Le reazioni nucleari a bassa energia e il festival dell’energia

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> Widom e la fusione fredda

In contemporanea al Festival dell’Energia svoltosi a Perugia, alla Casa dell’Aviatore, in Viale dell’Università n. 20, Allan Widom, il 18 luglio 2012, alle ore 17 ha tenuto la sua conferenza su alcuni aspetti dei Lenr (Reazioni nucleari a bassa energia) o meglio su «esplosioni di fili» prodotte con Reazioni nucleari con forze deboli a Bassa Energia. Allan Widom ha presentato la sua Teoria delle Transizioni di Energia Nucleare prodotti da forze e moti Collettivi magnetici. Dopo avere introdotto il ricordo degli esperimenti di Wendt ed il successivo dibattito con Rutherford avvenuto agli inizi del secolo scorso, Allan ha presentato un circuito elettronico elementare per l’immagazzinamento dell’energia magnetica e per innescare le reazioni nucleare a bassa energia con interazioni deboli.

La applicazione di alta concentrazione di energia, secondo Wendt, produce la decomposizione atomica di fili con produzione di neutroni. Fenomeni analoghi di decomposizione atomica si verificano in cielo in occasione dell’innesco di fulmini e saette.

Si dimostra così che i metalli pesanti non possono esistere all’interno delle stelle. Questo tipo di riflessione fisica suggerì, a quei tempi (1922), la necessità di analizzare la stabilità dei metalli pesanti fino e al di sopra di 20000°C. Così Wendt dimostrò il verificarsi della esplosione di fili di tungsteno nel vuoto alle dette temperature mentre, dalla analisi spettrale risultava la presenza di elio nei gas prodotti. Wendt impiegò un semplice circuito basato su un banco di capacitori caricati a 320 Kvolt. L’esperimento successivo di Sir Ernest Rutherford («Nature») per la disintegrazione degli elementi atomici procurata da alte temperature dava risultati negativi per la disintegrazione degli elementi. In particolare, nei tubi di Coolidge, un fascio intenso di elettroni di energia pari a 100KeV viene usato per bombardare, in modo costante, un bersaglio di tungsteno, per lungo tempo senza che si rilevi alcuna produzione di elio. L’esperimento successivo riportato da Widom riguarda l’esperimento di Sternglass. Un fascio di elettroni di energia cinetica pari a 50KeV fu sparato da Sternglass su di una barretta di tungsteno producendo neutroni che vennero debitamente misurati. Quindi fu eseguito un secondo esperimento eseguito da studenti laureati che ridussero la soglia dell’energia alla quale si producono neutroni. Questi studenti riferirono i risultati dell’esperimento ad Hans Bethe che li riportò ad Albert Einstein. I commenti di Einstein all’esperimento di Sternglass furono prima di tutto che si trattava di una scoperta importante e che, quindi, per migliorarla Sternglass avrebbe dovuto:

  1. Non cadere nello scetticismo.

  2. Incrementare la intensità del fascio di elettroni incidente sulla barretta di tungsteno.

  3. Seguire la interpretazione di Einstein secondo cui il fenomeno avrebbe dovuto essere spiegato con il trasferimento collettivo di energia quanto-meccanica.

In altre parole, come è ben noto, un singolo elettrone incidente produce la seguente reazione (nucleare):

(1) e + p+ ? n + ?e

La eventuale generalizzazione con moltissimi elettroni venne subito in mente ad Einstein che propose, per l’esperimento collettivo allargato, la interpretazione teorica seguente:

(e1 + e2 + e3 + … + eN + eN+1) + p+ ? n + ?e + (e1 + e2 + e3 + … + eN)

In altre parole, secondo Einstein, si ha un vero e proprio trasferimento collettivo di energia.

Purtroppo Sternglass ignorò i suggerimenti di Einstein, non li seguì e preferì:

  1. Abbassare la intensità del fascio di elettroni.

  2. Recuperare la energia di soglia.

  3. Quindi tornare indietro all’esprimento di Rutherford.

Ovviamente non ottenne nulla o quasi nulla di nuovo. In epoca moderna, questo tipo di esperimento è stato ripreso da Luis Alvarez and Lawrence Johnston per costruire il detonatore della bomba atomica di tipo «Fat Man» durante il progetto Manatthan. Quel detonatore era costituito, secondo Widom, da un filo che esplodeva in particolari condizioni per innescare il processo atomico-nucleare.

In tempi più recenti (1972) sono stati eseguiti da Stephanakis et alter, esperimenti in cui sono stati impiegati generatori di alta energia per produrre plasmi densi da esplosioni di fibre di polimeri con larga produzione di neutroni.

La interpretazione della esistenza dei neutroni viene ottenuta assumendo che si verifichi la reazione nucleare d(d,n)3He mentre i neutroni vengono osservati quando si impiegano fibre contenenti alta concentrazione ed abbondanza naturale di deuteroni oppure le fibre altamente deuterate. D’altra parte, anche altri autori riportano la presenza di neutroni in fibre che esplodono in plasmi con z-pinch contenenti idrogeno o deuterio.

