIG-Net), ospitata sullo stesso sito, garantiscono una serie di servizi in varie lingue comunitarie per chi voglia rivedere la propria politica di acquisti.
Altre organizzazioni attive da visitare per farsi un’idea sulle potenzialità del Green Public Procurement sono l’agenzia americana di protezione ambientale (EPA – www.epa.gov/opptintr/epp) e l’agenzia governativa americana per gli acquisti (GPP- www.gpp.org).
Un risultato finale, auspicabile nel breve periodo per le amministrazioni impegnate su questo fronte, potrebbe essere la definzione di una politica ambientale di acquisto con relativo piano d’azione: a titolo di «buona pratica» si può visitarne il piano del King County (USA) all’indirizzo www.metrokc.gov/procure/green/).
In Italia l’Anpa con la sua divisione che si occupa di ecolabel ha iniziato negli ultimi anni la redazione di un manuale per gli acquisti verdi (www.sinanet.anpa.it/ecolprod)
sperimentando le difficoltà su alcune amministrazioni pubbliche e aziende municipalizzate. Visitando questa sezione del sito dell’Agenzia si scopre come il Green Public Procurement sia collegato direttamente ad altri strumenti di politica ambientale quali l’LCA e l’Ecolabel.
I criteri per ottenere questa «etichetta ecologica», l’ecolabel appunto, sono suggeriti come base per la definizione delle specifiche ambientali da inserire nei capitolati delle pubbliche amministrazioni che intraprendono una politica di acquisti eco-compatibili. Rimandando ai prossimi articoli un approfondimento sull’etichette ecologiche, chi è alla ricerca dei criteri per l’assegnazione dei «fiori» può andare sul sito europa.eu.int/comm/environment/ecolabel.
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