Memoria dell’acqua e memorie biochimiche

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In due incontri a Roma si approfondiscono le teorie e le ricerche di Jacques Benveniste. Così come si torna a parlare di Fusione fredda sempre a Roma e al Cern. Il mondo scientifico è atteso alla prova del nove dei risultati concreti per portare fuori il Belpaese e non solo, dalla palude in cui siamo immersi pericolosamente e che solo dal rilancio del Genio Italico scientifico e tecnologico, si può sperare di ridare all’Italia quel quinto posto nella classifiche che sembra tanto lontano

Oggi, a Roma, al Centro congresso di via dei Frentani, Luc Montagnier, Emilio Del Giudice e Vittorio Elia fanno il punto sui recenti sviluppi sperimentali sulle ricerche di Benveniste sulle proprietà speciali dell’acqua e la sua cosiddetta memoria. E sulle memorie biochimiche si parlerà in un seminario all’Università di Tor Vergata l’otto marzo. Argomenti che sembra stiano uscendo, una volta per tutte, da quel limbo scientifico in cui spesso la ricerca ufficiale accantona tutto ciò che non capisce o disturba. Ma se il «gioco» scientifico da sempre fa queste operazioni oscure, meno chiare sono le ragioni che muovono coloro che sono preposti alla comunicazione e che per definizione dovrebbero essere solo i testimoni di fatti altrimenti si confondono i ruoli con danni evidenti per l’opinione pubblica e la credibilità dell’informazione.
Da queste considerazioni si muove la nota che proponiamo e che ci ha inviato Vincenzo Valenzi, Direttore Dipartimento di Medicina Integrata, Istituto universitario di ricerca S. Rita, che da anni si batte per la libertà di ricerca e contro ogni tabù scientifico.

In questo freddo e controverso gennaio 2014 sembra che si possa dare in modo quasi certo una risposta alle tristi domande che Giovanni Caprara si fece sul «Corriere della Sera» del 5 aprile 2012, «Dove sono finiti gli scienziati delle scoperte sbagliate?».
Per quanto riguarda dove è finito Jacques Benveniste che scriveva Caprara: «Allontanato dalla comunità scientifica, visse malamente gli anni successivi morendo, dimenticato da tutti, nel 2004»… avevamo già segnalato inutilmente che per il vero Benveniste è ricordato da tanti nella Comunità scientifica tanto che in Crimea ogni due anni le élite scientifiche dell’Est si contendono un Award Benveniste durante la Conferenza Cosmos and Biosphere, che un lavoro di Widom Srivastava e Valenzi è passato per Yalta, Kiev (un workshop Nato) e pubblicato sull’«International Journal of Quantum Chemistry» e che oggi su iniziativa dell’Ordine dei Medici di Roma Luc Montagnier, Emilio Del Giudice e Vittorio Elia fanno il punto a Roma al Centro Congresso di via dei Frentani sui recenti sviluppi sperimentali sulle ricerche di Benveniste sulle proprietà speciali dell’acqua e la sua cosiddetta memoria.

Di qualcosa di simile (le memorie biochimiche) si parlerà in un seminario all’Università di Tor Vergata l’otto marzo dove protagonisti saranno degli zuccheri trattati con procedure speciali che sono capaci di attivare in modo ad oggi enigmatico le memorie biochimiche e i processi enzimatici come messo in evidenza nei laboratori di Tor Vergata.

Spero che Caprara si rassereni su dove è finito Benveniste e magari aggiorni le sue info ai lettori (non un errata corrige, ma qualche news d’aggioramento, un trafiletto… ci potrebbe pure scappare anche sul Corrierone).

Analogo felice destino a quello di Benveniste, potremmo certamente vederlo per Martin Fleischmann, altro grande della scienza contemporanea, e Caprara sul Corrierone scriveva: «Cantonate in buona fede – Più vicina a noi nel tempo la storia che coinvolse Martin Fleischmann e Stanley Pons, due chimici dell’università americana dello Utah, che nel 1989 raccontarono di essere riusciti a generare energia attraverso una reazione nucleare a freddo. Dopo un periodo iniziale di entusiasmo, il Dipartimento dell’energia americano pose fine all’illusione: la fusione fredda rimase un sogno. I due autori della scoperta furono emarginati dal mondo scientifico».

Anche in questo caso vorrei rassicurare Caprara: Fleischmann resta al centro dell’agone scientifico come si evince dal passaggio anche ultimo al dipartimento di Fisica della Sapienza il 5 giugno 2013 e giusto in questi giorni un altro al Cern per discutere degli sviluppi delle Lenr/Ff e tentare di stroncare le teorie di Widom e Srivastava da parte dei colleghi del dipartimento di Fisica di Roma1 dopo il famoso articolo di Maiani Ruocco Polosa Ciuchi altri che avevano aperto finalmente la discussione seria sulle teorie sulle Lenr Ff e a cui Widom e Srivastava avevano replicato come riportato nella nota da Zanzibar «Un passo avanti e due indietro». 

Un passo avanti che continua quindi riportando la materia della Fusione fredda/Lenr nell’alveo della dialettica scientifica e sperimentale lasciandosi, si auspica definitivamente, alle spalle gli infelici scivoloni umani metodologici e scientifici dei manifesti firmati a migliaia da scienziati contro i cosiddetti studi inutili e la fusione fredda.

Per il 28 aprile per Coherence2014 potrebbe essere interessante dedicare una sessione ad un confronto diretto tra Widom Srivastava e il gruppo di Maiani Ruocco Polosa e colleghi.

Non sarebbe male discutere insieme teorie ed esperimenti a Roma (una sede qualificata si trova senza problemi), in quanto non dovremmo avere più i problemi del passato quando si spendevano le migliori energie per impedire a Widom di parlare a Roma.

Il mondo scientifico è atteso alla prova del nove dei risultati concreti per portare fuori il Belpaese e non solo, dalla palude in cui siamo immersi pericolosamente e che solo dal rilancio del Genio Italico scientifico e tecnologico, si può sperare di ridare all’Italia quel quinto posto nella classifiche che sembra tanto lontano ma che possiamo riprendere se tutti riprendono a fare la loro parte, scienziati in primis.