I ministri dell’Ambiente salvano l’Austria dagli Ogm ma cedono sul… mare

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Solo Alfonso Pecoraro Scanio, si è opposto nettamente a un testo debole e pericoloso che rinuncia a obiettivi e impegni certi. I pericoli della pesca, appello per il tonno rosso

Greenpeace si congratula con i ministri europei dell’Ambiente che per la seconda volta hanno difeso il diritto dell’Austria a proteggere i consumatori e l’ambiente dalle coltivazioni Ogm. I ministri hanno rifiutato la richiesta della Commissione europea di togliere il bando alla coltivazione di due varietà di mais Ogm, il MON810 della Monsanto e il T25 della AgrEvo. Anche il Wto si era sollevato sostenendo l’illegalità dei bandi agli Ogm.

I ministri dell’Ambiente invece hanno capitolato sulla direttiva per la Strategia Marina. Solo il ministro dell’Ambiente italiano, Alfonso Pecoraro Scanio, si è opposto nettamente a un testo debole e pericoloso che rinuncia a obiettivi e impegni certi. Tra l’altro la direttiva non considera gli impatti della pesca, nonostante l’allarme della comunità scientifica.

«Se i ministri sperano di risolvere la crisi dei mari europei con chiacchiere inutili come questa proposta di direttiva vuol dire che non hanno capito, o fanno finta di non capire, che i mari europei sono in serio pericolo – ha dichiarato Alessandro Giannì, responsabile della Campagna Mare di Greenpeace -. Ormai stiamo grattando il fondo del barile: pesca, inquinamento, cambiamento climatico e altri impatti stanno mettendo in ginocchio gli ecosistemi marini: servono impegni seri e non fumo negli occhi».

I ministri dell’Ambiente non sono stati capaci nemmeno di accordarsi su una rete di riserve marine, nonostante gli impegni precisi già adottati a Johannesburg e alla Convenzione sulla Biodiversità. Fortunatamente, il Parlamento europeo ha mostrato molto più coraggio e lungimiranza, adottando un testo assai migliore di quello approvato dal Consiglio.
Greenpeace continuerà ad impegnarsi perché la seconda e definitiva lettura porti ad una direttiva efficace che non nasconda i problemi dietro una cortina di fumo.

Ed a proposito di pesca, nonostante nel Consiglio Europeo dei Ministri di domani non sia all’ordine del giorno la questione tonno rosso, le associazioni hanno comunque scritto al Ministro delle Politiche Agricole, Paolo De Castro, perché si opponga al «Piano pluriennale di recupero per il tonno rosso nell’Atlantico dell’Est e nel Mediteranno» proposto dall’Unione Europea e adottato a Dubrovnik dall’Iccat.
Le soluzioni approvate dall’Iccat lo scorso 26 novembre non sono adeguate, cioè non garantiscono un’adeguata ed efficace tutela dello stock di tonno rosso, ma al contrario contribuiscono solo ad aumentare le criticità cui questa specie è sottoposta.

Le perplessità delle associazioni nei riguardi del Piano di recupero dell’Iccat si riferiscono soprattutto ai seguenti punti:

– Totali ammissibili di cattura e quote: nonostante le raccomandazioni degli esperti scientifici avessero suggerito la necessità di prelevare annualmente solo 15.000 t, allo scopo di non impoverire ulteriormente la specie, le quote totali di cattura, sono state invece portate a 29,500 t per il 2007 con una graduale riduzione fino a 25.500 t per il 2010.
– Chiusura stagionale della pesca: non viene garantita una coerente tutela della specie visto che si concentra eccessivamente lo sforzo di pesca in pochi mesi all’anno, coincidenti peraltro tra maggio e giugno con il periodo di riproduzione della specie. Al contrario, è proprio in questi mesi che corrispondono alla riproduzione del tonno, che è più importante fermare la pesca per tutelare una fase critica del ciclo vitale dello stock.
– Taglia minima: A fianco dell’apprezzabile innalzamento della taglia minima da 10 a 30 kg, viene data la possibilità di concedere deroghe alla imbarcazioni operanti nell’Atlantico Orientale (Paesi Baschi) e nel Mar Adriatico (Croazia) riducendo la taglia minima fino a 8 kg. Non solo quindi non viene uniformemente tutelata la specie ma vengono favorite le attività di alcuni Paesi a svantaggio di altri e la concessione di deroghe, al solito, di fatto apre la strada ad una diffusa, incontrollabile, pesca ad esemplari sotto taglia.
– Pesca ricreativa-Pesca sportiva: concessione alquanto discutibile e difficilmente controllabile che prevede la vendita di esemplari di tonno rosso pescati nelle competizioni sportive, perché i proventi vengano devoluti a fini caritatevoli.
(18 Dicembre 2006)