«Il futuro è un investimento rinnovabile, i combustibili lasciamoli sottoterra»

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La campagna del Wwf che sfata cinque bufale. Gli impianti industriali che estraggono petrolio, le piattaforme petrolifere, per quanto progettate e realizzate con tecnologie all’avanguardia hanno vulnerabilità intrinseche all’interno del sistema e ne è dimostrazione il disastro del 2010 alla piattaforma petrolifera Deepwater Horizon che ha provocato il più grave inquinamento marino mai registrato nei mari Usa e questo pur essendo, gli Stati Uniti d’America, la prima potenza tecnologica su scala globale

«Viviamo in acque agitate, le trivelle servono anche a confonderle» dice un signore ben vestito mentre sorseggia un drink immerso nel mare. Questa è la prima delle sette vignette umoristiche prodotte per il Wwf da diversi cartoonist, tra cui Staino e Vauro, che hanno prestato la loro creatività per le ragioni del Sì promosse dal Wwf per il referendum sulle trivelle del 17 aprile.
La serie umoristica è accompagnata anche da 5 ragioni del Sì che smontano alcuni dei principali punti avanzati dal fronte del No, come la sicurezza degli impianti, il rischio di inquinamento, la durata delle concessioni.
La prima vignetta è firmata da Pietro Vanessi, pubblicitario, umorista, vignettista, illustratore e docente di Art Direction e Comunicazione presso lo Ied.
E tra le cinque bufale da smontare ritroviamo il motivo per il quale
– è giusto difendere la fascia offlimits delle 12 miglia, creata per difendere i nostri mari e le nostre coste e dove l’attività estrattiva deve terminare quando finisce la concessione e questo in linea a quanto ci richiede l’Europa (il fronte del No sostiene che la norma che si vuole abrogare consente solo ai giacimenti già esistenti entro le 12 miglia di continuare l’attività produttiva sino all’esaurimento dei giacimenti);
– gli impianti industriali che estraggono petrolio, le piattaforme petrolifere, per quanto progettate e realizzate con tecnologie all’avanguardia hanno vulnerabilità intrinseche all’interno del sistema e ne è dimostrazione il disastro del 2010 alla piattaforma petrolifera Deepwater Horizon che ha provocato il più grave inquinamento marino mai registrato nei mari Usa e questo pur essendo, gli Stati Uniti d’America, la prima potenza tecnologica su scala globale (il fronte del No sostiene che i nostri impianti industriali, progettati e realizzati dalla tecnologia italiana, sono tra i più sicuri al mondo);
– prolungare le concessioni oltre il termine dei 30 anni viola le norme comunitarie ed è una bomba ad orologeria per l’ambiente (il fronte del No sostiene che se vince il Sì si dovrebbe interrompere l’attività estrattiva alla scadenza prevista dalla concessione, lasciando nel sottosuolo gli idrocarburi non ancora estratti);
– l’onda nera del petrolio che uccide pesci e cetacei e spezza il volo degli uccelli marini soffocando di catrame i fondali e le coste e producendo per decine di anni effetti cancerogeni e mutageni è presente anche durante l’attività di routine delle perforazioni petrolifere e a gas alto con dispersione di sostanze chimiche dannose agli organismi viventi nell’ambiente circostante (il fronte del No sostiene che attorno alle piattaforme c’è stato un ripopolamento della fauna marina e di alcune specie in estinzione);
– le ragioni che hanno portato le Regioni a proporre i quesiti referendari sono state legate all’atteggiamento del Governo che ha tentato, in ogni modo, di eludere le competenze concorrenti in materia energetica che sono riconosciute loro dalla Costituzione che ha ammesso le motivazioni e questo andando in difesa delle 60mila persone che lavorano nel settore della pesca e dei 47mila esercizi del turismo costiero (il fronte del No sostiene che è grave che a promuovere il referendum non siano stati i movimenti ambientalisti ma le Regioni che, come istituzioni, dovrebbero garantire lo sviluppo e l’occupazione).
E a sostegno del referendum del 17 aprile per il Sì si evidenzia l’appuntamento «Quale Futuro con il petrolio? Verso il Referendum del 17 aprile» di lunedì 4 aprile alle ore 21 presso il Cinema Splendor a Bari dove il Coordinamento NoTriv Terra di Bari insieme all’Associazione La Scatola Blu ha organizzato una serata di proiezioni dedicate ai reali costi e agli effetti delle trivellazioni sul nostro territorio e la programmazione dell’incontro pubblico su nuove forme di produzione e condivisione dell’energia «Il futuro è un investimento rinnovabile, i combustibili lasciamoli sottoterra», organizzato da Retenergia, Banca Etica e Coordinamento nazionale NoTriv che si terrà a Bari il 5 Aprile prossimo, a partire dalle 18,30 presso la sede di Banca Etica, Filiale di Bari.
Perché il 17 Aprile «Sì» cambia energia promuovendo un diverso modello di produzione energetica, rinnovabile, etica e democratica, un’energia da contrapporre al modello fossile inquinante.