Sviluppare strategie nazionali per le emissioni di gas serra

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Pubblicato lo studio sul Nature Climate Change che intende supportare lo sviluppo di strategie settoriali e tecnologicamente dettagliate, attinenti alle politiche nazionali e coerenti con l’obiettivo climatico dell’Accordo di Parigi

È stato pubblicato sull’ultimo numero di «Nature Climate Change» un manuale che definisce i passi verso un futuro sostenibile. Gli autori, appartenenti al network Deep decarbonization pathways (Ddp), mostrano come costruire in concreto, nei diversi contesti nazionali, le strategie per raggiungere emissioni zero, senza compromettere lo sviluppo sostenibile delle diverse realtà.

Ciascun Paese, regione, città, impresa, può tagliare le emissioni di gas a effetto serra con misure che siano in linea con le priorità socio-economiche di ciascuna realtà e sostenere l’agenda dello sviluppo sostenibile. L’articolo A pathway design framework for national low greenhouse gas emission development strategies vede impegnata la Fondazione Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici (Cmcc), il nuovo centro di ricerca per lo studio dei cambiamenti climatici dell’Università Ca’ Foscari Venezia, e l’European institute on economics and the environment della Fondazione Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici (Rff-Cmcc) e poi ancora Università e Centri di ricerca dislocati in tutto il globo.

L’Accordo di Parigi introduce strategie a lungo termine come strumento per realizzare obiettivi di riduzione delle emissioni progressivamente più ambiziosi, mantenendo nel contempo gli obiettivi di sviluppo preminenti nel contesto delle circostanze nazionali. Ed è in vista della ventunesima conferenza delle parti, che il Deep Decarbonization Pathways Project vede sviluppare percorsi a basse emissioni per 16 Paesi, sulla base di un innovativo quadro di progettazione. Uno studio, quello pubblicato, che intende supportare lo sviluppo di strategie settoriali e tecnologicamente dettagliate, attinenti alle politiche nazionali e coerenti con l’obiettivo climatico dell’Accordo di Parigi.

Si legge nell’articolo informativo pubblicato sul sito ufficiale della Fondazione Cmcc, che ricordiamo essere un Ente di ricerca no-profit che si occupa di realizzare studi e modelli del nostro sistema climatico e delle sue interazioni con la società e con l’ambiente, di come fra le sfide metodologiche chiave individuate nello studio ci sia il tener conto delle vulnerabilità e delle incertezze specifiche di ciascun Paese, il fornire valutazioni quantitative sulla base di approcci di modellistica flessibili e inclusivi, l’ottenere valutazioni confrontabili dei diversi Paesi, l’usare un approccio metodologico per realizzare scenari in grado d’individuare le diverse opzioni per la decarbonizzazione dell’economia.

Una serie di elementi che sono quindi stati integrati nelle linee guida per la realizzazione degli scenari, con l’obiettivo di favorire la comunicazione e il trasferimento di conoscenze tra gli stakeholder, la valutazione del rispetto degli obiettivi di sviluppo nazionali e di riduzione delle emissioni globali, fornendo un supporto concreto per la realizzazione di politiche sostenibili.

Un lavoro che quindi avrà importanti implicazioni per la revisione, che avverrà nel 2020, dei Nationally determined contributions (Ndcs), gli impegni di riduzione delle emissioni dei singoli Paesi, e per l’inventario formale previsto nel 2023 sotto la guida della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti climatici (Unfccc).

Elsa Sciancalepore