Il regime alimentare cambia per davvero solo un mese prima delle competizioni ufficiali: così fa il pieno di carboidrati, quindi di zuccheri e di energia pronta a bruciare rapida in un «braccetto», o in una «proiezione». Allenamenti estenuanti, due volte al giorno. Bisogna amare veramente tutto questo per accettare di vivere un’esistenza con molte rinunce
Avere 20 anni ed essere fortemente motivati a diventare campione olimpico nei prossimi quattro: lui è Fabio Parisi, una promessa, fino ad oggi mantenuta, della lotta greco-romana.
Astro ormai lanciatissimo nello scenario dei successi sportivi.
Barese verace, esemplare di puro sangue della rinomata scuderia sportiva della Società ginnastica Angiulli di Bari.
Nel 2012, nell’arco di tempo di appena due mesi, diventa prima Campione italiano Juniores (Rovereto), poi Campione italiano assoluto (Ostia) sempre nella difficile categoria di peso degli 84 kg.
Una quantità di kilogrammi sufficiente ad incollarti i piedi sul tappeto, limitando l’agilità del lottatore; ma evidentemente non di Fabio.
Fa sfoggio delle sue capacità tecniche ogni volta che ne ha la possibilità, senza timore, senza inibizioni mentali.
Sembra quasi immune da imbarazzi ed esitazioni; ma solo mentre lotta. Dal vivo la dimostra tutta la sua tenera età, svelando di se stesso un volto se non ingenuo, quantomeno fresco.
Lui, giovanissimo, eppure così caparbio, determinato a riuscire, a diventare qualcuno che lasci il segno.
In una società artificiale come la nostra, ecco l’esempio concreto di un prodotto tutto naturale che, con la sola forza di volontà, vince le sfide, anche quelle più ardue.
Il regime alimentare di Fabio cambia per davvero solo un mese prima delle competizioni ufficiali: così fa il pieno di carboidrati, quindi di zuccheri e di energia pronta a bruciare rapida in un «braccetto», o in una «proiezione».
Le proteine servono solo all’accrescimento muscolare che non possiede una valenza meramente estetica, ma funzionale alla preparazione atletica.
Allenamenti estenuanti, due volte al giorno: la mattina corsa e preparazione fisica per incrementare la resistenza e la forza; il pomeriggio tecniche di lotta.
Bisogna amare veramente tutto questo per accettare di vivere un’esistenza tutto sommato monca: molte le rinunce con cui Fabio ha dovuto fare i conti.
«Io amo la lotta, è la mia vita». Così il giovane atleta riassume la passione e tutto il fervore sportivo.
Sentimenti esclusivi e totalizzanti che lo animano da quando era solo uno studente di dodici anni, inserito (senza giusta causa: Fabio era uno studente preparato, ma incuriosito da uno sport particolare come quello della lotta) in un programma contro la dispersione scolastica che sperimenta tuttora con successo l’impresa di recuperare giovani menti dalla strada.
Promotore nazionale dell’iniziativa tutta barese «Progetto Lotta Scuola» il professore Pino Noia, fortemente convinto della necessità di impegnare i giovani con attività extra-didattiche.
Campo di prova la scuola media statale Azzarita di Bari.
Fabio Parisi ha così ceduto alle lusinghe di uno sport antichissimo e bello da vedere, piuttosto complesso da capire, ma facile da amare. Questo sentimento è stato poi sapientemente consolidato anche dal suo storico allenatore Pino Vitucci.
Tutto questo per dimostrare quanto sia ancora possibile crescere con obiettivi positivi ed attuabili solo attraverso il sudore. Senza per forza essere un «figlio di».
Fabio non assume nemmeno gli integratori alimentari: la sua è tutta forza naturale.
E alla domanda «Potresti mai un giorno cedere al richiamo del successo facile, assumendo sostanze dopanti?», lui convinto risponde: «Non credo di averne bisogno. Nemmeno in futuro».
Si conosce bene Fabio, consapevole come pochi delle proprie potenzialità.
Un esempio per tutti gli ex campioni, Alex Schwazer in cima alla lista, sfiduciati e stanchi di lottare, depressi ed infinitamente soli, nonostante tutti gli airbag familiari, ambientali, sociali ed economici.