La parte algale dei coralli è molto sensibile alla temperatura delle acque (oltre che a fattori di inquinamento) e muore quando la temperatura è superiore a 29 °C o inferiore a 25 °C. Senza la sua parte simbiotica algale, il corallo prima diventa bianco (processo denominato bleaching) e poi muore
L’anidride carbonica fa bene ai coralli anzi, li fa crescere meglio. Nel gioco dell’informazione e della disinformazione durante i lavori della Cop 10 di Buenos Aires, nei giorni scorsi alcuni ricercatori australiani avevano diffuso questa notizia. Secondo loro il danneggiamento indotto da una maggiore quantità di anidride carbonica negli oceani verrebbe contrastato dal riscaldamento delle acque oceaniche, riscaldamento che permetterebbe ai coralli di crescere più in fretta. Infatti l’aumento di anidride carbonica in acqua riduce i livelli di calcio e di carbonati nelle acque, elementi questi essenziali per i coralli, ma l’aumento della temperatura delle acque che accelera la crescita dei coralli compensa i minori livelli di calcio e carbonati.
Questi risultati però non sembrano trovare il consenso di altri scienziati perché il problema non è dell’anidride carbonica o del calcio e dei carbonati in acqua ma della natura simbiotica dei coralli. I coralli sono costituiti da un aggregato di piccolissimi organismi detti polipi che sono costituiti da una simbiosi tra una parte animale e da un’altra vegetale costituita da un’alga (denominata zooxanthella).
La parte algale dei coralli è molto sensibile alla temperatura delle acque (oltre che a fattori di inquinamento) e muore quando la temperatura è superiore a 29 °C o inferiore a 25 °C. Senza la sua parte simbiotica algale, il corallo prima diventa bianco (processo denominato bleaching) e poi muore.
(15 Dicembre 2004)