Ilva – La denuncia del Fondo Antidiossina

754
foto di Angelo Ambrosi
Tempo di lettura: 3 minuti

In un video si evidenziano alcune anomalie che sarebbero in atto nell’impianto durante il trattamento di desolforazione della ghisa che proviene dall’altoforno. In un altro si notano imponenti nubi di fumi e di polveri che fuoriescono dalle aree basse degli impianti delI’lva di Taranto. Le immagini nette evidenziano che si tratta, senza alcun dubbio, di emissioni diffuse, fuggitive e non convogliate poiché non provenienti dai camini

La situazione tarantina si aggrava: il governo, i sindacati, i rappresentanti del gruppo Riva non ascoltano il grido della piazza. Fabio Matacchiera, presidente del Fondo Antidiossina di Taranto, ieri ha diramato un comunicato con il quale ha reso noto che «il Fondo Antidiossina Taranto onlus ha consegnato mattina, nelle mani del dirigente della Digos di Taranto, dott. Maurizio Scialpi, l’esposto indirizzato al Procuratore di Taranto, Franco Sebastio».

«Il documento – si legge nel comunicato – è correlato da due video e da importanti deduzioni che metterebbero in luce presunte violazioni, da parte dell’Ilva di Taranto, di diverse prescrizioni dell’Autorizzazione Integrata Ambientale. Come già preannunciato, entrambi i video saranno consegnati anche alla Commissione Ue e al Parlamento europeo entro questa settimana».

L’altro ieri, invece, lo stesso presidente del Fondo antidiossina di Taranto Fabio Matecchiera ha reso pubblico un altro comunicato in cui dichiarava che «nel primo video, girato da alcuni operai all’interno dell’Acciaieria1 (il 25 maggio 2013, ore 19), già proposto alcuni giorni fa da alcuni telegiornali nazionali, si evidenziano alcune anomalie che sarebbero in atto nell’impianto in questione durante il trattamento di desolforazione della ghisa che proviene dall’altoforno. La desolforazione avviene mediante l’iniezione nel bagno di ghisa fusa di agenti desolforanti (carburo di calcio, soda, calce, eccetera) e provoca la formazione di polveri e fumi acidi soprattutto pericolosi per la salute degli operai che lavorano all’interno dell’acciaieria. I fumi dovrebbero essere captati da apposite giranti e cappe di aspirazione che, come si vede nel filmato, ed in tante altre occasioni rilevate dall’esterno, non funzionano come dovrebbero a norma, causando di frequente i noti fenomeni di slopping, più volte rilevati e segnalati dai carabinieri del Noe di Lecce e dai custodi giudiziari della Procura di Taranto».

«Nel secondo video, girato dal presidente del Fondo Antidiossina nella notte tra il 3 e il 4 giugno 2013, si notano imponenti nubi di fumi e di polveri che fuoriescono dalle aree basse degli impianti delI’lva di Taranto. Le immagini nette evidenziano che si tratta, senza alcun dubbio, di emissioni diffuse, fuggitive e non convogliate poiché non provenienti dai camini. Un vero scenario da girone dell’Inferno che potrebbe rivelarsi un elemento importante nel dimostrare la non ottemperanza delle prescrizioni dell’Autorizzazione Integrata Ambientale concessa all’Ilva di Taranto. Vedendo questi fumi che fuoriescono, su vasta scala in diverse zone degli impianti, il Fondo Antidiossina si pone degli interrogativi sulla effettiva messa in atto e rispetto delle prescrizioni dell’Aia. La non-osservanza delle prescrizioni Aia, la cui inottemperanza è stata denunciata anche dal Garante dell’Aia, dott. Vitaliano Esposito, resta un fatto molto grave ed eloquente in merito alla condotta dell’Ilva nei confronti delle procedure ritenute fondamentali al corretto svolgersi della produzione e dei suoi cicli».

«Il video in oggetto pone dunque l’accento sulle prescrizioni seguenti: copertura nastri trasportatori (prescr. 6), installazione sistema «proven» per abbattere i fumi in cokeria (prescr. 16/B e 16/F); copertura area GRF, area scarico paiole, area gestione polveri (prescr. 16/H e 16/I); minimizzazione emissioni gassose e fuggitive impianti trattamento gas (prescr. 36), captazione e convogliamento emissioni diffuse impianto sinterizzazione (prescr. 60); impianto aspirazione desolforazione ghisa (prescr. 70A); nebulizzazione area svuotamento scoria liquida paiole (prescr. 70B)».
Per i cittadini di Taranto la marcia per liberarsi dal «mostro», viste le posizioni governative, pare ancora molto, molto lunga.

 

Vito Stano