L’astronauta italiano, 60 anni, effettuerà 12 esperimenti scientifici (ma sulla Iss ce ne sono in totale quasi 200) quasi tutti riguardanti la biomedicina, ma più in generale ve ne saranno su fisiologia, scienza dei materiali e fisica, realizzati da diversi istituti e consorzi di ricerca italiani, sotto il coordinamento dell’Agenzia spaziale italiana
«Sono pronto per ripartire. Ieri c’è stato l’ultimo incontro tra le agenzie spaziali che hanno dato l’ok definitivo. Abbiamo il timbro: pronti a partire!».
Paolo Nespoli ritorna nello spazio. È la sua terza missione in dieci anni. E riparte per una nuova missione di lunga durata a bordo della Iss, la Stazione spaziale internazionale. Il lancio è in programma per oggi pomeriggio dallo storico cosmodromo di Bajkonur, nel Kazakhstan, in quella che ancora per alcuni anni sarà la base di lancio delle missioni russe (è stata ormai quasi completata quella nuova di Vostoknij, in Russia), un razzo R-7 di tipo Sojuz è pronto a lanciare nello spazio un nuovo terzetto di cosmonauti.
Una missione battezzata Vita
Paolo Nespoli, ingegnere, astronauta italiano dell’Esa (Agenzia spaziale europea) che si appresta a compiere la sua terza missione spaziale. E con i 60 anni compiuti lo scorso 6 aprile, diventa anche l’astronauta europeo più «anziano» nello spazio. Nella storia dei 56 anni di voli umani nello spazio, Paolo tra gli astronauti professionisti si colloca al terzo posto dopo John Glenn (sullo Shuttle a 77 anni) e Story Musgrave (61). Di pochi mesi più «grandi» di lui ci sono tre dei «turisti» spaziali che negli anni scorsi ebbero l’opportunità di fare una missione di una settimana sulla Iss.
La partenza della Sojuz MS 05 è prevista alle 17,41 (ora italiana). Il razzo vettore russo si staccherà dalla piattaforma di lancio per dare il via alla «Expedition 52 e 53», diretta alla Stazione spaziale. Una missione, come da prassi per quasi tutte quelle che da alcuni anni raggiungono la Iss, di lunga durata: cinque mesi. Paolo e i suoi due compagni di missione, che in orbita raggiungeranno altri tre cosmonauti, rientreranno il prossimo dicembre.
Questa è anche la terza missione di lunga durata organizzata dall’Asi, l’Agenzia spaziale italiana, in collaborazione con la Nasa, ed è stata battezzata Vita, acronimo di «Vitality, Innovation, Technology, Ability» (con lo stemma disegnato dall’artista Michelangelo Pistoletto).
Paolo e i suoi due compagni di missione, il comandante russo della Sojuz, Sergheij Riazanskij, 44 anni, e l’ingegnere di bordo statunitense Randy Bresnik, 50 anni, raggiungeranno la piattaforma di lancio con il tipico pullman che oltre a loro trasferisce alla rampa alcuni addetti del team di lancio. Paolo, dal finestrino saluterà la moglie Sasha e le due bimbe, vestito della tuta spaziale russa «Orlan», bianca con striature blu, e con la bandierina italiana cucita sul braccio sinistro: «Quella del lancio è una giornata bella lunga e soprattutto intensa di avvenimenti – ci ha raccontato Paolo nella nostra più recente intervista -. Ci vestiranno delle tute spaziali a circa quattro ore e mezzo dalla partenza. A meno di quattro ore dal lancio incontreremo le delegazioni e i familiari per un ultimo scambio di battute prima del lancio. E poi con il pullman ci porteranno alla rampa quando mancheranno circa due ore e mezzo dalla partenza. Poi, uno per uno entriamo nella Sojuz: io andrò questa volta sul sedile di destra. A due ore dal via saremo ben piazzati ai nostri posti e chiuderanno il portello».
Nove minuti per raggiungere la quota orbitale
La Sojuz dovrà entrare in un’orbita iniziale nove minuti dopo il lancio, che poi verrà perfezionata. Ci vorranno quattro orbite, e quindi circa sei ore, per raggiungere e attraccare la Stazione paziale: «La volta scorsa, nella missione precedente – ci ha ricordato Paolo – ero seduto sul sedile di sinistra. Differenze? Su quello di destra sarò un po’ più scomodo dal lato del braccio destro, ma naturalmente non c’è alcun problema…».
Il metro e 87 di Paolo Nespoli ne fa uno degli astronauti più alti: per un centimetro riesce infatti e restare giusto nei parametri di «comodità» (relativa) dei sedili Sojuz. Entro la mezzanotte ora italiana, quindi, Paolo e i suoi due compagni raggiungeranno gli altri loro colleghi sulla Iss, gli astronauti Jurcichin, Fischer e Whitson.
Poi inizierà la missione di lunga durata. Che sarà di lungo lavoro: a Paolo sono stati assegnati 12 esperimenti scientifici (ma sulla Iss ce ne sono in totale quasi 200) quasi tutti riguardanti la biomedicina, ma più in generale ve ne saranno su fisiologia, scienza dei materiali e fisica, realizzati da diversi istituti e consorzi di ricerca italiani, sotto il coordinamento dell’Agenzia spaziale italiana. Senza contare le attività di bordo, come arrivi e partenze di moduli «cargo» e le «passeggiate spaziali» che vedono coinvolti non solo i due astronauti che escono al di fuori della Stazione, ma anche coloro che li prepareranno e supporteranno, compreso il nostro Paolo Nespoli.