Scompare l’Apat, a rischio 400 precari e la salute ambientale del Paese

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– Comunicato del presidente di Assoarpa, Sonia Cantoni, che chiede un incontro urgente

Con l’inserimento da parte del Governo di un emendamento al decreto legge sull’emergenza rifiuti che accorpa l’Apat (Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici) a Icram (Istituto centrale per la ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare) e Infs (Istituto nazionale per la fauna selvatica) creando un nuovo ente denominato Irpa (Istituto per la ricerca e la protezione ambientale), vengono messi a rischio centinaia di posti di lavoro nell’agenzia governativa che esegue i controlli ambientali. L’Apat ha attualmente circa 1.100 dipendenti, di cui oltre 400 precari, quasi il 50% di tutta la pianta organica, che di fatto svolge il 90% delle attività.
Quanto la situazione sia delicata è stato lasciato intendere dagli stessi vertici dell’Agenzia: «Se passa l’emendamento andate tutti a casa». Indiscrezioni a parte, è certo che l’Amministrazione non ha ancora fornito notizie chiare per quanto riguarda il rinnovo di 200 contratti Co.co.co. in scadenza a fine giugno e di altri tre lavoratori a tempo determinato in scadenza lunedì 16, vincitori di concorso e titolari dello stesso diritto dei colleghi assunti in base alla stessa graduatoria e già prorogati per 2 anni. In scadenza a novembre anche altri 200 lavoratori a tempo determinato, vincitori di concorso.
Scompare quindi un’agenzia e nasce un ente di ricerca, col rischio che vengano meno l’obiettività e l’imparzialità necessarie a garantire il cittadino. L’Italia, oltre ad avere meno informazioni credibili sul suo stato ambientale, favorendo la realizzazione di grandi opere infrastrutturali senza adeguati controlli, potrebbe vedere centinaia di persone qualificate, in molti casi con professionalità di alto livello acquisite coi soldi dei contribuenti all’interno della Pubblica Amministrazione, perdere il proprio lavoro.
Una beffa tanto peggiore, visto che molti di coloro che oggi rischiano sono titolari di stabilizzazione e dovrebbero quindi essere assunti a tempo indeterminato in base alle Finanziarie 2007 e 2008. Non si tratta quindi dei «fannulloni» di cui parla il ministro Brunetta ma di coloro che provano, tra mille difficoltà, a informare quotidianamente Istituzioni e cittadini sullo stato del nostro ambiente e dei rischi che si corrono.
Nonostante i «consigli» paternalistici a cui sembra che in questi giorni di caos alcuni dirigenti dell’amministrazione abbiano sottoposto i precari in attività nel loro settore, i lavoratori Apat hanno avviato da oggi, 12 giugno, il blocco dell’attività lavorativa, che proseguirà nei prossimi giorni con dimostrazioni e presidi nelle sedi interessate, in primo luogo una manifestazione al ministero dell’Ambiente prevista per il 16 giugno.
L’obiettivo è spingere un’amministrazione che ormai sembra in uscita a salvaguardare i diritti acquisiti, firmando immediatamente contratti Co.co.co. e tempi determinati in scadenza, oltre a una forte richiesta per chi arriverà in seguito di salvaguardare processi di stabilizzazione, piano triennale dei fabbisogni del personale e procedure concorsuali previste dalle Finanziarie degli ultimi due anni.