È uno dei settori con maggior intensità energetica, è responsabile da solo dell’8% delle emissioni globali ma nello stesso tempo ha le potenzialità per ridurre significativamente l’impronta di carbonio senza penalizzare la propria crescita
Secondo lo studio del Wwf «A blueprint for a climate friendly cement industry» l’industria mondiale del cemento può ridurre fino al 90% delle emissioni entro il 2050, considerando le tecnologie disponibili oggi. Lo studio è stato presentato oggi in occasione del Summit sul clima che si sta svolgendo a Poznań (Polonia) in cui uno dei temi di discussione è proprio l’approccio da adottare nei diversi settori industriali per la riduzione delle emissioni. Inoltre l’11 e il 12 Dicembre si riunirà nuovamente il Consiglio europeo a Bruxelles per approvare il pacchetto energia. Dopo le obiezioni avanzate da Italia e Polonia, sul prezzo troppo alto pagato dalle industrie per poter raggiungere gli obiettivi fissati, lo studio pubblicato dal Wwf pone al centro l’opportunità che l’investimento per la riduzione delle emissioni può rappresentare in termini di competitività e innovazione.
Quello del cemento è uno dei settori con maggior intensità energetica, è responsabile da solo dell’8% delle emissioni globali ma nello stesso tempo ha le potenzialità per ridurre significativamente l’impronta di carbonio senza penalizzare la propria crescita. Le proiezioni prevedono che la domanda di cemento arriverà nel 2030 ad un livello 5 volte superiore a quello del 1990, raggiungendo il valore di 5 miliardi di tonnellate, come ha stimato lo studio sulla base dei dati prodotti dall’European Cement Association, l’US Geological Survey e l’International Energy Agency. Poiché per produrre una tonnellata di cemento sono necessarie oggi in media 0,89 tonnellate di CO2 le emissioni globali del settore potrebbero arrivare da sole al livello di emissioni attuali dell’Europa.
Ma le possibilità di ridurre l’impronta del carbonio nel settore del cemento sono molteplici.
Significative potenzialità di risparmio si possono ottenere dall’impiego di fornaci più efficienti per la produzione della calce. Oggi sul mercato sono disponibili le soluzioni più efficienti ed è importante quindi che tutti i nuovi impianti siano costruiti utilizzando le tecnologie migliori. Un grosso potenziale di riduzione delle emissioni si trova anche nella possibilità di integrare progressivamente l’utilizzo delle biomasse come combustibili per le fornaci arrivando al 40% entro il 2050.
Un’altra causa di intense emissioni nella produzione del cemento è l’utilizzo di elettricità che potrebbe essere ridotto di due terzi utilizzando sistemi di recupero del calore e apparecchiature elettriche più efficienti.
In termini di riduzione dell’utilizzo delle risorse, i risultati ottenibili sarebbero i più significativi. Infatti utilizzando cemento di migliore qualità e quindi di maggiore durata, si potrebbe ridurre la domanda, inoltre introducendo l’uso di additivi e surrogati per produrre miscele e promuovendo tipologie di cementi a basso impatto e disegnati ad hoc per i grandi progetti, si potrebbero ridurre del 32% le emissioni di CO2. Infine le emissioni rimanenti potrebbero essere ridotte tramite tecniche di sequestro e cattura del carbone, le previsioni indicano che nel 2050 si potrebbe arrivare al 60% di cattura della CO2 emessa sulla base delle tecnologie che dovrebbero consolidarsi in questo arco di tempo.
In un futuro in cui le emissioni di gas serra saranno sempre più limitate dalle normative internazionali, la redditività di un’impresa dipenderà dall’intensità di CO2 dei suoi processi produttivi. A livello internazionale l’obiettivo di ridurre in maniera significativa le emissioni di gas serra, prendendo impegni concreti, ottiene un sempre più ampio consenso e per poterlo realizzare è necessario che i paesi industrializzati investano risorse finanziarie e tecnologie conducendo la strada verso il cambiamento.
Nello studio Wwf vengono indicate una serie di azioni integrate che possono permettere una rapida transizione dell’industria del cemento verso una produzione low carbon, dall’implementazione di un approccio globale del settore tramite la definizione di standard minimi di efficienza per gli impianti; all’integrazione del concetto di riduzione della CO2 nel business, promuovendo prodotti di alta qualità e migliorando continuamente gli standard.
Il Report è stato prodotto nell’ambito della Campagna Wwf Climate Savers con il supporto di Lafarge.La Campagna è nata nel 1999 e raccoglie ad oggi 18 tra le maggiori aziende internazionali che hanno ridotto le proprie emissioni per un totale di 14 milioni di tonnellate di CO2 l’anno.
[URL=generazioneclima.wwf.it]? Il Dossier «Effetto Global Deal»
(Fonte Wwf)
(02 Dicembre 2008)