Il mea culpa della Regione Puglia in tema di Ipogei pugliesi

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foto di A. Fiore
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L’Atto evidenziala l’esistenza, in regione Puglia, di una legge organica per quanto riguarda la tutela e la valorizzazione del patrimonio geologico e speleologico, ossia la Legge regionale 4 dicembre 2009, n. 33 la quale definisce i «geositi ipogei», ovvero tutti quegli ambienti sotterranei che, per le loro caratteristiche morfologiche intrinseche, per la natura delle rocce nelle quali sono scavate, per quello che contengono o per l’uso che ne è stato fatto dall’uomo nel tempo, come quegli ambienti che presentano caratteri di eccezionalità in senso lato

«La p.d.l. in esame non appare considerare l’organica disciplina emanata in materia dalla l.r. 33/2009, in parte duplicandone i contenuti ed in parte disciplinando in maniera difforme le competenze degli Enti locali. Le disposizioni non ridondanti oggetto della p.d.l., se considerate pregnanti, andrebbero riscritte sotto forma di modifiche e/o integrazioni alla l.r. 33/2009».
È uno dei punti significativi scritti nella Scheda di analisi tecnico-normativa della Sezione Affari e Studi Giuridici e Legislativi, Servizio Affari e Studi Legislativi, della Regione Puglia sulla proposta di legge sui geositi. Quindi, anche la Regione dà ragione alle osservazioni sollevate in un nostro articolo pubblicato giorni fa, un articolo nel quale si faceva riferimento alla Proposta di Legge avente per oggetto «Valorizzazione e fruizione del patrimonio storico, culturale, archeologico e architettonico degli ipogei pugliesi», proposta presentata in data 7 giugno 2016 a firma di Liviano D’Arcangelo, Ventola, Mennea, Borraccino, Zinni, Perrini, Vizzino, Caracciolo, Pendinelli, Di Bari, Gatta, Galante, Conca.
Una proposta di Legge che pur proponendosi come obiettivo quello di valorizzare le cavità antropiche, argomento di interesse trasversale per la Puglia che passa dalla difesa del suolo, alle ricerche storiche e archeologiche, agli studi sul paesaggio e sui beni culturali, alla valorizzazione turistica di questi ambienti sotterranei, riserverebbe alcune lacune.
Nell’articolo, infatti, si chiede un parere, e questo per comprendere appieno i contenuti e gli effetti della Proposta di Legge sugli ambienti ipogei, all’esperto Franco dell’Aquila, autore di oltre cento lavori tra monografie e articoli su riviste italiane e straniere nonché di oltre 200 articoli divulgativi riguardanti l’habitat rupestre, il quale si sofferma su alcuni aspetti.
In primis, lui addita la definizione dell’oggetto della legge, riportata nell’articolo 1, definizione troppo generica che andrebbe a coinvolgere nella proposta qualsiasi cantina e pozzo presente sul territorio regionale. Inoltre, nel testo non si terrebbe conto della legislazione nazionale e regionale andando a demandare la salvaguardia e la valorizzazione ai Comuni, assolutamente impreparati ad affrontare problemi di messa in sicurezza, problemi di tutela e progettazioni adeguate per la specificità degli ambienti ipogeici.
Una Proposta di Legge che, pertanto, a detta di un esperto sul tema, evidenzierebbe difetti e necessiterebbe di una rivisitazione organica e questo partendo dalla normativa già in vigore e agendo sulla nuova programmazione economica per inserire in maniera organica anche il vasto patrimonio sotterraneo della Puglia tra gli elementi da studiare, tutelare e solo dopo valorizzare.
E la risposta da parte della regione Puglia non si è fatta attendere…
A seguito di questa pubblicazione arriva, infatti, la risposta da parte del Consiglio regionale, l’Atto Consiglio n. 238/A – X Leg., il quale, partendo dall’Analisi della Normativa regionale, Legge regionale 4 dicembre 2009, n. 33 e lo Statuto regione Puglia, art. 2, e della Normativa nazionale, Raccomandazione rec (2004) 3 del Comitato dei Ministri del consiglio d’Europa 5 maggio 200, D. Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42 artt. 1-7, 131, 134-135 e 143, rileva criticità sotto il profilo sostanziale andando ad evidenziare come la tutela e la valorizzazione delle risorse naturali siano garantite sia a livello internazionale sia nazionale e andando a definire come la Proposta intenda valorizzare e rendere fruibili le numerose strutture ipogeiche presenti nel territorio regionale che «costituiscono un vero patrimonio storico, culturale e archeologico strettamente legato anche a dinamiche turistico-ricreative e urbanistiche».
Inoltre, l’Atto evidenziala l’esistenza, in regione Puglia, di una legge organica per quanto riguarda la tutela e la valorizzazione del patrimonio geologico e speleologico, ossia la Legge regionale 4 dicembre 2009, n. 33 la quale definisce i «geositi ipogei», ovvero tutti quegli ambienti sotterranei che, per le loro caratteristiche morfologiche intrinseche, per la natura delle rocce nelle quali sono scavate, per quello che contengono o per l’uso che ne è stato fatto dall’uomo nel tempo, come quegli ambienti che presentano caratteri di eccezionalità in senso lato.
Un mea culpa da parte della regione Puglia che riconosce come la Proposta di Legge non consideri l’organica disciplina emanata in materia dalla Legge regionale 33/2009, in parte duplicandone i contenuti ed in parte disciplinando in maniera difforme le competenze degli Enti locali e riconoscendo come, se pregnanti, le disposizioni oggetto della Proposta andrebbero riscritte sotto forma di modifiche e/o integrazioni alla Legge regionale in essere.