A gonfie vele il commercio equo

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In quattro anni volume d’affari più che raddoppiato. Nella classifica europea l’Italia è terza per valore di importazioni (41,1 milioni) e seconda per numero di botteghe (500), preceduta solo dalla Germania

Il commercio equo e solidale nel 2005 ha fatturato in Europa 660 milioni di euro. Un volume d’affari due volte e mezzo più grande rispetto al 2001 (pari a 260 milioni). Numeri che testimoniano l’ottimo stato di salute del commercio equo, che apre domani la sua più importante kermesse: a Milano prende il via Tuttaunaltracosa, la Fiera nazionale del commercio equo e solidale che si terrà al Pime da 19 al 21 maggio 2006, organizzata dall’Associazione Botteghe del Mondo, con il patrocinio di Provincia di Milano, Comune di Milano, Curia di Milano e il contributo della Banca Popolare di Milano.
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Un vero e proprio boom che emerge dal rapporto «Fair Trade in Europe», voluto dalle più importanti sigle del commercio equo europeo quattro anni dopo la pubblicazione del precedente. I prodotti del commercio equo hanno lasciato il mercato di nicchia e sono entrati in quello di massa, grazie a tassi di sviluppo annui superiori al 20% dall’inizio del XXI secolo. Un settore capace di coinvolgere 79mila punti vendita (tra cui 57mila supermercati) e 2.800 botteghe del mondo sparse in tutta Europa in cui lavorano oltre 100mila volontari dei 25 Paesi in cui è stata svolta l’indagine (i 23 stati dell’Ue in cui si trovano attività di Commercio Equo, più Svizzera e Norvegia).

L’Italia è tra i Paesi protagonisti del fenomeno, confermandosi al terzo posto per valore delle importazioni con 41,1 milioni di euro l’anno. Sono 500 le botteghe del mondo sparse in tutto il paese, un numero secondo soltanto alla Germania, che ne conta circa 800. 4.000 invece i supermercati italiani in cui si possono trovare i prodotti equi. Anche se gli italiani spendono poco: 0,35 euro pro-capite la spesa media, che risulta essere la più bassa d’Europa. Con una spesa pro-capite di 6,75 euro all’anno, è invece la Svizzera in testa alla classifica europea di consumo di prodotti Max Havelaar, la Fondazione Fair Trade, il marchio internazionale di certificazione del commercio equo. Se parliamo di vendite è quello inglese il mercato più ricettivo: oltre 200 milioni di euro l’anno il volume di vendite della Gran Bretagna. Fra i prodotti equi più acquistati, guidano la classifica le banane, seguite dal caffè.

«È la conferma dello stato di salute del settore – dice il Presidente di Assobotteghe Andrea Reina – di un trend positivo che si attesta ormai da diversi anni. Fino a qualche tempo fa il commercio equo era conosciuto da pochi fedelissimi, adesso sono davvero tanti i cittadini che non solo ne apprezzano l’utilità, ma che acquistano consapevolmente i prodotti. In questi anni le Botteghe del Mondo hanno svolto un ruolo importante, non solo di promozione, ma anche di sensibilizzazione. Possiamo andare orgogliosi di questo successo».

Giunta ormai alla dodicesima edizione, la Fiera sarà come ogni anno l’occasione per conoscere tutte le novità dal mondo sempre più variegato del commercio equo e solidale. Associazioni, organizzazioni, centrali di importazione, cooperative e botteghe presenteranno i loro progetti ed i loro prodotti «made in dignity». Tuttaunaltracosa sarà l’occasione per incontrare più di 80 organizzazioni eque e solidali attraverso i 1.800 metri quadri di esposizione. Di buon auspicio il successo delle scorse edizioni: 40.000 presenze a Milano due anni fa e altrettante a Parma lo scorso anno.
(Fonte Agenzia Metamorfosi, Comunicare il cambiamento sostenibile, Cristiano Lucchi 339/6675294 – Duccio Tronci 338/6250252 – Giorgia Vezzoli 335/8470167 – Cecilia Stefani 328/3765527 – www.metamorfosi.infoagenzia@metamorfosi.info).