Fra le tante «battaglie» scientifiche che mascherano in realtà posizioni politiche, alla Cop 9 è stato sollevato un problema, poi non discusso e, anzi, messo a tacere. E che in realtà riguarda il dopo Kyoto
A Milano, alla conferenza delle parti per raggiungere un accordo sui cambiamenti climatici, si diffondono frustrazioni e scetticismo fra le posizioni russe e le richieste dei Paesi produttori di petrolio. Verso questi ultimi paesi che di fatto stanno bloccando la conferenza con richieste di risarcimento per il mancato guadagno derivante dal petrolio, le associazioni ambientaliste chiedono forte un’azione tendente a neutralizzare le loro richieste.
Fra le tante «battaglie» scientifiche che mascherano in realtà posizioni politiche, alla Cop 9 è stato sollevato un problema, poi non discusso e, anzi, messo a tacere. E che in realtà riguarda il dopo Kyoto. Cioè se sia ammissibile o accettabile proporre e porre dei limiti di concentrazione in aria di anidride carbonica (e non limiti alle emissioni). La riduzione delle emissioni del 5% come prescrive il protocollo di Kyoto riduce l’incremento di temperatura di soli 0,07 °C nel contesto attuale e sposta solo di qualche anno gli incrementi di temperatura previsti al 2050 e al 2100.
Il problema del dopo Kyoto, che non è stato affrontato a Milano, ma che sarebbe stato opportuno cominciare a discutere è incentrato sulla parola «dangerous level» di cui parla l’art. 2 della Unfccc. Ebbene, qual è questo «dangerous level» e quanto deve ritenersi accettabile? Ora il livello di anidride carbonica è 370 ppm. Sarà in futuro «dangerous» 450 ppm o 550 ppm o altro? Se riuscissimo a stabilire qual è questo livello «dangerous» di conseguenza sapremmo per certo (o quasi certo) quanto dovremmo ridurre le emissioni (non meno del 60%) e quando ciò dovrebbe improrogabilmente avvenire (2030, 2040, 2050 o altra data). Ma questo pone, di conseguenza, anche il problema di definire i limiti massimi di emissione pro-capite entro cui attenersi.
Questi argomenti di discussione se li sono posti già molte associazioni ambientaliste che hanno, tra l’altro, formulato anche alcune ipotesi: per esempio potrebbe essere accettabile un aumento della temperatura media globale fino a 2°C? Discutiamone. E con questo aumento le emissioni pro-capite per l’umanità del futuro deve limitarsi a 0,3 tonnellate di carbonio per anno? Ora siamo a 3 tonnellate a persona per anno nella UE e ad 8 tonnellate per persona per anno negli Usa. Discutiamone perché il prossimo passo potrebbe portare incredibilmente ai permessi di emissione a livello personale!