Il Dio della carneficina: tra comicità e dramma

321
Tempo di lettura: 2 minuti

Forti i sentimenti messi in scena: l’odio, il risentimento, l’invidia, il vuoto, il nulla, il cinismo. Emozioni e dimensioni esistenziali molto vicine all’uomo contemporaneo che sempre più informato, sempre più laureato e diligente, sempre più servitore formale di generiche cause morali si mostra nella vita quotidiana distratto e coinvolto da priorità differenti

Si conclude con la commedia «Il Dio della Carneficina», di Yasmina Reza, la stagione di prosa del Teatro Curci di Barletta.
Lo spettacolo descrive la storia di quattro personaggi illustrando con toni sarcastici le labili e le poche diffuse fondamenta del vivere civile.
La trama racconta di Véronique e Michel Houillé, rispettivamente Anna Bonaiuto e Silvio Orlando, genitori del piccolo Bruno che ricevono in casa Annette e Alain Reille, interpretati da Michela Cescon e Alessio Boni, genitori di Ferdinand. Le due coppie si incontrano dopo che il giovane Ferdinand ha colpito al viso Bruno in una lite di strada.
/> L’incontro avviene con l’intento di rimediare alla ribellione dei figli nel segno della civiltà e del buon senso. I buoni propositi di tolleranza e comprensione svaniscono però quasi subito e lasciano spazio ad altro. Una lite furibonda e toni accessi animano l’incontro che si priva in questo modo di qualsiasi principio civico e costruttivo.
Lo spettacolo, tra il comico e il drammatico, assume le vesti di un dialogo furioso in bilico tra umorismo sarcastico e tragedia. Tra una risata e una gelida perplessità lo spettatore viene travolto in una riflessione che porta a domandarsi se effettivamente esistano ancora le buone maniere e l’idea di queste, il saper fare e negoziare con la gente e con la vita per trarre benefici al di là di banali prospettive egoistiche o imprenditoriali.
Forti i sentimenti messi in scena: l’odio, il risentimento, l’invidia, il vuoto, il nulla, il cinismo. Emozioni e dimensioni esistenziali molto vicine all’uomo contemporaneo che sempre più informato, sempre più laureato e diligente, sempre più servitore formale di generiche cause morali si mostra nella vita quotidiana distratto e coinvolto da priorità differenti.
Un messaggio importante lanciato in una intelligente rappresentazione, contagiosamente divertente, che nella risata sommerge lo spettatore riflesso in una condizione in cui molti tendono a riconoscersi.

(Angela De Vincenziis)