Arrivano le «Famiglie rifiuti zero»

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Questo progetto mette in modo pratico e incisivo quello che il Centro di Ricerca fa tramite l’analisi del rifiuto residuo, ossia vuole incidere su quel circa 20% di indifferenziata che ancora produciamo, andando ad interagire direttamente con le modalità di consumo dei cittadini

A Capannori arrivano le «Famiglie rifiuti zero». Per 12 mesi dovranno attenersi a precise regole secondo un apposito disciplinare e riceveranno uno sconto del 10% sulla quota variabile della bolletta.
Ma cosa rappresenta Capannori?
Capannori, comune della provincia di Lucca in Toscana, è stato il primo comune italiano ad aver aderito alla strategia Rifiuti Zero, strategia di gestione dei rifiuti che si propone di riprogettare la vita ciclica dei rifiuti considerati non come scarti bensì risorsa da riutilizzare.
Ma ritorniamo al progetto «Famiglie rifiuti zero».
Sono nuclei familiari che partecipando ad un apposito bando prenderanno parte ad un progetto pilota che ha come fine la creazione di una comunità consapevole e sensibile all’obiettivo ultimo della strategia «Rifiuti Zero 2020». Le «Famiglie rifiuti zero» saranno una cinquantina e dovranno attenersi per 12 mesi ad alcune precise regole previste da un apposito regolamento.
Obiettivo del progetto, e questo attraverso varie pratiche ed un attento sistema di monitoraggio della quantità di rifiuti prodotti, è quello di giungere a ridurre sensibilmente gli scarti generati da questi nuclei familiari avendo, in questo percorso, i volontari del Centro di Ricerca Rifiuti Zero a disposizione per informazioni su buone pratiche relative al consumo critico e alle modalità di spesa utili ad agevolare le famiglie nel diminuire i rifiuti prodotti.
Rossano Ercolini, Coordinatore del Centro di Ricerca Rifiuti Zero di Capannori, ha dichiarato: «L’azione che stiamo per intraprendere è di grandissima importanza per il raggiungimento del nostro obiettivo finale: “rifiuti zero”. Questo progetto mette appunto in modo pratico e incisivo quello che il Centro di Ricerca fa tramite l’analisi del rifiuto residuo, ossia vuole incidere su quel circa 20% di indifferenziata che ancora produciamo, andando ad interagire direttamente con le modalità di consumo dei cittadini. Con questa azione stiamo monitorando e studiando un modo per poter abbassare ulteriormente la quantità di prodotti non riciclabili, né compostabili, né riutilizzabili insieme alla popolazione, che da sempre è motore quotidiano dell’applicazione della strategia Rifiuti Zero in una comunità».
Ogni famiglia dovrà avere a disposizione un composter che dovrà utilizzare quanto più possibile anche per la gestione del residuo organico. In caso di conferimento di questo scarto tramite normale raccolta differenziata porta-a-porta la famiglia dovrà pesare, anche usando bilance per il peso corporeo, tale residuo ogni volta prima del conferimento. Regole ferree anche per i restanti conferimenti riguardanti i materiali differenziati, ingombranti, ecc., ed il tutto annotato su un apposito diario che sarà consegnato dal centro Ricerca Rifiuti Zero.
Perché eliminare l’incenerimento dei rifiuti e strutturare un sistema di raccolta che aumenti la quantità di materiale differenziabile ottimizzando la qualità del materiale da riciclare, incentivando il riuso, la progettazione e la produzione di prodotti totalmente riciclabili, è possibile.