Difendere il suolo per difendere l’uomo

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A poco più di un anno dalle disastrose colate di fango che hanno colpito due comuni in provincia di Messina, e dopo i recenti dissesti idrogeologici della Costiera Amalfitana, la difesa del suolo riveste una particolare rilevanza, anche a causa dei cambiamenti climatici e della crescente antropizzazione del territorio

Chiude i battenti il progetto che, dalla Puglia, parla del territorio e della sua tutela. Si conclude, infatti, la prima edizione di «Suolo e non solo…», campagna di comunicazione, sensibilizzazione ed educazione ambientale promossa dal Consorzio Universus Csei e Sigea (Società italiana di geologia ambientale) in collaborazione con l’Ordine dei geologi e Cia – Puglia.

Il tema cardine di questo progetto è stato la difesa del suolo, una macroarea che riporta al suo interno argomenti di svariata natura e fortemente eterogenei, quali, ad esempio, il concetto di biodiversità, di componenti idrogeologiche e di tutela del territorio, dell’acqua, dei rifiuti, del patrimonio culturale costituito da insediamenti antichi e moderni.

E partendo da questa interdisciplinarietà di argomenti, il progetto ha chiamato in causa anche diversi attori sociali, quali amministrazioni comunali, aziende agricole, scuole, professionisti del settore, cittadini, utenti questi che, a vario titolo, influenzano la gestione e l’economia del paesaggio.

All’organizzazione di eventi informativi e formativi, un corso ad hoc per i geologi, cinque seminari dedicati agli agricoltori e attività specifiche di educazione ambientale che hanno coinvolto le scuole medie superiori, si è affiancata la realizzazione di una serie di pubblicazioni (in forma cartacea ridotta e completa on line, reperibile sul sito www.scianet.it/ciapuglia/pc/Universus) volte a spiegare, con maggior chiarezza, le buone pratiche e le criticità esistenti rispetto al tema della difesa del suolo. Sempre col fine di rendere la comunicazione più efficace e l’informazione penetrante, sono stati approntati, oltre a supporti pubblicitari e audiovisivi, anche due differenti vademecum, rispettivamente indirizzati ad operatori agricoli e a professionisti del settore.

Giuseppe Risotti, presidente della Sigea, durante la conferenza conclusiva di presentazione dei feedback stimolati dalle applicazioni del progetto, ha ricordato: «A poco più di un anno dalle disastrose colate rapide di fango che hanno colpito i comuni di Scaletta Zanclea e Giampilieri in provincia di Messina, e dopo i recenti dissesti idrogeologici della Costiera Amalfitana, ma anche dopo quelli che hanno interessato, a diverso grado, negli ultimi anni la stessa provincia di Bari e la regione Puglia, la difesa del suolo riveste una particolare rilevanza, anche a causa dei cambiamenti climatici e della crescente antropizzazione del territorio».

In definitiva, ambiti tanto complessi da non potersi esaurire con la fine di un progetto, che volge ora al termine dopo oltre un anno di attività. La salvaguardia del nostro territorio è cosa necessaria per il corretto e continuativo svolgimento, anche, delle nostre abitudini quotidiane la cui esecuzione non può esser vista come principio autosussistente bensì come continuo interscambio di obblighi e doveri tra natura, nel suo più ampio significato del termine, e uomo, inteso come materia organica che con le sue peculiarità ha creato grandi e, a volte, irreversibili sconvolgimenti negli equilibri iniziali. Un progetto da riproporre che permette un avvicinamento tra attori che in vario modo e con varie formazioni, ogni giorno, sono chiamati a confrontarsi col territorio. La formazione e l’informazione amplia la cultura, accresce lo spirito critico, perfeziona l’approccio ad una tematica, l’ambiente, non facilmente percepibile negli effetti potenzialmente prodotti da atteggiamenti poco sostenibili.