A Cerano il primo impianto Ccs

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Il sistema di stoccaggio e cattura della CO2 finanziato dall’Ue. Il prototipo sarà operativo dal 2012. Critiche per le scelte ancora verso le fonti non rinnovabili

Inaugurato presso la centrale termoelettrica Federico II di Cerano, in provincia di Brindisi, il primo «impianto pilota» in Italia in grado di tamponare l’eccesso di CO2 e ridurre così la nocività dell’aria che respiriamo. Catturare e immagazzinare anidride carbonica l’obiettivo attraverso cui Enel ha avviato il primo test del Ccs (Carbon capture and storage), tecnologia «azzera-emissioni» sostenuta, anche economicamente parlando, a livello europeo.

Hanno voluto partecipare alla cerimonia il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, l’Amministratore delegato e direttore generale di Enel Fulvio Conti, il commissario europeo all’Energia Gunther Oettinger, il presidente della Provincia di Brindisi Massimo Ferrarese e il sindaco di Brindisi Domenico Mennitti.

La struttura consente di trattare 10.000 metri cubi di fumi l’ora separando 2,5 tonnellate di anidride carbonica, fino a raggiungere un massimo di 8.000 tonnellate l’anno. La stessa quantità di CO2 assorbita da circa 800mila alberi, ovvero una foresta di dieci chilometri quadrati.

Occorre precisare però che l’impianto, operativo dal 2012, rappresenta solo un prototipo, dal momento che è destinato ad essere sviluppato, come progetto dimostrativo, nella struttura di Porto Tolle a Rovigo, che verrà implementato e reso operativo solo a partire dal 2015 con una capacità di assorbimento di ben un milione di metri cubi di CO2 l’anno. Enel, che lavora al progetto in collaborazione con Eni ha ottenuto un primo finanziamento da 100 milioni, ma conta di avere dalla Ue almeno altri 250 milioni per terminare il progetto.

Stando alle dichiarazioni di Fulvio Conti, si tratta di un notevole passo verso lo sviluppo di nuove tecnologie su cui si costruirà il futuro energetico del pianeta, continuando a sfruttare combustibili fossili eliminando allo steso tempo in modo decisivo le emissioni di CO2. Secondo molti esperti, invece, l’investimento risulterà solo temporaneamente eco-terapeutico, dato che l’occhio di riguardo ricade ancora una volta sulle fonti fossili, e considerando, contrariamente, che il pianeta ha iniziato, oggi, a muoversi a suon di rinnovabili. Pertanto non sono mancate le critiche, come emerge dai comunicati stampa Wwf, in cui la centrale a carbone è stata addirittura considerata una vera e propria follia economica e ambientale.