San Bartolomeo in Galdo martire dell’eolico…

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E la Campania fa la furba

Non risolta la questione procedurale fra Campania e Puglia su un progetto in provincia di Benevento che deturpa il paesaggio in maniera violenta danneggiando anche progetti di valorizzazione fra Puglia e Molise. Il parere negativo della soprintendenza foggiana. Altre inesattezze

Il ricordo personale risale a tanti anni fa, un’estate in cui avevo deciso di trascorrere qualche giorno da solo nella terra degli antichi Sanniti. L’ingresso avvenne da Faeto (in provincia di Foggia, Monti Dauni) un territorio già intaccato da impianti eolici risalenti anche agli anni 90 del secolo scorso ma, tutto sommato, non del tutto deturpato.

Il valico verso la Campania fu, però, un autentico colpo al cuore: tanti Golgota uno dopo l’altro, a questo erano ridotti i crinali delle valli del Tammaro e del Calore; una visione da incubo. Ora la storia continua secondo questo paradigma e si prepara il martirio di San Bartolomeo in Galdo, in provincia di Benevento, con un la proposta di un impianto di 28 MW di potenza con 7 aerogeneratori da 4 MW ciascuno, alti 180 metri da parte della bergamasca «Edelweiss energia».

Certo, è un progetto che riguarda la Regione Campania, ma le torri eoliche si vedrebbero anche dalla Puglia confinante. Così, la Soprintendenza di Foggia, venuta a conoscenza del progetto quasi casualmente e su informazione della Soprintendenza del Molise, si è espressa ad ottobre scorso in modo negativo. Il parere è articolato e ben motivato sulla base del Piano paesaggistico pugliese (Pptr) perché gli impatti derivanti dalla presenza degli aerogeneratori riguardano beni tutelati in Puglia soprattutto nei Comuni di Volturara Appula e di San Marco la Catola.

In particolare risulta fortemente minacciato il tratturo Lucera-Castel di Sangro a 200 metri dal quale ricadrebbero alcuni aerogeneratori. E questo non sembra un atto di amicizia nei confronti della Puglia proprio ora che la Regione ha avviato la redazione del Documento Regionale di Valorizzazione dei Tratturi.

La stessa Regione Puglia, sempre ad ottobre scorso, è intervenuta nel procedimento campano solo dopo che il coordinamento regionale pugliese della Lega per la protezione degli uccelli (Lipu) l’ha sollecitata a farlo. In realtà l’autorità campana in materia di valutazioni ambientali aveva coinvolto la Puglia ma trasmettendo gli inviti alla conferenza dei servizi sull’impianto eolico non all’omologa autorità pugliese ma ad altro indirizzo del tutto sbagliato. L’assenza della Regione Puglia è stata intesa, quindi, come assenso all’intervento e l’errore di trasmissione non sembrerebbe del tutto involontario.

Un altro atto non proprio amichevole. In ogni caso la Regione Puglia ha espresso il proprio forte dissenso con un documento accurato. In particolare la Puglia rileva come «in ragione dell’articolato sistema di valori ambientali, paesaggistici e naturali che caratterizza le aree limitrofe all’area di intervento, si ritiene che la realizzazione del progetto […] possa avere impatti ambientali negativi e significativi sul territorio della Regione Puglia».

Inoltre, «valutando l’impianto nella complessità di relazioni con l’ambito territoriale in cui si inserisce e attraverso l’interferenza diretta e indiretta con i sistemi naturalistici e con i beni paesaggistici e gli ulteriori contesti presenti nel territorio di questa Regione, si ritiene che l’intervento non sia compatibile con le previsioni e gli obiettivi del PPTR, in quanto la sua realizzazione comporterebbe pregiudizio alla conservazione dei valori paesaggistici dei luoghi […]». Il tutto corredato da cinque firme tra funzionari e dirigenti.

Ma non sembra che la Regione Campania sia rimasta particolarmente impressionata dallo schieramento ed ha deciso di chiudere la conferenza dei servizi valutando positivamente l’impianto anche se l’autorizzazione unica ambientale, provvedimento definitivo che conclude il procedimento, non è stata ancora adottata. Della vicenda si sono occupati anche le televisioni nazionali ponendo in evidenza la contrarietà dell’amministrazione comunale di San Bartolomeo in Galdo all’impianto eolico e, soprattutto, la contrarietà dei residenti. Sembrerebbe quasi che la transizione energetica, così estremamente spinta verso un’autentica invasione dei territori con impianti industriali eolici e fotovoltaici, accompagnata da ingenti investimenti privati e da generosi sussidi pubblici, non riesca ad attecchire.

E sembrerebbe pure non riesca a fare breccia in particolare nei territori remoti, nelle aree interne, nel cosiddetto «osso» del Paese e, di più, nell’Italia meridionale, proprio lì dove il massacro paesaggistico si è già compiuto per buona parte e non si vorrebbe essere ulteriormente martirizzati per un autodafé nelle rinnovabili industriali al di là di qualsiasi ragionevolezza. Sembrerebbe, appunto, ma in realtà la macchina di propaganda per le rinnovabili, tanto simile all’Inquisizione, non ammette repliche ed i territori sono ineluttabilmente condannati. Così è deciso. Amen.

 

Fabio Modesti