Difesa del suolo senza… soldi

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È dal 2002, come il Wwf Italia da anni denuncia, che le Autorità di bacino sono state letteralmente condannate a morte dal Governo

Da anni mancano nel nostro Paese investimenti sistematici ed adeguati nella difesa del suolo. Non c’è alcun bisogno di nuovi piani o di «interventi straordinari» ma di interventi sistematici e finanziamenti certi: da anni sono stati approvati i Piani di assetto idrogeologico proprio allo scopo di difendere il territorio dagli eventi alluvionali ma quello che manca sono i fondi per sostenerli (piani istituiti a seguito della ex legge 183/89 poi sostituita dal Dlgs.152/2006, redatti dalle Autorità di bacino).

È dal 2002, come il Wwf Italia da anni denuncia, che le Autorità di bacino sono state letteralmente condannate a morte dal Governo, grazie alla progressiva riduzione di fondi per la difesa del suolo che ha colpito in primis proprio questi enti. Con la legge 179 del 2002, infatti, non sono più stati trasferiti fondi per le loro attività istituzionali e ciò ha comportato un lento ma inevitabile rallentamento delle attività che ha pesantemente modificato il sistema di programmazione delle risorse destinate agli interventi e alle opere sul territorio, esautorando, di fatto, le Autorità di Bacino stesse che, da allora, non possono destinare più risorse per gli interventi previsti dai piani.

L’Autorità di bacino del Po, ad esempio, che ha un Piano di assetto idrogeologico del 2001, è senza segretario generale dal 14 agosto 2007, e nessuno nel Governo pare interessato a nominarne uno.

Ma che fine ha fatto anche il Piano di assetto idrogeologico della Calabria approvato dall’Autorità di bacino regionale nel 2001? Tutto probabilmente si sarebbe semplificato se, come previsto dal «Codice dell’Ambiente» dell’allora ministro Matteoli del 2006, le Autorità di bacino fossero state sostituite con le Autorità di distretto con nuovi confini e più precisi compiti di pianificazione in applicazione delle Direttive europee «Acque» (2000/60/CE) e «Alluvioni» (2007/60/CE). La Calabria sarebbe rientrata nel Distretto dell’Appennino meridionale e sottoposta ad un coordinamento e a una pianificazione certamente più efficace dell’attuale.

Il Wwf chiede il rispetto delle normative europee e l’applicazione e l’aggiornamento dei piani già approvati, attribuendo alle Autorità di bacino quei compiti e quelle risorse economiche che consentirebbero loro di pianificare un’ordinaria e diffusa azione di difesa e riqualificazione del territorio. Infatti il ministero dell’ambiente, d’intesa con le Autorità di bacino nazionali, può individuare al più presto le priorità e i criteri di impiego del miliardo di euro che è stato reso disponibile dalla Legge Finanziaria 2010 per il periodo 2007-2013 per piani straordinari diretti a rimuovere le situazioni a più elevato rischio idrogeologico.

Inoltre il Wwf chiede che il Ministero chiarisca quali e quante sono le risorse necessarie per un’azione sistematica di difesa del suolo, visto che nella Legge Finanziaria 2010 i finanziamenti destinati a questo scopo sono stati azzerati.

(Fonte Wwf)