Andrà tutto bene? solo se…

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biodiversità 42 2008
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…a dispetto di ciò che va bene per l’individuo e non per l’intera società e per il mondo, l’uomo si dirigerà verso una mentalità a lungo termine, conferendo tutto il valore possibile alle specie (la nostra e tutte le altre), perché per avere un ambiente sano non basta affatto avere l’energia solare e del suolo con acque sottostanti se non sono presenti anche un gran numero e varietà di specie, microrganismi, piante ed animali

Forse non tutti sanno che l’anno in corso, 2020, è un anno dedicato alla Biodiversità, un principio cui ancora oggi, in piena pandemia da Covid-19, dubito sia stata data sufficiente chiarezza, un obbiettivo di conservazione della diversità biologica che purtroppo non è stato ancora raggiunto, con un numero elevatissimo di specie sull’orlo dell’estinzione.

Oggi l’intero pianeta è chiamato a confrontarsi con un virus invisibile quanto temibile, e il mondo della cultura (anche di quegli intellettuali e politici poco allineati con le «mode», le «tendenze» e soprattutto con la «fissa» per un consumismo ad oltranza) dovrà ottenere al più presto possibile la capacità di rifondare la convivenza umana e la relazione uomo-natura, facendosi portavoce delle innumerevoli, non più sopportabili ferite inferte alla Terra in anni e anni di irresponsabile quanto sfrenato sfruttamento delle risorse naturali.

E il mondo della cultura, segnatamente quella che da diversi lustri si è dedicata all’«ecologia» o «biologia dell’ambiente», è concorde col proclamare ad alta voce che i sistemi globali che consentono la vita degli organismi, fornendo acqua, aria, cibo e energia, sono da tempo sottoposti a forti stress da inquinamento, cattiva gestione e sovrappopolamento (E. P. Odum, 1994). Ma non solo. Siamo sempre più convinti che mantenere e, possibilmente, migliorare la qualità dell’ambiente richieda delle fondamenta morali, perché l’abuso di sistemi vitali naturali non dovrebbe essere solo «fuorilegge», ma si dovrebbe imparare a capire, una buona volta, che questo è un comportamento immorale.

Fu Aldo Leopold, naturalista ed ecologo statunitense, che per primo scrisse «The Land Ethic», un lavoro in cui suggerisce che l’ampliamento della morale, dall’uomo all’ambiente, nel tempo ha avuto il seguente tipo di sequenza: dapprima viene la religione come morale dell’uomo-verso-uomo; poi viene la democrazia come morale uomo-verso-società; infine il percorso viene implementato attraverso una relazione morale fra l’uomo e il suo ambiente, un atteggiamento che dovrà, a mio sommesso avviso, ancora essere sviluppato completamente perché possa dare gli effetti sperati. E qui mi riferisco alla recentissima istituzione del «Parco del Mar Piccolo di Taranto», una forma istituzionale di tutela del nostro preziosissimo mare interno che potrà dare tutti i suoi frutti quando per i nostri concittadini l’etica verrà effettivamente estesa ai valori ambientali, completando quel percorso suggerito da Leopold.

Lasciatemi dire che di comportamenti immorali in questo senso oggi ve ne sono a non finire: illegittimo, disastroso, ma anche antieconomico ed altamente immorale è, per es. consentire che plastica d’ogni tipo e dimensione finisca nei nostri mari, procurare incendi che azzerano completamente la biodiversità di cui si parlava dianzi, emettere inquinanti in ambiente persino per gioco o per proteste (avete mai pensato a quanto carbonio in più sversiamo in atmosfera «sparandoci» nevroticamente con le nostre auto al di sopra dei limiti di velocità consentiti?). E questi sono solo alcuni dei comportamenti che stanno compromettendo seriamente i servizi ecosistemici di cui l’umanità ha goduto sino ad oggi.

«Andrà tutto bene» se, a dispetto di ciò che va bene per l’individuo e non per l’intera società e per il mondo, l’uomo si dirigerà verso una mentalità a lungo termine, conferendo tutto il valore possibile alle specie (la nostra e tutte le altre), perché per avere un ambiente sano non basta affatto avere l’energia solare e del suolo con acque sottostanti se non sono presenti anche un gran numero e varietà di specie, microrganismi, piante ed animali: un Civico Museo di Scienze Naturali ed Ambientali potrebbe essere di grande utilità in questo senso. Ma andrà ancora meglio se riuscissimo anche a mantenere in salute gli ecosistemi del mondo riducendo la crescita delle popolazioni umane, l’insensato consumo del suolo, e le innumerevoli forme d’inquinamento di cui quello dell’aria riveste certo la massima importanza.

Nel momento in cui l’ecologia, o «studio della casa», in uno all’economia, o «gestione della casa», potranno fondersi nel cuore e nei comportamenti umani, e quando l’etica ed i valori morali saranno estesi per includere anche i valori ambientali così come quelli umani, allora e solo allora «andrà tutto bene» e potremo finalmente essere ottimisti sul futuro dell’umanità.

Valentino Valentini, Direttore del Museo-Laboratorio della Fauna Minore del Parco del Pollino, località Mazzana Salice, San Severino Lucano