Fenomeni analoghi avvengono nei fulmini in cielo come se fossero dei veri e propri filetti fluidi spessi. Di fianco a destra si riporta una versione artefatta del fenomeno dei fulmini con produzione di neutroni. Altri ricercatori hanno eseguito un altro esperimento con un razzo al quale era attaccato un filo. Il razzo viene sparato verso un nuvola e, di ritorno, attorno al filo si crea un flusso di cariche verso terra.

Un terzo tipo di esperimento ha consentito di misurare flussi intensi di raggi X, di raggi gamma e di elettroni veloci che arrivano proprio prima del «flash» di luce visibile.

Questi tipi di fulmini hanno durata inferiore a 100 microsecondi.

Così la generazione di neutroni in fulmini è un fenomeno fisico appurato e conosciuto. Non si comprende come mai molte branche della Comunità scientifica italiana ma forse anche internazionale non vogliono riconoscere l’esistenza di fenomeni così semplici e consolidati e quindi delle possibili eventuali applicazioni.

La interpretazione classica di questi fenomeni si basa sulla equazione di Fermi-Pauli sulle interazioni deboli:

e + p+ ? n + ?e

e nella sua generalizzazione:

e + AXZ ? AXZ-1 + ?e

Esistono anche diversi tentativi di confutazione (Ruggero Santilli ed altri) di questa equazione che prevede la esistenza del neutrino al fine proprio di annullare la esistenza del neutrino. Tutti gli esperimenti fatti al Cern invece producono evidenza della esistenza dei neutrini. Tuttavia risulta ben noto che affinché possa avvenire questa reazione è necessario che l’elettrone incidente abbia al minimo una energia pari a:

?E=0.7823 MeV

Tutti questi ragionamenti e illustrazioni di esperienze vecchie e nuove servono a dimostrare che, in Natura, esistono reazioni nucleari a bassa energia che si verificano certamente dall’inizio dell’Universo e sicuramente dall’inizio del verificarsi di fulmini nella atmosfera terrestre.

Per dare una idea dei parametri di un fulmine standard si riporta la seguente tabella:

Parametri dei Fulmini

Tensione relativa a terra

~ 0.5 Gigavolt

Corrente di Picco

~ 30 Kiloamp > I0

Durata

~ 0.01 sec

Diametro del Canale di Corrente

~ 10 cm

Diametro della Regione Luminosa

~ 5 metri

Lunghezza

~ 5 Kilometri

Picco del Campo magnetico

~ 0.1 Tesla

Così il meccanismo fisico di generazione di neutroni e neutrini prodotti dagli effetti collettivi di cariche (elettroni) elettriche che operano in modo collettivo possibilmente in fase tra di loro, ossia in modo coerente, è un fenomeno fisico ben studiato, conosciuto e ben interpretato con le equazioni quanto-meccaniche della quantistica del Modello Standard. Sembra che solo alcune frange del Top Management della Fisica italiana stentino a capirlo e rendersene conto. Di conseguenza, costoro non vogliono fare entrare, come spetta di diritto, questo tipo di fisica (ormai classica) nel mondo della fisica nucleare. D’altronde anche i fenomeni interpretativi della costruzione della particella di Higgs, prevedono effetti collettivi e coerenti di accoppiamento fra tante particelle di energia molto più bassa. Dovrebbe essere inutile ricordare il famoso battaglione che marciando all’unisono e quindi in modo coerente e in fase su di un ponte di legno, durante la Prima guerra mondiale, fece rompere il ponte producendo una famosa catastrofe mai dimenticata. Si trattava di moto collettivo!

Conclusioni

Allan Widom ha tenuto il proprio seminario sugli effetti collettivi nelle reazioni nucleari a bassa energia proprio mentre l’Italia festeggiava a Perugia il nuovo avvento energetico italiano basato soprattutto sulla energia solare e sull’eolico. Al Festival, è stato ratificato il fatto che, in questo preciso momento storico, l’affermarsi dei pannelli cinesi sta creando scompensi nelle economie mondiali. Alla stessa stregua, la politica degli incentivi italiani è risultata veramente vergognosa ed orientata a pochi furboni o meglio a poche aziende che hanno fatto man bassa dei denari che noi, popolo, versiamo come obolo per il solare nella bolletta Enel.

Questo avveniva mentre Allan presentava una spiegazione elementare di una vera rivoluzione scientifica basata sull’accadimento di reazioni nucleari a bassa energia (Lenr).

Questa rivoluzione scientifica non riconosciuta dal Mondo scientifico classico viene continuamente e gelosamente coltivata, lavorata e seguita con grandissimi sacrifici personali dei vari ricercatori implicati.

Il «business» del solare e dell’eolico ha saputo cogliere lo spirito italiano che ama i festival come quelli dei cantanti alla Celentano e Morandi e tanti altri, mentre il mondo scientifico a scartamento ridotto continua a fare sacrifici e cercare nuove soluzioni energetiche innovative per il bene di tutti i popoli della Terra.