Anche in Russia un sistema nazionale per la raccolta dei rifiuti

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Secondo il decreto firmato da Putin, il governo russo dovrà assicurare la creazione e il funzionamento di un sistema statale unificato per la contabilizzazione dei rifiuti solidi urbani entro il primo gennaio 2020. L’organizzazione dello smaltimento dei rifiuti solidi prenderà luogo in tutte le 83 regioni della Russia e utilizzerà un sistema di supervisione elettronico per coordinare e monitorare il lavoro

Lo scorso 14 gennaio, il presidente Vladimir Putin ha firmato un decreto per istituire una società di riciclaggio dei rifiuti per tutta la Russia, secondo quanto riferito dalla stampa russa. La nuova società è progettata per trattare i rifiuti solidi urbani, gestire il sistema di riciclaggio, stimolare gli investimenti e implementare uno dei 12 progetti nazionali, «Ecologia», che saranno supervisionati dal ministero delle Risorse naturali e dell’ambiente.

Il decreto arriva a seguito delle stridenti proteste che si sono verificate nella regione della città di Mosca a causa dei cumuli di rifiuti tossici e sostanze inquinanti che hanno compromesso i corsi d’acqua adiacenti, mettendo in pericolo ben 8 città. Alcuni residenti hanno infatti manifestato contro una vicina discarica, dopo che decine di bambini sono stati portati in ospedale con sintomi di avvelenamento da gas. I manifestanti hanno inoltre bloccato un’autostrada vicina per impedire ai camion della spazzatura di recarsi in discarica per scaricare rifiuti tossici e domestici.

La questione rifiuti è stata presa molto più sul serio dal Cremlino dopo che, lo scorso dicembre, 25.000 persone hanno preso parte ad una protesta tenutasi a Shies, vicino alla città settentrionale di Arkhangelsk, proprio a causa del cattivo stato di una discarica che ospita l’immondizia di Mosca e risultando una delle più grandi proteste dalla caduta del Unione Sovietica. Altre proteste, molto più contenute, si sono verificate sotto la guida del blogger anti corruzione e attivista dell’opposizione, Alexei Navalny.

Secondo il decreto firmato da Putin, il governo russo dovrà assicurare la creazione e il funzionamento di un sistema statale unificato per la contabilizzazione dei rifiuti solidi urbani entro il primo gennaio 2020. L’organizzazione dello smaltimento dei rifiuti solidi prenderà luogo in tutte le 83 regioni della Russia e utilizzerà un sistema di supervisione elettronico per coordinare e monitorare il lavoro.

Il sistema per la gestione dei rifiuti previsto dal decreto fa parte di una riforma più ampia che è entrata in vigore all’inizio del 2019, progettata per ridurre l’impatto sull’ambiente. Lo stato vorrebbe di fatti raggiungere, entro il 2024, lo smaltimento del 36% dei rifiuti solidi urbani contro l’attuale 4%. È stata inoltre introdotta una tassa per la rimozione dei rifiuti, che i contraenti della gestione dei rifiuti riceveranno in base alle tariffe stabilite dallo stato.

Il ministro dell’Ambiente ha dichiarato che il pagamento delle tasse per la raccolta dei rifiuti aumenterà di non oltre il 5% a parte da quest’anno e che, nei prossimi anni, il costo sarà limitato al livello dell’inflazione che al momento è sotto il 4,2%. Secondo il ministero dell’Industria e del Commercio, la Russia ha bisogno di circa 130 impianti di trattamento dei rifiuti.

Cristina Di Leva