Si scrive Zika si legge cambiamenti climatici

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Perché il virus Zika, noto dal 1947, diventa ora così virulento? Piero Genovesi: «sono oltre 100 gli agenti patogeni, allergenici o i vettori introdotti dall’uomo che hanno impatto sulla nostra salute, come la zanzara tigre (vettore di oltre 20 virus come la Dengue e la Chikungunia), l’Ambrosia artemisiifolia (che provoca gravissime allergie) o anche alcuni pesci tossici recentemente arrivati dal canale di Suez». Luciana Sinisi: «La zanzara tigre è un esempio: nell’anno 2.000 sono state segnalate in 156 città nel 2014 erano quasi 1.600»

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I cambiamenti climatici in atto stanno modificando il nostro stile di vita, l’agricoltura, l’alimentazione, il paesaggio e stanno anche aumentando i rischi per la salute.

L’uomo, però, nonostante gli allarmi, i summit, gli accordi è in forte ritardo sulla via di cambiamenti profondi in grado di aumentare la sicurezza sanitaria e la stabilizzazione del clima.
Le ragioni sono sempre le stesse: quelle gabbie in cui volontariamente ci siamo rinchiusi rinunciando a benessere e dignità in cambio di una promessa di… progresso.
Non meraviglia quindi che la cattiva professionalità degli addetti alla comunicazione, nell’informare su un pericolo, non faccia una informazione globale e corretta rispondendo alle famose cinque domande base della notizia. Ad esempio, sul pericolo che viene dal virus Zika, oltre agli allarmi, manca la domanda: perché il virus Zika, noto dal 1947, diventa ora così virulento?
La risposta si conosce ma non viene detta per non disturbare il manovratore.
«Città come forni. Nei prossimi 50 anni, se il riscaldamento del pianeta dovesse continuare, le “ondate di calore” diventerebbero più frequenti e parecchie migliaia di persone morirebbero per il grande caldo soprattutto nelle città arroventate». Questo lo scenario contenuto nel rapporto «Cambiamenti climatici e salute umana», presentato dall’Organizzazione mondiale della sanità nel 1996.
L’Oms, che ora lancia l’allarme per la rapidità della diffusione del virus Zika, suggeriva alcuni palliativi come il piantare in città molti alberi per ridurre l’impatto delle ondate di calore e di trovare anche, attraverso esperimenti di ingegneria genetica, alberi più adatti a sopportare il caldo… Allora era prematuro ma neanche adesso si parla di decarbonizzazione del pianeta mettendola in relazione a tutti questi problemi che ci stanno venendo addosso. Insomma anche questa è omertà: quando si dividono i problemi cercando cause singole senza tenere presente la ragione principale…

Ignorare i problemi dei cambiamenti climatici non serve a esorcizzarli, come non serve neanche negare i cambiamenti climatici per annullare i problemi. La situazione strisciante e di grave pericolosità sembra inarrestabile.
«Gli spostamenti di specie invasive stanno causando profondi effetti negativi, non solo all’ambiente, ma anche alla nostra salute – ci dice Piero Genovesi, Ricercatore di Ispra e presidente del gruppo specialistico sulle specie invasive dell’Iucn -. Abbiamo calcolato che sono oltre 100 gli agenti patogeni, allergenici o i vettori introdotti dall’uomo che hanno impatto sulla nostra salute, come la zanzara tigre (vettore di oltre 20 virus come la Dengue e la Chikungunia), l’Ambrosia artemisiifolia (che provoca gravissime allergie) o anche alcuni pesci tossici recentemente arrivati dal canale di Suez e che hanno già provocato diverse vittime nell’area orientale del Mediterraneo».

 

Specie-invasive

Effetto del clima e dell’uso del suolo sul numero di specie invasive per pixel in ogni bioma. In (a) la Mappa rappresenta i biomi e in (b) i grafici associati che rappresentano le potenziali variazioni nette per numero di specie invasive tra il 2000 e il 2100 (La mappa è tratta dallo studio «Will climate change promote future invasions?» di Celine Bellard, Wilfried Thuiller, Boris Leroy, Piero Genovesi, Michel Bakkenesk and Franck Courchamp del 2013).

I crescenti impatti sanitari, ci dice ancora Genovesi, «sono causati dall’aumento dei trasporti e del commercio, ma sono anche aggravati dai cambiamenti climatici, che ad esempio in Europa creano condizioni idonee all’insediamento di molte specie di origine tropicale. Occorre essere più efficaci nella prevenzione, identificando i vettori responsabili dell’arrivo di specie invasive, e agendo prima che i problemi esplodano. Agire sulla prevenzione è anche un obbligo ai sensi del regolamento EU 1143/2014, che chiede ai Paesi europei di implementare dei piani di azione sui vettori chiave dell’arrivo delle specie invasive».
Ecco, la prevenzione, il tallone d’Achille. Che si fanno a fare le Commissioni e le procedure se poi non si interviene?
Comprendere i comportamenti umani, i tempi di intervento delle istituzioni e l’assenza totale di un sistema informativo è forse il più grande problema chela società moderna deve ancora affrontare.
I cambiamenti climatici, con tutte le conseguenze, sono stati segnalati da decenni. Ora siamo alle prese con problemi che toccano la salute per via della forte diffusione delle zanzare. «C’è un problema di aumento di numero e distribuzione geografica – ci dice Luciana Sinisi, dell’Ispra, Responsabile settore determinanti ambientali di salute – anche in aree storicamente indenni di insetti potenziali vettori di malattie infettive (zanzare, zecche) sia in Europa sia in Italia. La zanzara tigre è un esempio: nell’anno 2.000 sono state segnalate in 156 città nel 2014 erano quasi 1.600 (dati Iss)».
Una crescita che non è passata inosservata in Europa e in Italia, tanto che «in Europa – sottolinea Luciana Sinisi – è stato istituito nel 2005 l’European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc), che ha dedicato e dedica molte risorse e progetti al problema (anche consultabili on line) per la mappatura della distribuzione dei vettori, analisi di rischio sanitario, sistemi di early warning e strumenti per il controllo dei vettori e il contenimento di eventuali epidemie». Mentre in Italia, dal 2009, «il ministero della Salute annualmente aggiorna circolari dirette all’individuazione di aree a rischio di malattie da vettori e loro sorveglianza entomologica, veterinaria e umana. Indagini che hanno confermato l’aumento del numero di Regioni italiane coinvolte distribuzione di aree di circolazione del virus West nyle (zanzara comune) e del numero di casi umani e veterinari di virosi West nyle (circolare del ministero della Salute: Sorveglianza dei casi umani delle malattie trasmesse da vettori con particolare riferimento alla Chikungunya, Dengue e West Nile Disease».
Ai cambiamenti climatici sono legati i fattori ambientali dovuti all’uso del suolo che determinano variazioni di habitat, insediamenti umani, pratiche agricole, mutamenti nella biodiversità… tutti meccanismi ben conosciuti e studiati che di conseguenza concorrono all’insediamento e allo spostamento in altitudine/longitudine degli insetti vettori.
Siamo probabilmente di fronte all’ondata più massiccia delle modificazioni ambientali dovute anche all’azione combinata di molte cause non esclusa l’azione umana. I problemi che ne derivano sono di così vasta natura e complessità che francamente perdere tempo su barriere per controllare lo spostamento inevitabile di milioni di esseri umani, pensare a improbabili complotti e giocare alla guerra per esportare la democrazia significa fare la fine di Renzo e Lucia, il cui matrimonio fu solo rimandato mentre la peste preparava un nuovo ordine.