Cop24 deludente, qualche chiarimento e molte lacune

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Rapporto 5 Ipcc terra clima
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Rimandate decisioni importanti come se ancora ci fosse tanto tempo… Greenpeace: «Il summit si conclude senza impegni determinati ad aumentare ambizioni e azioni sul clima»

Obiettivo raggiunto a Katowice, il mondo è spaccato. Il testo finale del «Rulebook» è lacunoso, le soluzioni dei problemi più importanti vengono rimandate. Ci si muove come se ci fosse ancora tempo…

Brasile, Stati Uniti, Russia, Arabia Saudita, Turchia e Kuwait hanno svolto il ruolo di guastatori. Petrolieri e negazionisti (o solo petrolieri? e forse la parola negazionisti è troppo nobile per loro!) dunque insieme.

Nonostante solo due mesi fa l’Ipcc abbia lanciato un chiaro allarme, affermando che restano a disposizione solo dodici anni per salvare il clima del Pianeta, la Cop24 di Katowice si è conclusa senza nessun chiaro impegno a migliorare le azioni da intraprendere contro i cambiamenti climatici.

È l’amara costatazione di Greenpeace, che continua: se è vero che la Cop24 ha approvato un regolamento relativo all’applicazione dell’accordo di Parigi, a dispetto delle attese non è stato raggiunto alcun impegno collettivo chiaro per migliorare gli obiettivi di azione sul clima, i cosiddetti Nationally Determined Contributions (Ndc).

«Un anno di disastri climatici e il terribile monito lanciato dai migliori climatologi dovevano condurre a risultati molto più incisivi — afferma Jennifer Morgan, Direttrice Esecutiva di Greenpeace International — . Invece i governi hanno deluso i cittadini e ignorato la scienza e i rischi che corrono le popolazioni più vulnerabili. Riconoscere l’urgenza di un aumento delle ambizioni, e adottare una serie di regole per l’azione per il clima, non è neanche lontanamente sufficiente allorquando intere nazioni rischiano di sparire».

«Senza un’azione immediata, anche le regole più forti non ci porteranno da nessuna parte — continua Morgan — . Le persone si aspettavano azioni concrete da questa Cop24, ma non è quello che emerge da quanto hanno deciso i governi. Ciò è moralmente inaccettabile e ora i leader globali dovranno farsi carico dell’indignazione delle persone e presentarsi al summit del Segretario generale delle Nazioni Unite, nel 2019, con obiettivi più ambiziosi sul clima».

Secondo l’organizzazione ambientalista, questa Cop ha confermato l’irresponsabile distanza tra i Paesi più vulnerabili ai cambiamenti climatici e coloro che continuano a bloccare un’azione decisa per il clima o che vergognosamente stanno agendo con lentezza.

Che ci troviamo di fronte ad una spaccatura va segnalato l’importante annuncio della UE e di molti altri paesi sviluppati ai quali hanno dato la loro adesione numerosi Paesi in via di sviluppo, per impegnarsi per prevenire un aumento del surriscaldamento globale di 1,5°C.

Fra gli aspetti positivi c’è il chiarimento sulla contabilizzazione delle emissioni di gas serra e la registrazione delle loro riduzioni. Ci sono anche incentivi a intensificare gli sforzi per ridurre le emissioni.

Tra le questioni non ancora chiarite c’è la questione del mercato dei crediti di carbonio, crediti detenuti da alcuni paesi in riconoscimento dei loro sforzi di riduzione delle emissioni e dei loro «sink» di carbonio, cioè degli assorbitori dell’anidride carbonica atmosferica come le foreste.

Anche le questioni finanziarie non hanno trovato soluzioni consensuali e sono state rimandate alla prossima Cop.

«Questa azione dilatoria e di annacquamento degli impegni di mitigazione dei cambiamenti climatici — dice il fisico ed ex focal point italiano dell’Ipcc, Vincenzo Ferrara, nel suo blog — è stata in parte contenuta nelle consultazioni negoziali, attraverso una riformulazione con un contorto e artificioso giro di parole del testo del “rulebook”, ma questa azione dilatoria e di annacquamento non è stata, purtroppo, bloccata. Di conseguenza l’attuazione dell’accordo di Parigi può ora essere interpretato dai governi di tutto il mondo anche come un problema non urgente, non prioritario e di conseguenza neanche essenziale».

 

R. V. G.